Oggi è l’Earth Overshoot Day 2023, il Giorno del Sovrasfruttamento della Terra calcolato ogni anno dal Global Footprint Network utilizzando i dati dei National Footprint e Biocapacity Accounts, che indica l’esaurimento ufficiale delle risorse rinnovabili che il Pianeta è in grado di offrire nell’arco di un anno. Questo vuol dire che oggi, 2 agosto, l’umanità ha già “finito” tutte le risorse che la Natura produce in un intero anno e inizia ad andare a debito. L’umanità, con i suoi oltre 8 miliardi di abitanti, consuma in quantità eccessive, oltre le capacità di rigenerazione (e riassorbimento) naturali del Pianeta. Nel 1973 l’Overshoot day cadeva il 3 dicembre: sforavamo di pochi giorni il nostro budget annuale. Nel 2003, il 12 settembre, nel 2013 il 3 agosto. La data è sempre andata anticipandosi e il nostro il nostro debito ecologico è cresciuto.
Questa giornata arriva in un’estate di fuoco, dove le conseguenze della crisi climatica stanno flagellando sempre di più il nostro Pianeta, dal Nord America al Mediterraneo. Il persistente superamento porta a effetti sempre più evidenti, tra cui ondate di calore, incendi boschivi, siccità e inondazioni. Secondo l’ultima analisi del World Weather Attribution, infatti, le ondate di calore che nelle ultime settimane hanno attraversato l’Europa e gli Stati Uniti sarebbero state “virtualmente impossibili” senza il cambiamento climatico generato dall’uomo e se il mondo non smetterà rapidamente di bruciare combustibili fossili, di deforestare, questi eventi diventeranno ancora più comuni e il mondo sperimenterà ondate di calore ancora più calde e di lunga durata.
A livello globale stiamo consumando l’equivalente di 1,7 Pianeti all’anno, cifra inquietante che dovrebbe salire fino a due pianeti entro il 2030, in base alle tendenze attuali. Negli ultimi 5 anni la tendenza sembra essersi assestata, ma è difficile stabilire quanto questo sia dovuto al rallentamento dell’economia o a sforzi di decarbonizzazione. Tuttavia, la riduzione del nostro “debito” nei confronti del Pianeta è ancora troppo lenta. Per raggiungere l’obiettivo dell’IPCC delle Nazioni Unite di ridurre del 43% le emissioni di gas serra a livello mondiale entro il 2030 (rispetto al 2010) sarebbe necessario spostare in avanti l’Earth Overshoot Day di 19 giorni all’anno per i prossimi sette anni.
Secondo il WWF esistono molte soluzioni che possono essere adottate a livello di comunità o individualmente per avere un impatto significativo sul tipo di futuro in cui investiamo: per esempio se usassimo energia proveniente per 75% da fonti rinnovabili potremmo spostare l’Overshhot day di 26 giorni; dimezzare lo spreco alimentare farebbe guadagnare 13 giorni.
“Se fino agli anni 60 l’umanità era più o meno in equilibrio, di anno in anno la data si è spostata salendo nel calendario, per arrivare oggi a inizio agosto. Ciò significa che l’umanità è in overshoot ecologico da oltre 50 anni e il debito che abbiamo accumulato ammonta a 19 anni di produzione del pianeta, ossia quello che gli ecosistemi della Terra possono rigenerare in 19 anni. Il peso di questo debito, che è destinato ad aumentare, comincia a ridurre le opzioni economiche. La perdita di biodiversità, la crescente imprevedibilità meteorologica e l’esaurimento delle acque sotterranee sono solo alcuni sintomi. Ma il superamento in sé non è inevitabile. Vivere costantemente al di sopra delle possibilità fisiche del nostro Pianeta è una possibilità limitata nel tempo, rischiamo un disastro ecologico: i beni e i servizi che sono alla base delle nostre società ed economie sono tutti prodotti da ecosistemi funzionanti e sani. Abbiamo ormai molte soluzioni mirate per invertire il sovrasfruttamento delle risorse e sostenere la rigenerazione della biosfera nella quale viviamo. Le opportunità provengono da tutti i settori della società. Anche solo mettere mano ai sistemi alimentari potrebbe ridurre il nostro debito: se sostituissimo il 50% del consumo globale di carne con alimenti di origine vegetale, sposteremmo l’Overshoot Day di 7 giorni (considerando la CO2 e l’uso di suolo); se mangiassimo carne proveniente da allevamenti biologici o estensivi guadagneremmo altri 5 giorni; se acquistassimo localmente l’80% del nostro cibo, sposteremmo la data di 2 giorni circa. È indispensabile agire ora e non perdere più tempo prezioso”, afferma Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia.
Peraltro, l’Italia è uno dei paesi con il più elevato debito ecologico. L’Overshoot Day nel nostro Paese è arrivato già il 15 maggio: da quella data, l’Italia è in debito con la Terra, un debito importante considerando che siamo in anticipo di 250 giorni sulla fine dell’anno. Le attività quotidiane che impattano maggiormente sull’impronta degli italiani, secondo le analisi del Global Footprint Network, sono i consumi alimentari (25% dell’impronta totale) e il settore dei trasporti (18%).
In pratica se tutti vivessero come gli italiani servirebbero 2,8 pianeti Terra per soddisfare i bisogni collettivi. Ne servirebbero 5 se tutti vivessero come un cittadino USA.
Roma, 2 agosto 2023
Per approfondire:
Il WWF Italia segue la tematica dell’impronta ecologica da oltre 20 anni e ha collaborato con i massimi esperti mondiali. Per approfondire è disponibile l’ultimo libro sull’impronta ecologica di Mathis Wackernagel e Bert Beyers dal titolo “Impronta ecologica. Usare la biocapacità del pianeta senza distruggerla” pubblicato in Italia da Edizioni Ambiente, a cura di Gianfranco Bologna, presidente onorario della Comunità Scientifica del WWF, e con il patrocinio del WWF.