di Guido Santangelo – La donna cilentana era un’ instancabile lavoratrice non solo tra le mura domestiche,ma anche fuori ed in campagna. Era invidiabile per la sua cultura e capacità immensa di educare i figli, era un vero perno sociale morale e culturale, unico e irrinunciabile.
La donna cilentana aveva un ruolo importante non solo nella famiglia, ma per tutta la comunità grazie alla sua capacità di costruire e tenere ben saldi i rapporti sociali. Possiamo affermare, che aveva non solo un ruolo predominante nella società civile e familiare, ma primeggiava sia dal punto di vista sia affettivo che morale.
Una donna bella dentro e grande fuori, i suoi occhi erano capaci di trasmettere sicurezza e amore, il suo sguardo era intenso e pieno di emozioni e sentimenti, mentre le sue braccia davano forza e coraggio.
Invidiabile per come trovava soluzioni inaspettate ai tanti impegni ed imprevisti, una donna ricca di calore, rispetto e tenacia. La famiglia ed i figli erano le sue priorità, soffriva in silenzio perché era padrona del suo dolore, ma regalava amore, bontà e soprattutto serenità. Nella vita come nel lavoro non temeva la fatica e le tante rinunce, era orgogliosa di essere una donna con un carattere deciso e forte.
La sua integrità morale era un biglietto da visita che tutti potevano leggere, anche se non era scritto da nessuna parte.
La donna cilentana non elemosinava gioia e felicità e sapeva coniugare lavoro e sacrificio.
Una donna non da incorniciare, ma da portare sempre nei propri cuori.
A me basta un esempio per capire la sua grandezza: pensate che per ottimizzare il tempo ed il percorso portava con un’ apposita “spara” sulla testa, una sorta di cuscino tra il peso e la sua testa, di tutto dalla legna alle pietre a volte anche per tutta la giornata.
Altro ricordo particolare della sua parsimonia è legato alla cucina, non buttava via l’ acqua calda della cottura della pasta, infatti era destinata alla pulizia dei piatti e delle pentole.
La stessa acqua che successivamente utilizzava per dare da mangiare ai maiali, non usando i detersivi e sfruttando così l’azione sgrassante dell’acqua di cottura. Questo è uno dei tanti esempi di economia circolare che ho imparato dalla donna cilentana. Diceva mia nonna impara l’arte e mettila da parte, nella vita può sempre servire.
La donna cilentana, una donna immensa, affettuosa e dolce.
Nella mia semplicità questo è il ricordo più bello che posso dedicarle.
Grazie di cuore.