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STORIA CILENTO

Introduzione alla storia del Cilento

La storia cilentana ha ospitato vicende piccole e grandi, fino ad oggi: Cesare Ottaviano Augusto ne fece una provincia per allevare gli animali e coltivare alimenti destinati alle mense romane, il periodo medievale con l’avvento dei longobardi, dei monaci Basiliani e Benedettini, la nascita della Baronia con i Sanseverino, la loro rivolta a Capaccio nel 1246 contro Federico II, fino ai primi “moti del Cilento” del 1828, con l’insurrezione contro Francesco I di Borbone e i suoi ministri, seguiti vent’anni dopo da nuovi moti antiborbonici, quindi all’adesione all’unità d’Italia cui rapidamente seguirono gli anni del brigantaggio postunitario.

Il Cilento, il Vallo di Diano e gli Alburni sono certamente luoghi pregni di storia e di cultura. Il Cilento e’ una terra la cui conformazione geo-morfologica e’ risalente a 500.000 anni fa. Unitamente al Vallo di Diano, in epoca romana il Cilento era parte della Lucania. Piu’ conosciuta come “Terra del Mito”, ha ospitato insediamenti greci, lucani, romani.

“Molti dei miti greci e romani sono stati ambientati sulle sue coste. Il mito più famoso è quello dell’isola delle sirene, nell’Odissea. Quelle creature malefiche che, secondo Omero, irradiavano un canto che faceva impazzire i marinai di passaggio, portandoli a schiantarsi con le imbarcazioni sugli scogli. L’isoletta che ispirò il Cantore dell’antichità probabilmente è quella di fronte a Punta “Licosa”, a sud nei pressi di Punta Licosa. ”.

(cit. wikipedia)

Prima di parlare di storia, bisogna parlare di preistoria: a Marina di Camerota è possibile ammirare grotte e falesie custodi di una storia millenaria. La particolarità consiste nell’aver scoperto che Neanderthal e Sapiens hanno vissuto contemporaneamente da queste parti come testimoniano i reperti rinvenuti. E’ recente la scoperta di un elefante, nella grotta adiacente a quella definita “della cala”, a Marina di Camerota, la grotta del poggio, risalente all’epoca preistorica. A Palinuro sono stati rinvenuti materiali dell’industria della pietra, nelle Grotte di Castelcivita, a San Giovanni a Piro e san Marco di Castellabate sono stati ritrovati reperti paleolitici. A Capaccio e a Paestum, dove sono emersi corredi funerari di età neolitica della locale civiltà del Gaudo. I resti di Fistelia, città lucana di antico splendore, si possono ammirare a Roccagloriosa.

A Paestum e’ possibile ammirare un’antica città della Magna Grecia chiamata dai Greci Poseidonia in onore di Poseidone, ma devotissima ad Atena ed Era. Dopo la sua conquista da parte dei Lucani venne chiamata Paistom, per poi assumere, sotto i Romani, il nome di Paestum. L’estensione del suo abitato è ancora oggi ben riconoscibile, racchiuso dalle sue mura greche, così come modificate in epoca lucana e poi romana.

Lo stupore sperimentato dai viaggiatori settecenteschi davanti alle testimonianze del mondo classico era destinato a ripetersi fino al presente: il fregio scolptio del primo tempio di Hera sul fiume Sele, la Tomba del Tuffatore, i vasi bronzei dal Heroon… opere oggi esposte nel museo che interrogano e irritano l’osservatore, parlando di un mondo tramontato, “totalmente estraneo” al nostro sguardo, come scrisse Johann Wolfgang Goethe. (cit. )

Gli scavi di Velia per i romani (o Elea per i greci) rappresentano uno dei gioielli del Cilento. L’antica acropoli di Elea (Velia), dove oggi sorge una interessante fortificazione medioevale, ospita la famosa Porta Rosa, unico esempio di arco greco del IV secolo. Velia fu la città dove nacque e visse Parmenide (tra il 510 e il 435 a.C. circa).

Per Parmenide non c’è stata alcuna creazione in quanto l’Essere non può nascere dal nulla (non Essere). Inoltre paragona questo Essere ad una sfera, perché unico solido uguale in ogni sua parte. E’ interessante notare che Einstein nella sua teoria della relatività vede l’Universo allo stesso modo, come una sfera. Secondo Parmenide pensare implica l’essere, ovvero se posso pensare a qualcosa allora questa esiste. In pratica se pensassi ad un fantasma allora questo fantasma esiste, perché in qualche modo, semplicemente pensandolo gli ho dato vita, magari solo nel mio cervello ma esiste.

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