di Guido Santangelo – Recuperare le vecchie case di campagna e poi utilizzarle in maniera costruttiva, sarebbe interessante per l’ineguagliabile valore dal punto di vista architettonico, ambientale e salutare, non solo per chi va in cerca di tranquillità e serenità, ma anche per avvicinare i giovani e gli studenti alla natura. Le vecchie case di campagna rappresentano la memoria storica del territorio, sono un patrimonio di tutti ed è un peccato vederlo dimenticato. Sono ricordi e frutto di tanti sacrifici e rinunce, nonché la testimonianza di uno stile di vita semplice ed essenziale.
Immaginate di ascoltare il silenzio della natura, con il cinguettio degli uccelli ed i versi degli altri animali, immersi in un mondo di colori, profumi e aromi unici e inconfondibili, sarebbe un’ esperienza unica.
La prima cosa che bisognerebbe fare però è permettere a chi crede nel progetto di recupero, poter contare sulla facilità di ottenere i permessi in tempo breve e senza grosse limitazioni, se non il rispetto dello stato di fatto e usare buon senso e rispetto della natura. Altra cosa importante sarebbe quella di facilitare il raggiungimento delle case di campagna da parte di tutti migliorando la viabilità.
Queste vecchie dimore potrebbero essere usate per finalità educative e didattiche, come per esempio insegnare ai giovani a curare e coltivare l’orto.
Creare quindi nel territorio delle Oasi di pace e tranquillità da sfruttare anche per finalità turistiche e assistenziali, come la nascita degli orti creativi. Gli orti creativi, sarebbero degli orti utilizzati per stimolare la curiosità e nuove conoscenze, con possibilità di coinvolgere qualsiasi età, favorendo così la socializzazione e gli scambi culturali.
Si potrebbero utilizzare per una produzione capillare di prodotti agricoli a costi contenuti nonché creare occasioni di studio e sperimentazione per una sana condivisione, ambiente e uomo.
Ma il progetto potrà funzionare se l’uomo torna ad essere protagonista nel territorio, favorendo la nascita di imprese ecoproduttive contro il degrado e l’abbandono.
Con questo progetto si potrebbe dare nuova linfa a tutto il mondo agricolo e al turismo ecologico, onde evitare lo spopolamento ed il conseguente dissesto idrogeologico.
Certo per fare e portare avanti questo progetto, bisognerebbe sburocratizzare e permettere la libertà d’impresa e innovazione, guardare al territorio come una grande risorsa.