In tarda marzo, l’ente norvegese per la vigilanza su sicurezza radiologica e nucleare ha rilevato tracce minime di iodio radioattivo (I-131) a Tromsø. Tale rilevamento è avvenuto nella dodicesima settimana dell’anno, precisamente tra il 21 e il 26 marzo, presso una stazione dedicata al filtraggio dell’aria. Il primo a diffondere la notizia è stato il Barents Observer.
Lo iodio 131 è un isotopo radioattivo del iodio, elemento chimico con numero atomico 53, indicativo dei suoi protoni nel nucleo. Tipicamente, il iodio naturale presenta 74 neutroni, per un totale di 127 particelle nel nucleo. Lo iodio-131, invece, ha 78 neutroni, portando il totale a 131 particelle nucleari. Gli isotopi radioattivi, come l’I-131, sono caratterizzati da instabilità e si decompongono rilasciando radiazioni, un processo quantificabile attraverso il tempo di dimezzamento, ovvero il periodo necessario affinché la metà degli isotopi si decomponga. Per l’I-131, tale tempo è di circa 8 giorni, implicando una riduzione progressiva della sua quantità e della radiazione emessa nel tempo.
L’esposizione umana a iodio radioattivo può avere effetti nocivi, principalmente per l’accumulo dell’elemento nella ghiandola tiroidea, che influisce sulla regolazione del calcio nel sangue. Il rischio di cancro associato a tale esposizione è stato evidenziato dalle fughe radiative di Chernobyl e Fukushima.
Dal punto di vista della sicurezza pubblica, le concentrazioni di iodio-131 registrate a Tromsø sono state dichiarate non pericolose per la salute umana o l’ambiente dall’autorità competente. Nonostante la fonte del rilascio di iodio-131 rimanga ignota, il monitoraggio costante delle stazioni di misurazione norvegesi assicura un controllo continuo sulla presenza di radioattività nell’aria. Questo episodio a Tromsø, città recentemente dotata di tale stazione di monitoraggio, segna la prima rilevazione del genere nell’anno corrente, sottolineando l’insolita natura del fenomeno nonostante i livelli rilevati siano significativamente bassi.
Møller, ingegnere presso l’ente di monitoraggio, ha rassicurato che l’unicità del rilascio di iodio-131 suggerisce l’assenza di incidenti nucleari, che tipicamente comporterebbero la diffusione di un’ampia gamma di isotopi radioattivi. L’ipotesi attuale riguarda potenziali applicazioni mediche presso l’ospedale universitario della Norvegia settentrionale come possibile fonte di questo rilascio. Ulteriori indagini sono in corso, incluse analisi meteorologiche e collaborazioni con nazioni nordiche per una maggiore comprensione dell’evento, sebbene Møller ribadisca che non vi siano motivi di preoccupazione.