Il complesso monastico è stato sviluppato seguendo il modello della “laura”, un tipo di cenobio composto da una collezione di grotte o celle costruite in muratura, organizzate attorno a una grotta più grande utilizzata come chiesa, o, come nel caso di Sperlonga, attorno a un edificio sacro. Il promontorio su cui si erge il Santuario di Sperlonga si distingue per la presenza di due livelli altimetrici che permettono l’accesso, tramite un sentiero inciso nella roccia, a diverse cavità naturali.
Alcune di queste sono state modificate artificialmente per creare celle abitative per i monaci. L’esistenza di numerose altre cavità nell’area limitrofa enfatizza ulteriormente l’unicità di questo insediamento monastico.
Durante i lavori di restauro condotti dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali della Provincia di Salerno tra il 1997 e il 2004, è stata riportata alla luce una significativa porzione della decorazione pittorica originale della chiesa di Santa Maria della Sperlonga. Tra queste scoperte, si segnala che la parete di fondo, precedentemente occupata da un altare edificato nel 1930 grazie alle donazioni degli emigrati palomontesi, nascondeva sotto di sé preziosi frammenti di affreschi che un tempo adornavano l’abside.
Gli affreschi risalenti all’XI secolo rappresentano cinque santi vescovi: Biagio, vescovo di Sebaste in Armenia; Giovanni Crisostomo, uno dei più eminenti Padri e Dottori della Chiesa d’Oriente; Nicandro, primo vescovo di Mira, un nome che compare anche nella toponomastica locale; Basilio, vescovo di Cesarea e pioniere dei principi della vita ascetica; e Nicola di Mira, noto come il grande taumaturgo, estremamente venerato sia nella Cristianità latina che orientale.
Nel catino dell’abside è presente un’affresco della Vergine Odighítria, “colei che indica il cammino”. In questo affresco, la Vergine, reggendo con una mano il Cristo bambino seduto sul suo grembo e indicandolo con l’altra ai fedeli, viene venerata come simbolo di guida e protezione. Questa figura è conosciuta anche come la Vergine di Costantinopoli, particolarmente venerata nel Mezzogiorno d’Italia.