Parmenide è stato un filosofo presocratico importante, nato circa nel 515 a.C. Secondo le fonti storiche, Parmenide proveniva da una famiglia aristocratica ad Elea, una colonia greca situata nell’attuale Campania, Italia. La città è stata chiamata Velia in epoca romana e oggi è conosciuta come Ascea. Purtroppo, le informazioni sulla vita di Parmenide sono limitate, e gran parte di ciò che sappiamo proviene da testimonianze e frammenti delle sue opere che sono sopravvissuti nel corso dei secoli.
Il filosofo, fondatore della scuola cosiddetta “eleatica” (dove ebbe vari discepoli, il più importante dei quali fu Zenone), è noto soprattutto per la sua filosofia metafisica, che si concentra sulla natura dell’essere e del divenire. La sua opera principale, intitolata “Sulla Natura” o “Peri Physeos” in greco antico, è giunta a noi solo in frammenti. La parte più significativa di questa opera è il poema in cui Parmenide esprime le sue idee filosofiche.
Parmenide è considerato uno dei fondatori dell’ontologia, la branca della filosofia che si occupa dello studio dell’essere. La sua visione filosofica si basa su un principio fondamentale: l’essere è ciò che è, mentre il non essere non è. Questo concetto apparentemente semplice ha suscitato riflessioni profonde e dibattiti filosofici per secoli.
Nel suo poema “Intorno alla natura,” Parmenide esprime chiaramente il suo pensiero sull’essere:
“È necessario il dire e il pensare che l’essere sia: infatti l’essere è, il nulla non è.”
Quest’affermazione, con la sua estrema semplicità, è rimasta enigmatica nel corso dei secoli e ha ispirato numerosi filosofi successivi.
Parmenide distingue due vie di ricerca sull’essere: una è il sentiero della persuasione, che segue la verità dell’essere, mentre l’altra è il sentiero dell’ignoranza, che riguarda il non essere, ma su cui nulla si può apprendere, poiché non è possibile conoscere ciò che non è.
La filosofia di Parmenide si contrappone a quella di Eraclito, suo contemporaneo, il quale concepiva il mondo come un continuo divenire, in costante cambiamento. Questa contrapposizione tra l’essere immutabile di Parmenide e il divenire costante di Eraclito è un tema ricorrente nella storia della filosofia. Parmenide ha goduto di grande fama nel mondo greco, e la sua influenza è stata duratura. Si dice che abbia lasciato il suo luogo di origine, Elea, per una missione ad Atene intorno al 450 a.C., dove incontrò Pericle e impressionò anche il giovane Socrate. Platone ha riportato questo incontro nel suo dialogo intitolato “Parmenide.” Secondo lo storico greco Diogene Laerzio, Parmenide sarebbe stato anche il primo pensatore a dichiarare la sfericità della terra, dimostrando così il suo contributo non solo alla filosofia ma anche alla comprensione scientifica del mondo.
La figura di Parmenide può andare oltre la sua influenza nella filosofia per considerare aspetti più ampi quali le radici della sua conoscenza. L’idea che Parmenide fosse uno sciamano, un medico, e un iniziato aggiunge uno strato di complessità alla sua figura e alle sue opere. La connessione tra Parmenide e le tradizioni sciamaniche panasiatiche, con tracce che si estendono dalla Cina attraverso la Siberia fino alla Grecia e all’Asia Minore, offre un quadro più ampio delle influenze culturali e spirituali che potrebbero aver contribuito alla sua visione del mondo. Parmenide potrebbe essere, dunque, non solo un filosofo ma anche un iniziato ai misteri ed un sacerdote di Apollo.
Apollo, nella mitologia greca, era associato a molteplici aspetti, tra cui la divinità delle arti, della musica, della profezia e della medicina. La tua menzione della “Occulta Medicina degli alchimisti” aggiunge un ulteriore elemento di mistero e connessione con pratiche esoteriche.
L’associazione di Parmenide con Apollo potrebbe spiegare alcuni degli elementi apollinei presenti nelle sue pratiche, come la meditazione silenziosa e le forme di estasi. Apollo, oltre a essere associato alle arti e alla medicina, era anche considerato una divinità solare e di luce, aspetti che potrebbero essere rilevanti nella comprensione delle sue concezioni filosofiche sull’essere immutabile. Questa interpretazione suggerisce una profonda integrazione tra la filosofia di Parmenide e la sfera religiosa e iniziatica del suo tempo. La figura dell’iniziato che partecipa ai misteri e svolge un ruolo sacerdotale aggiunge una dimensione rituale e spirituale alla sua figura.
È importante sottolineare che, a causa della scarsità di fonti dirette e della lontananza temporale, molte delle interpretazioni sulla vita e sulle pratiche di Parmenide possono essere speculative.