di Guido Santangelo – Il territorio è una realtà che bisogna saper utilizzare, sfruttare le sue proprietà e potenzialità, ma creare al tempo stesso nuove proposte e pensare a nuove possibilità di sviluppo e prospettive. Penso alla creazione dei distretti del gusto e della tradizione sul territorio,ovvero percorsi dove ognuno può arrivarci e arricchire le proprie capacità, competenze e conoscenze e al tempo stesso sfruttare le attività agricole presenti sul territorio. In pratica tornare indietro e pensare al territorio come un patrimonio da visitare e vivere insieme, condividere con gli altri la serenità e l’armonia della natura.
In realtà la campagna diventerebbe un centro commerciale e sociale all’aperto, quindi poter fare la spesa, intrattenere nuove relazioni e creare nuove opportunità di socializzazione e amicizie.
Respirare bene, mangiare qualcosa di buono e genuino con la gentilezza e serenità dei contadini,far incontrare senza difficoltà e vincoli domanda e offerta dei prodotti del territorio.
Sarebbe fantastico far incontrare i sapori della terra con la voglia di conoscere le persone semplici e capaci di produrre delle prelibatezze che oggi è difficile trovare.
Soprattutto tornare indietro nel tempo e scoprire delle tradizioni e valorizzare le risorse umane sul territorio.
L’agricoltura è da sempre la spina dorsale dell’economia e bisogna capire che è una scelta giusta e non più demandabile quella di parlare di lavoro e privilegiare i prodotti locali e stimolare la nascita di piccole imprese. Questa idea può essere da stimolo per le piccole comunità e tornare a valorizzare i propri interessi ed i propri beni, ma soprattutto riappropriarsi del territorio.
Parliamo di un’occasione che non si può più rimandare, perché significherebbe rinunciare alle proprie possibilità di sviluppo economico e sociale.
Ma come presupposto è necessario mettere da parte tanta burocrazia e dare spazio alla voglia di fare con la collaborazione di tutti i cittadini e le istituzioni, perché senza i cittadini finiranno le istituzioni e di conseguenza i servizi sul territorio.
L’ economia cresce se crescono le piccole imprese che rappresentano la linfa dello sviluppo, purtroppo se non si aiuta il piccolo, l’ economia in periferia non cresce.
È altrettanto vero che per crescere bisogna lavorare e pensare al futuro,ma senza tanta burocrazia inutile e dannosa allo sviluppo economico, utile solo per favorire le multinazionali.
Il made in Italy si costruisce e si difende con i fatti e non con gli slogan, i protagonisti del territorio devono tornare ad essere gli agricoltori.