Ricordi, raccontare il passato per poter costruire nuovi percorsi e prospettive: Novembre - www.cilentano.it
cilentotradizioni

Ricordi, raccontare il passato per poter costruire nuovi percorsi e prospettive: Novembre

di Guido Santangelo – Novembre era il Mese della semina del grano, una volta la terra veniva arata con i buoi, quanta fatica per produrre l’oro giallo. Poi col tempo sono arrivati i trattori e il lavoro è diventato meno pesante, ma il territorio coltivato era tanto e c’era bisogno di aiuto e collaborazione degli altri contadini. A quei tempi la solidarietà era un fatto più che normale, infatti le famiglie erano molto unite ed in caso di bisogno non si tiravano mai indietro. Dopo la semina il terreno andava suddiviso in tante parti per poter gestire meglio l’acqua e fare i solchi, importanti per la regime ntazione dell’acqua ed evitare dissesti idrogeologici e salvaguardare il seminato ed il raccolto.

Poi col tempo molti hanno rinunciato a coltivare il grano sia perché non più redditizio sia per la distruzione dei campi ad opera dei cinghiali. È stato un grave danno economico, ma soprattutto ha regalato il territorio al dissesto e all’abbandono. L’uomo è troppo importante per il territorio, costringerlo ad abbandonarlo non sarà mai un saggio investimento. Le istituzioni sono troppo distanti dai problemi reali della gente e questo sarà un danno doppio, al territorio e all’economia. Li guai re la pignata le sape la cocchiara è proprio vero, molte decisioni in merito alla gestione del territorio vengono prese da chi è completamente digiuno in materia, bisogna valorizzare le competenze.

Poi arrivava dicembre e con lui il freddo e si cominciava a programmare un evento importante, sia dal punto di vista economico che delle tradizioni, parliamo del maiale da cui si ottenevano prodotti quali il capocollo, la soppressata le salsicce ed il prosciutto.
Era una festa, perché ci si doveva consultare con gli altri e decidere il periodo giusto e la giornata per procedere, infatti si aiutavano l’un l’altro.

Per tradizione nella bocca del maiale si metteva un arancio, portava bene.

cit.

Su questa tradizione forse meglio chiamarla festa, ho fatto una considerazione.
La burocrazia ha cancellato questa festa, perché non è stata capace di trovare una soluzione alla macellazione improvvisata, certo è stato molto più semplice vietare.
Eppure era importante per l’economia,per l’ambiente e per la salute, bisognerebbe far ritornare questa festa. Basterebbe incentivare la crescita del maiale, come una riduzione della tassa sullo smaltimento dei rifiuti dal 15/20 per cento per chi cresce un maiale.

E ancora la macellazione gratuita, è conveniente investire nel piccolo per far rinascere una vecchia tradizione. La prelibatezza tipica dei prodotti ricavati dal maiale erano dovuti non solo alla materia prima e quindi alla crescita del maiale con prodotti naturali: castagne, ghiande ed avanzi della cucina. Importante era l’essiccazione che avveniva nelle cucine e l’affumicatura con il fuoco, sfruttando la legna usata per riscaldarsi.
Certamente anche questo rendeva i prodotti di qualità superiore e ricercati, per ora accontentiamoci di ricordarli.

guido santangelo

Guido Santangelo è nato in un piccolo paese del Cilento, Stio Cilento, il 15 febbraio 1962 che gli ha regalato un’infanzia spensierata e serena. Dopo il diploma conseguito al Liceo Scientifico di Gioi Cilento, si è iscritto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Bologna, dove si è laureato nel febbraio del 1989. Attualmente svolge l’attività di Medico di famiglia e si dedica a scrivere e coltivare la passione per la poesia.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio

Adblock rilevato

Considerate la possibilità di sostenerci disabilitando il blocco degli annunci.