Il Cilento è una regione della Campania famosa per la sua bellezza naturale, la sua storia e la sua cultura. Uno dei tesori archeologici più interessanti del Cilento è il sito megalitico di Torraca, che si trova nella valle del fiume Mingardo. Qui si possono ammirare i resti di antichi monumenti in pietra, tra cui menhir, dolmen e stele, risalenti al periodo tra il Neolitico e l’Età del Bronzo. La scoperta di questi monumenti ha portato a una maggiore comprensione della storia della regione, mostrando come il Cilento abbia avuto una presenza umana molto antica e come le popolazioni locali abbiano avuto una cultura sofisticata e avanzata.
Il sito megalitico di Torraca è un importante patrimonio culturale e rappresenta una destinazione di interesse per gli appassionati di archeologia e di storia.
Il sito è uno dei luoghi più misteriosi e affascinanti della regione del Cilento, grazie alle sue origini storiche che risalgono all’Età del Bronzo. Qui troverai dei giganteschi monoliti di pietra che si ergono nel paesaggio circostante, creando un’atmosfera davvero unica.
Per raggiungere il sito megalitico di Torraca, puoi partire da Salerno e prendere la SS18 in direzione di Paestum. Continua a seguire la strada fino a che non vedrai l’indicazione per Torraca sulla tua destra. Procedi lungo la strada e segui le indicazioni fino al sito archeologico.
Una volta arrivato, ti troverai immerso in un paesaggio surreale, con enormi pietre che sembrano uscite da un altro mondo. Qui puoi passeggiare tra le antiche rovine e ammirare la maestosità degli antichi monoliti, cercando di immaginare come siano stati creati e utilizzati dai popoli dell’Età del Bronzo.
La storia millenaria del sito megalitico di Torraca
La storia del sito megalitico di Torraca risale all’Età del Bronzo, tra il 1800 e il 1200 a.C.
Durante questo periodo, la zona del Cilento era abitata da una popolazione di pastori e agricoltori che viveva in piccoli villaggi sparsi per la zona. Si ritiene che i monumenti megalitici di Torraca fossero utilizzati per scopi religiosi e cerimoniali, e che fossero il centro di una comunità religiosa che aveva un ruolo importante nella vita quotidiana delle persone che vivevano in questa zona. Si pensa che le grandi pietre fossero usate per rappresentare gli dei e gli spiriti della natura, e che fossero luoghi di culto e preghiera. Le grandi pietre del sito megalitico di Torraca sono state tagliate e lavorate con estrema precisione, il che suggerisce che i popoli dell’Età del Bronzo avevano una conoscenza avanzata delle tecniche di lavorazione della pietra. Si pensa che le pietre siano state trasportate per decine di chilometri, dalle cave alle colline dove sono state erette, utilizzando mezzi di trasporto primitivi come carri trainati da animali. L’importanza del sito è confermata anche dal fatto che i monumenti megalitici sono stati costruiti in diverse fasi, indicando che il sito è stato utilizzato per un lungo periodo di tempo.
L’insediamento bussentino di Torraca è protetto dai monti Cocuzzo e Serra Longa (E/E) e da Monte dei Cordici (W/W), con la cappella della Madonna dei Cordici stratificata su di una precedente area di controllo territoriale e sulla sommità del promontorio di San Martino che, declinando alla costiera Punta del Fortino, chiude l’ansa occidentale del golfo di Sapri .
La postazione stessa dell’importante quadrivio sulla contrada Starsa, predispone (predispose) quell’intera terrazza calcarea al controllo militare, allo sviluppo in un grande centro abitato circoscritto da mura, ancora di matrice mediterraneo-orientale, nonché alla funzione di grande mercato marittimo, agricolo, artigianale, idoneo alla genesi della successiva talassocrazia sulle coste tirreniche meridionali, che produrrà la costruzione di porti fortificati, collegati con un dromos alla polis, entro il processo economicamente strutturato del nuovo modello urbano, separato dalla kora (18).
Come per Parthenope e Neapolis, è verosimile che quell’insediamento tardoeneolitico di Torraca sia stato costruito in molti decenni, o secoli, e che l’area più antica sia sul poggio dell’area centrale (Hh.3, m.642 s.l.m.), circoscritta dalla prima cinta, a pianta rettangolare tra il notevole ingresso settentrionale ed il corridoio dell’ingresso ingresso meridionale, affacciato sul golfo di Sapri, prospetticamente opposto al grande ingresso settentrionale ed ambedue orientati al solstizio d’inverno.
