Raggiungere la piazzetta per posteggiare l’auto e salire su San Liberatore e’ una cosa ardua. Dimenticatevi di trovare posto prima del piccolo borgo, frazione di Cava. Dovete osare… (o farvela a piedi), ma la salita, soprattutto per i neofiti e’ abbastanza ripida. Sconsigliato a chi soffre di vertigini.
Il monte, alto 466 metri, è meta di appassionati di trekking e offre varie occasioni di svago. Sono diversi i sentieri attrezzati che permettono di raggiungere in poco tempo, partendo dalla valle, la cima del monte con l’eremo dedicato a san Liberatore martire.
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Sul monte sorge un’antica chiesetta, documentata già nel 980. Attualmente solo la navata destra della chiesa è utilizzata per la sua funzione originale mentre la navata sinistra è adibita a sala di accoglienza dei pellegrini, un tempo luogo di sepoltura delle monache benedettine. Nel 980 il vescovo di Salerno, Giovanni II, accordò alla monaca Susanna l’utilizzo della chiesa come monastero ed eremo femminile. Il periodo di attività della struttura durò fino al 1300, quando le suore furono trasferite a Salerno. La chiesa fu ampliata più volte nel corso dei secoli e restò attiva fino al 1600. In seguito fu più volte abbandonata o custodita solamente da qualche eremita che si occupava della cura della costruzione e della coltivazione della terra adiacente.
Nel 1943 a seguito dell’sbarco a Salerno e dello sbarco degli Alleati nel golfo di Salerno, gli anglo-americani presero subito possesso del monte mantenendo così una posizione privilegiata per circa due settimane. Sull’altura furono portate le artiglierie per dominare la valle e ricacciare i tedeschi.
Sulla cima, nel 1955, un benefattore, Vincenzo Adinolfi, per devozione, ha eretto una croce in ferro a struttura trapezoidale, alta 18 metri e illuminata di notte. (fonte wikipedia)