Pietro Ebner è una figura iconica di Ceraso, un piccolo comune della provincia di Salerno. Nato nel 1904 e morto nel 1988 vive la sua infanzia come molte altre persone comuni che sognano di realizzare qualcosa di grande nella vita. Crescendo concretizza il suo sogno: fare della passione per la storia una professione.
Iniziò nel 1930 la professione di medico a San Giacomo Filippo in provincia di Sondrio, frequentando al contempo l’Università di Milano dove ricevé, il 10 gennaio 1933, la specializzazione in Pediatria.
Risalgono al 1930 le prime collaborazioni a varie riviste di argomento medico come la Rivista medica, La medicina pratica, La medicina italiana.
Ritornato nel Cilento nel 1936, esercitò sempre la professione di medico condotto, prima a Casal Velino (per due anni) e poi, fino al collocamento a riposo, a Ceraso.
Una vita per gli studi storici
Forse nessuno come Pietro Ebner si è messo davvero a servizio della storia, della filosofia e del diritto. Nel frettempo consegue anche la laurea in medicina e dopo il 1928 inizia a svolgere la professione di medico pediatra. Non dimentica il suo amore per gli archivi e le sue competenze iniziano a crescere fino a comprendere l’archeologia, la paleografia e la numismatica.
Egli vi si dedicò applicandovi il suo particolare metodo, improntato ad una rigorosa e certosina ricerca delle fonti documentali cui affiancava necessariamente il puntuale riscontro con la realtà dei luoghi.
L’applicazione di questo metodo lo vide perennemente in movimento per borghi, contrade, abitazioni, archivi e biblioteche, di dominio pubblico e privato, e ovunque il suo intuito di ricercatore lo conducesse. Divenne così frequentatore abituale dell’Archivio di Stato di Napoli e di quello di Salerno, dell’archivio benedettino della Badia di Cava de’ Tirreni, di quelli diocesani di Vallo della Lucania e Teggiano e degli innumerevoli archivi parrocchiali e privati. Riuscì bene a conciliare questa attività di studio con l’esercizio della professione medica che, per sua stessa natura, lo metteva in contatto con persone, luoghi, abitazioni consentendogli una conoscenza capillare e approfondita del territorio, della sua geografia, della toponomastica, delle tradizioni orali e della cultura materiale e immateriale.
La passione per gli archivi
La vita di Pietro Ebner di Ceraso è indubbiamente legata all’Archivio di Stato di Napoli che frequenta abitualmente. Queste visite, unite a quelle agli archivi parrocchiali diocesani e non, gli consentono di acquistire una conoscenza profonda di tutto il territorio del Cilento sia dal punto di vista toponomastico che culturale.
Nel 1975 sarà tra i fondatori dell’Istituto per le ricerche di storia sociale e religiosa di Vicenza. Successivamente sarà anche membro del comitato scientifico dell’Associazione per la storia sociale del mezzogiorno e dell’area mediterranea.
L’enorme lavoro di ricerca, elaborazione e riscontro dei materiali archivistici, confluì, dal 1973 al 1982, su sollecitazione di Gabriele De Rosa, nell’edizione della monumentale Trilogia sulla Storia del Cilento: alla Storia di un feudo del mezzogiorno. La Baronia di Novi del 1973 seguì Economia e società nel Cilento medievale nel 1979 e, nel 1982, Chiesa, baroni e popolo nel Cilento. L’opera, per un totale di oltre 3000 pagine in cinque tomi, fu pubblicata dalle Edizioni di Storia e Letteratura di Roma, nella collana Thesaurus Ecclesiarum Italiae Recentioris Aevi. Inserendosi nel filone di rinnovamento degli studi promosso da Cassese e De Rosa, contribuì a ricostruire un volto storico del Cilento non più relegato in quella oscillazioni tra due opposti stereotipi: la borbonica terra dei tristi e la liberale terra degli eroi.
Le opere
I suoi scritti, frutto di collaborazioni con importanti periodici numismatici, e la partecipazione come relatore a convegni di valenza internazionale, rendono Pietro Ebner un autore capace di raccontare con passione la storia del Cilento. In essi trovano spazio nobili, ecclesiastici ma anche tutto il popolo della zona fino a Vallo di Diano. I suoi statuti municipali, pubblicati ancora inediti, continuano a essere un importante punto di riferimento per gli studiosi della zona.
Storia di un Feudo del Mezzogiorno
L’opera ripercorre in maniera particolareggiata tutta la storia di una zona del Cilento interno che va da Cuccaro Vetere a Monteforte Cilento e che comprendeva gli antichi stati di Magliano, Gioi, Novi e Cuccaro. In una delle appendici, dedicata alla diocesi di Paestum-Capaccio-Vallo della Lucania, viene riportata una cronologia ampliata e aggiornata dei vescovi pestani.
Economia e società nel Cilento medievale
In quest’opera l’autore si diffonde in una dettagliata pubblicazione di statuti municipali, editi e inediti, da lui inseriti in una trattazione dell’ambiente economico, civile, sociale e politico del Gastaldato di Lucania e dei feudi e comunità locali che insistono sul territorio oggi denominato estensivamente con il nome di Cilento e Vallo di Diano.
Chiesa, baroni e popolo nel Cilento
Questa amplissima opera presenta un’estesissima e diffusissima disamina della storia politica, civile e religiosa di tutti i centri abitati, viventi o scomparsi, dell’area del Cilento e Vallo di Diano.
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Il Centro Studi Pietro Ebner prende il nome dalla figura dello storico, numismatico, medico e, più in generale, studioso che ha legato la sua esistenza alla ricerca storica in particolar modo del Cilento, dall’antichità in poi, producendo una serie di lavori che costituiscono dei punti di riferimento per la ricerca storica in una area riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità, soprattutto per la possibilità che ha avuto di attingere a fonti documentali pubbliche e private in buona parte oggi disperse, dimenticate o conservate in luoghi inidonei, come gran parte degli archivi grandi e piccoli di tante famiglie cilentane che costituiscono la memoria di un intero territorio e delle sue comunità.
La memoria consolidata nei documenti d’archivio si rivela essere un patrimonio estremamente fragile, suscettibile di facile distruzione o dispersione: un passaggio ereditario, un nuovo legame di parentela, un trasferimento di residenza, un mutamento di interessi professionali, la dimenticanza in un ambiente umido, sono solo alcune delle tante occasioni in cui la memoria archivistica di una famiglia o di una persona può disperdersi.
In tal senso, partendo dalla collezione della Famiglia Ebner (composta da una biblioteca di circa 8000 volumi, 128 pergamene dichiarate di notevole interesse culturale, altre 1300 unità archivistiche per cui si sta avviando l’iter di dichiarazione ex art. 13 D.Lgs. 42/2004) il Centro Studi Pietro Ebner intende porsi a presidio delle fonti in un ambito territoriale in cui la tutela e la valorizzazione risultano assenti, difendendo le testimonianze del passato rimaste in possesso delle famiglie cilentane (di cui diverse hanno già dato ampia disponibilità), operando sia il deposito presso la propria sede di Ceraso sia offrendo ai privati la consulenza e la collaborazione di operatori adeguatamente preparati per le necessarie operazioni di schedatura, ordinamento, digitalizzazione e valorizzazione. Contestualmente il Centro studi offre anche alle amministrazioni ed enti pubblici la propria collaborazione per la tutela e valorizzazione del proprio patrimonio archivistico, nel rispetto delle procedure previste dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.