di Pasquale Martucci – L’ultima raccolta di versi di Emilio La Greca Romano conduce ad una riflessione attenta sui temi che già in precedenza aveva trattato in altre opere, ma che ora paiono acquisire un significato differente. Dall’amore sempre declinato in svariate forme: quello passionale, quello legato alle bellezze della vita, quello artistico, quello di emozioni che penetrano ed arricchiscono i pensieri, il poeta passa ad espressioni di denuncia/ammonimento. Da subito l’autore manifesta la sua necessità di comunicare: Scrivo, si, se pur soltanto / per piacer mio e dispiacere altrui. / Scrivo, si, se pur soltanto, per me scrivo (Scrivo). Ma non è solo questo, perché il divulgare i propri pensieri è anche per gli altri che ne traggono altri significati: in questa raccolta colgo una sorta di grido d’allarme, come se il poeta volesse ammonire che stiamo distruggendo la bellezza, quella che lo stato d’animo, che sia di poeta o d’artista in genere, riesce meglio ad esprimere. Una traccia interpretativa è contenuta nel sottotitolo, che unisce amore e contestazione, perché le due cose non sono mai distanti: ci si ribella perché non si avverte il vero amore, quello che potrei identificare con il mondo intero in cui siamo gettati, per usare la felice intuizione di Gianni Vattimo sul concetto di esistenza di Martin Heidegger. Approfondisci su RICOCREA
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