Via libera dal Parlamento Europeo
Il Parlamento Europeo ha recentemente dato il via libera alla revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD), comunemente chiamata direttiva sulle “case green”. Con 370 voti a favore, 199 contrari e 46 astenuti, il testo approvato è quello uscito dalla commissione Industria, ricerca ed energia (ITRE) del Parlamento lo scorso 15 gennaio, considerato tuttavia un compromesso al ribasso rispetto alle iniziali proposte della Commissione UE.
Obiettivi di risparmio energetico
La nuova direttiva punta a ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, con almeno il 55% di questa riduzione proveniente dalla ristrutturazione degli immobili più energivori. Per gli edifici non residenziali, l’obiettivo è ristrutturare il 16% di quelli con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033.
Stop alle caldaie a gas dal 2040
Una delle novità più rilevanti riguarda le caldaie a gas metano, le quali saranno vietate a partire dal 2040, con un rinvio di 5 anni rispetto alla proposta iniziale. Dal 2024, inoltre, non saranno più consentiti incentivi per l’installazione di nuove caldaie a gas, mentre verranno promossi quelli per sistemi di riscaldamento ibridi o alimentati da fonti rinnovabili.
Obbligo di fotovoltaico per i nuovi edifici
Per incentivare l’autoproduzione di energia da fonti pulite, a partire dal 2027 tutti i nuovi immobili non residenziali con una superficie utile superiore ai 250 mq dovranno installare impianti fotovoltaici. Un obbligo che potrebbe estendersi in futuro anche agli edifici residenziali.
Mancano i finanziamenti
Nonostante gli ambiziosi obiettivi, la Commissione UE non ha stanziato nuove risorse finanziarie nell’ambito di questa direttiva. Il tema dei finanziamenti è stato delegato agli Stati membri, ma sarà oggetto di un successivo atto da approvare entro un anno dall’entrata in vigore della EPBD.
Prossime tappe
La direttiva sulle case green dovrà ora passare al Consiglio UE per l’approvazione definitiva. Una volta pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, entrerà in vigore dopo 20 giorni e gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepirla nelle loro legislazioni nazionali.
Un passo avanti, ma con critiche
Le nuove norme rappresentano un passo importante verso la decarbonizzazione del settore edilizio, responsabile di circa il 40% dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra nell’UE. Tuttavia, non mancano le critiche di chi ritiene che gli obiettivi siano stati eccessivamente ridimensionati rispetto alle proposte iniziali, e che le misure previste rischino di risultare inefficaci senza adeguati finanziamenti.
Costi per i proprietari immobiliari
I proprietari di immobili si troveranno ad affrontare costi elevati per l’efficientamento energetico degli edifici, con il rischio di un ulteriore aumento dei prezzi già alle stelle nel settore immobiliare. Sarà quindi fondamentale prevedere incentivi e agevolazioni fiscali per rendere gli interventi accessibili anche alle famiglie meno abbienti.
Attuazione a livello nazionale
In ogni caso, la nuova direttiva rappresenta un passo avanti nel percorso di transizione ecologica dell’UE, ponendo le basi per un settore delle costruzioni più sostenibile e in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti. Toccherà ora agli Stati membri implementare efficacemente le norme a livello nazionale, affinché gli sforzi profusi a Bruxelles non restino mere dichiarazioni di intenti.