La opinabile seconda cortina dell’area centrale, circoscrive una pianta quadrangolare irregolare, la cui sezione settentrionale era probabilmente protetta da un prodromo e consolidata dal contrafforte (E/NE-W/SW) del grande ingresso gradinato settentrionale.
A. CAPANO – P.F. GIULIANI MAZZEI, Il sito megalitico presso Torraca e le coeve e successive testimonianze storiche ed archeologiche nel territorio di Sapri e del Golfo di Policastro (Tardo-Eneolitico-Inizio età del Bronzo/III-II millennio a. C.-X sec. d. C.), Edizioni Il Saggio, Eboli (SA), 2019
La bellezza naturale di Torraca
Un’altra ragione per visitare le mura megalitiche di Torraca è il paesaggio naturale che vi si trova tutt’intorno. Infatti il sito è immerso in un paesaggio naturale di grande bellezza, che rappresenta uno dei principali tesori del Cilento. Il paesaggio circostante è caratterizzato da colline coperte di boschi, fiumi e ruscelli, che creano un ambiente naturale di grande fascino. Le colline circostanti al sito megalitico di Torraca sono ricoperte da una fitta vegetazione, composta principalmente da querce, lecci e castagni. Le passeggiate tra questi boschi sono un’esperienza unica, che permette di entrare in contatto con la natura e di ammirare la bellezza degli alberi secolari che popolano la zona. I fiumi e i ruscelli che attraversano il paesaggio circostante al sito megalitico di Torraca sono un’altra delle attrazioni principali della zona. Il fiume Bussento, ad esempio, scorre vicino al sito megalitico e rappresenta un luogo ideale per praticare il kayak o per fare un bagno rinfrescante nelle calde giornate estive. Anche i torrenti e i ruscelli che si trovano nelle vicinanze offrono la possibilità di fare delle piacevoli passeggiate immersi nella natura. Il paesaggio circostante al sito megalitico di Torraca è anche ricco di fauna selvatica. Tra le specie animali presenti nella zona si possono incontrare il lupo, la volpe, il cinghiale, il capriolo e il muflone. Gli appassionati di birdwatching potranno invece osservare numerosi uccelli, come il gufo reale, l’aquila reale, il gheppio e il falco pellegrino.
In conclusione, se sei un appassionato di storia e di natura, non perderti l’opportunità di visitare il sito megalitico di Torraca e scoprire di più sulla cultura e le tradizioni degli antichi popoli che abitavano queste terre. In ogni caso, questo luogo ti lascerà sicuramente a bocca aperta e sarà un’esperienza indimenticabile.
Il Castello dei Palamolla
Visitammo il Castello Palamolla in occasione di una mostra molto interessante sulla presenza dei templari e sulle torture. L’evento del 10 Agosto 2017 fu voluto fortemente dai componenti della commenda di Torraca presente all’interno del Castello (il Sindaco Domenico Bianco, il responsabile dell’ufficio tecnico del comune dr. Vincenzo Bruzzese, il fr. Luciano Allegri, il fr. Carlo Toto(simbolista e ricercatore Templare), il Priore Internazionale Fr. Massimo Maria Civale, il Maestro dell’Ordine del Pellicano Fr. Nino Aloi e tanti altri. Il programma dettagliato vedrà un incontro – Convention sulla Fratellanza Templare e una Cerimonia di Vestizione seguendo le traccie dell’antico regolamento dell’Ordine, risalente al XII secolo. I costumi, la spada e le pergamene; Inoltre *Il Concerto delle Stelle del Soprano Sofia Trapani accompagnata dal Maestro Pietro Sellitto; il fine della manifestazione oltre alla promozione storica e “didattica” della Mostra i dignitari Templari saranno pronti a rispondere a domande e curiosità, ma anche a sfatare i luoghi comuni che serpeggiano dietro le figure dei monaci – guerrieri. Il Castello baronale sorge su uno sperone roccioso intorno al quale si sviluppa concentricamente il borgo, secondo lo schema tipico dell’urbanistica medioevale. Posseduto da diverse dinastie: Gambacorta, Palamolla, Brandi fino ad essere oggi proprietà comunale, sede dell’Università e un importante centro congressi.