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Santa Lena: un culto antico a Laurino – 22 maggio

di Pasquale Martucci – Ogni anno a Laurino si rinnova il culto di Sant’Elena, Santa Lena, che si ripete diverse volte durante l’anno: il 22 maggio, il 18 agosto, il 10 ottobre. Ha scritto Cosimo Schiavo (“La storia di Sant’Elena”, in laurinonelcuore.weebly.com) che lastoria di Laurino è strettamente intrecciata a quella della sua santa. Si può anzi dire che “quando la vicenda del paese si affaccia alla storia quella di Elena ha già qualche secolo alle spalle. Almeno nella dimensione mitologica creata posteriormente. Il fatto è che quando si parla di santi spesso la storia latita e si mischia alla leggenda e ai miti”.

Elena nacque a Laurino all’inizio del VI secolo, come affermano numerosi biografi. Altri studiosi sostengono, al contrario, che la sua nascita avvenne fra l’VIII e il IX secolo. La sua famiglia, Consalvo, era costituita da persone oneste e semplici. La bellezza e l’umiltà della fanciulla furono oggetto d’invidia, tanto che la famiglia la sottopose a continui rimproveri e maltrattamenti, nonostante fosse dedita alla fede cristiana ed alla generosità. Allora preferì una vita da anacoreta, lontana dagli affetti, dedita completamente all’incontro con la fede, vivendo di stenti ed in preghiera. E in una grotta sul Monte Pruno, morì dopo 21 anni di vita eremitica.

foto by Laurino nel cuore

Secondo la leggenda, lì furono rinvenute le sue ossa, traslate poi dal vescovo di Paestum nella sua cattedrale. Qui furono probabilmente trafugate dai francesi, nella convinzione che quei resti fossero appartenuti ad Elena Imperatrice, e portati nella loro patria. Le reliquie nella seconda metà del duecento ritornarono in Campania ad opera di Margherita di Bourgogne. Furono poi donate al conte di Ariano che, a sua volta, le pose nella Cattedrale di Ariano Irpino dove furono custodite fino al 1622, sotto l’altare maggiore di Santa Maria Maggiore, in un’urna di legno nero. La maggior parte delle reliquie furono donate dal vescovo di Ariano Trotta, nel 1882, a Laurino e riposte all’interno della Collegiata di Santa Maria Maggiore. Diversi altari elevati ad Elena Santa si trovano nel suo luogo natale, dove è molto venerata.

A Pruno fu edificato un luogo di culto: una cancellata chiude la grotta adibita a piccolo santuario. Al suo interno si conserva un piccolo altare del 1730. Il 29 giugno si svolge il Pellegrinaggio alla Grotta. Si narra che i Prunaioli un tempo ospitavano i pellegrini che in cambio portavano dei regali: era un modo di conoscersi e socializzare, con l’obiettivo comune di venerare la Santa.

Nel centro abitato, invece, sorge l’ennesima costruzione dedicata alla Santa patrona. È la chiesa di Sant’Elena, la quale, secondo la tradizione, venne edificata laddove sorgeva la sua casa natale. Risale ai primi lustri del 1700 ed è una costruzione molto semplice: all’interno, della stessa epoca, è la statua lignea che la raffigura; ad arricchire e dar pregio al luogo, sono le scene raffiguranti Elena in vari momenti della sua vita.

La devozione verso la santa, in paese si manifesta in più occasioni durante l’anno.

Il 22 maggio, un carro trainato da buoi porta in processione l’urna contenente le reliquie della Santa: si tratta di un evento raro, in considerazione che l’urna lascia occasionalmente la sua collocazione.

Il rituale riprende l’antica leggenda, secondo la quale, al ritrovamento del suo corpo, due paesi ne rivendicarono la proprietà. Si trattava di Laurino e Valle dell’Angelo. Allora si presero due buoi per trasportare il corpo della Santa: arrivati al bivio tra Laurino e Valle dell’Angelo, i bovini scelsero la strada che portava a Laurino. Da allora la salma fu posta nella chiesa di Santa Maria Maggiore. In ricordo di questa leggenda, durante la festività di maggio la processione per le vie del comune avviene con il corpo della Santa trasportato da due buoi.

A Laurino Sant’Elena, che è solo Vergine Anacoreta ma nella tradizione popolare è assurta a simbolo divino, è solennemente venerata ed il suo culto è ancora oggi particolarmente sentito. All’inizio del secolo, raccontano le storie tramandate, qualche cieco e storpio è stato miracolato; da allora i pellegrini accorrono per pregare e chiedere la grazia.

Il 18 agosto (la tradizione si ripete anche il 10 ottobre) la festa è solenne per la gente più numerosa in paese. Durante la processione si portano le “cente”: la gara è tra chi le fa più belle. Alla vigilia di ogni processione si trasferiscono tutte in chiesa ed il giorno della festa in processione. Una volta la festa iniziava un mese prima con i falò: la gente intorno cantava e si ritrovava vicino al fuoco. I maschi in segno di virilità saltavano per superare l’ostacolo igneo, e chi non lo faceva non era considerato coraggioso. Era il periodo della pubertà e tutt’intorno le ragazzine che guardavano estasiate la scena. Si effettuava anche il gioco della pannocchia e chi riusciva a trovare la pannocchia rossa poteva baciare la ragazza preferita: ciò prevedeva l’antico rituale.

Santa Lena è il simbolo di una tradizione antichissima, che si cala nella cultura popolare e trova significati e gesti che rappresentano il modo antico di vivere un evento festivo. Il trasporto per la santa travalica spesso i confini della religione ufficiale per approdare alle forme materiali e immateriali di vivere in una comunità coesa e molto solidale.

Martucci Pasquale

Dott. Pasquale Martucci (sociologo) È un sociologo, iscritto ANS (Associazione Nazionale Sociologi) e ricercatore (perfezionamento in metodologia della ricerca qualitativa). Da alcuni anni gestisce il sito: http://www.ricocrea.it. Tra le sue pubblicazioni: Identità cilentana e cultura popolare; “Il sacro e il profano; Società, comunità, nuove generazioni; Re frasche re Santu Liu; Le comunità cilentane del novecento; Cilentanità; Del Cilento e del suo Genius Loci.

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