Benigni introduce il festival canoro e, salutanto il Presidente Mattarella, scherza su Amadeus: “Sono felice che lei sia qui, presidente, ma le faccio notare una cosa: lei è al secondo mandato, Amadeus al quarto e ha già prenotato il quinto, pensa di fare il sesto, il settimo. Mi chiedo: è costituzionale?“.
Esordisce cosi’ il premio oscar Benigni, a Sanremo, rivolto a Mattarella (e’ la prima volta nella storia del festival della città dei fiori che un Presidente della Rebubblica presenzia alla kermesse canora): “Ma ad Amadeus perdoniamo tutto, è veramente una persona dolcissima, un bravissimo presentatore, un grande direttore artistico, è riuscito a ospitare un presidente della Repubblica per la prima volta a Sanremo: non ci credevo, anzi non ci credo neanche adesso. Amadeus, ce l’hai il binocolone? Presidente non vorrei mancarle di rispetto, ma per favore si tolga gli occhiali, si metta di profilo, voglio vedere se è lei il presidente misterioso”.
Scherza, Roberto, e “sfotte” il bravo Amadeus: “Ma glielo hai detto quanto dura una serata? Presidente, se ne vuole vedere metà, verso le tre di notte se ne può andare…”.
L’inno, commevente, alla Costituzione
“La Costituzione c’entra anche con Sanremo, perché è un’opera d’arte e canta la libertà e la dignità dell’uomo, ogni parola sprigiona una forza evocativa e rivoluzionaria come le opere d’arte, butta all’aria tutto il soffocamento, l’oppressione, l’ingiustizia e la violenza di prima, è uno schiaffo al potere, ci fa sentire che viviamo in un paese che può essere giusto e bello, ci dice che il mondo può essere senza violenza, è un sogno fabbricato da uomini svegli, è una cosa che può accadere una volta nella storia di un popolo, se c’è una canzone ce le assomiglia è l’incipit di Volare… a volte ci mettono anni per fare una legge, la Costituzione l’hanno fatta in pochissimo tempo, è stata come una folgorazione, una visione, eppure erano 556 persone a scriverla, divise su tutto escluso sull’essere unite per scirvere la Costituzione più bella che si potesse immaginare”.
I principi costituzionali come versi poetici: “l’11 celeberrimo, come una poesia, che dice che l’Italia ripudia la guerra: pensate la forza, la bellezza, la perentorietà di chi ha scritto questa frase. Se questo articolo lo avessero adottato anche gli altri, non esisterebbe più la guerra sulla faccia della terra, nessuno Stato potrebbe invadere un altro Stato… non ci sarebbe piu’ la guerra nel mondo!… In Paesi molto vicini a noi gli oppositori vengono carcerati e incatenati, solo perché mostrano il volto o i capelli, o perché ballano e cantano. Quanto è meraviglioso e straordinario che in Italia tutti abbiano diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. Ce lo dobbiamo ricordare. La cosa migliore per il futuro è ricordarsi di avere il passato bene presente”.
La missione dei cittadini italiani:
“A noi i padri costituenti hanno lasciato una sola cosa da fare, far diventare questo sogno realtà”.