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Scopriamo l’Heraion di Paestum: il tempio della dea Era alla foce del Sele

Da millenni, l’antica Magna Grecia attrae turisti provenienti da tutto il mondo. Oggi è possibile esplorare uno dei suoi tesori più straordinari: l’Heraion di Paestum! Si tratta di uno suggestivo santuario dedicato alla dea Era costruito nella foce del fiume Sele. Il tempio si trova a pochi chilometri dal centro antico della città e la magia che lo circonda non può lasciare indifferenti i visitatori. Un’atmosfera avvolgente accompagna chiunque abbia deciso di andarvi, rimanendo impresso anche nel cuore di coloro che hanno avuto modo di vederlo solo in foto o video. Scoprite con noi l’incredibile storia dietro al Heraion ed entrate in contatto con le emozionanti energie che vi regala!

Storia e origini

L’Heraion di Paestum è uno dei più importanti santuari d’Italia, fu fondato agli inizi del VI secolo a.C. dai greci provenienti da Sibari e dedicato alla dea Hera Argiva, protettrice della navigazione e della fertilità. La sua storia si intreccia con quella di Magna Grecia e la sua origine rimane ancora avvolta nel mistero: c’è chi ritiene che il tempio sia stato fondato dagli Achei provenienti da Argo o Tirinto, mentre altri credono che possano averlo edificato i Siracusani dopo la loro conquista del territorio circostante. Nel tempo ha subito numerose trasformazioni, finché gli scavi archeologici condotti nell’Ottocento non hanno reso visibili le sue antiche caratteristiche. Il santuario venne rimesso in luce dagli scavi degli archeologi di Umberto Zanotti Bianco e Paola Zancani Montuoro, tra il 1934 e il 1940. Qui è stata trovata una statua in marmo di Hera, seduta in trono e con in mano un melograno. Il nome di Hera viene solitamente fatto derivare dal greco Ἢρα O Ἢρղ, che vuol dire “signora”. Figlia di Crono e di Rea, sorella maggiore e moglie di Zeus, secondo la leggenda nacque a Samo o ad Argo. Subito dopo la nascita, come tutti gli altri fratelli, Hera fu mangiata dal padre Crono che voleva scongiurare l’avverarsi di una terribile profezia: essere spodestato da uno dei suoi figli.

Arte e architettura

Negli scavi sono state rinvenute circa settanta metope con raffigurazioni scolpite in arenaria locale. Circa quaranta appartengono a un ciclo più antico (seconda metà del VI secolo) e dovevano decorare edifici oggi non più riconoscibili. Le metope di questo ciclo raffigurano episodi del mito delle dodici fatiche di Eracle e del ciclo Troiano, ma anche di Giasone e di Oreste. Sono scolpite abbassando il fondo all’esterno della linea di contorno delle figure: in questo modo, la parte in rilievo rimane molto piatta. Questo indicherebbe che la raffigurazione, nei suoi particolari, era probabilmente completata dal colore. Il ciclo più recente, di circa 30 metope, raffigura invece delle fanciulle danzanti, rese a bassorilievo.

Le metope sono collocate nel Museo archeologico nazionale di Paestum, sorto, nel 1952, proprio attorno a questi ritrovamenti. La loro collocazione museale riprende la presumibile struttura del tempio a cui erano state inizialmente attribuite. Tuttavia occorre dire che né l’interpretazione dei cicli narrativi né la collocazione, trovano concordia unanime tra gli studiosi.

L’Heraion di Paestum è uno dei più importanti esempi di architettura greca. E’ facilmente raggiungibile da Salerno percorrendo la litoranea in direzione sud.

redazione

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