
“Gran bella serata ieri ad Alfano dove ha fatto tappa il nostro spettacolo “Un sogno durato un giorno” avvolto dalla bellezza del Palazzo Baronale che ha regalato alla nostra rappresentazione un’atmosfera magica e suggestiva.” Scrive Umberto Squitieri in un posto su Facebook. “Torneremo per girare gran parte delle scene del film tratte da questo testo teatrale. Serata impreziosita dalla presenza del Sindaco Elena Anna Gerardo, del Vicesindaco Antonio Speranza e di altri membri dell’Amministrazione Comunale. Grazie per averci accolto in modo magnifico dandoci la possibilità di rappresentare il nostro lavoro in una location fantastica. Grazie al numeroso pubblico presente che si è emozionato, commosso, regalandoci alla fine una standing ovation. Grazie Gianni Rocchino, Mirko Raiola, Norma Bove , Carmine Davide, i miei attori che con la loro bravura ogni replica raggiungono una credibilità eccellente trasmettendo emozioni “vere” risucchiando il pubblico nella vicenda. Grazie alla giornalista Cljo Proietti che nonostante i suoi numerosi impegni riesce anche a svolgere egregiamente il compito di nostro ufficio stampa. Grazie alla mia assistente Mena Senatore sempre precisa e puntale. Grazie a Monica Vernieri Architetto per le foto di questo post.” conclude.
Un sogno durato un giorno e’ racconta l’ultimo giorno di vita di un ex garibaldino, condannato a morte con la falsa accusa di brigantaggio. Chiuso nella cella di un carcere, Giovanni Riano, il protagonista, cerca, tramite Gea, sua compagna di vita dalla quale aspetta un figlio che non vedrà nascere, di far giungere a Giuseppe Tardio, l’avvocato brigante che sta per sbarcare alla marina di Agropoli, una lettera nella quale lo invita a riunire tutti nella lotta per quello che è il suo sogno. Pur se innestato su un contesto storico come quello a cavallo dell’Unità di Italia e analizzando ciò che ha significato per la nostra terra e per tutto il Sud, senza nessuno scopo anacronisticamente separazionista, ma sicuramente come possibilità di riflessione su alcuni aspetti sociologici e storici, il vero focus del lavoro è l’osservazione e l’indagine psicologica del protagonista e del suo antagonista, la guardia carceraria Michele Agresta, suo amico d’infanzia.