di Guido Santangelo – Il territorio Cilentano è un patrimonio naturalistico di incomparabile bellezza e ricco di storia e tradizioni. Una volta con tanti sacrifici si sono costruite generazioni di gente piena di entusiasmo, passione e onestà. Il ritorno allo sfruttamento delle risorse del territorio potrebbe essere un’occasione per creare lavoro e reddito ma soprattutto dare un nuovo impulso allo sviluppo delle piccole realtà. Personalmente in questo territorio ci credo e ci ho creduto da sempre perché conosco bene le potenzialità. Penso allo sfruttamento delle risorse del sottobosco , particolarmente ricco di prodotti come: origano, asparagi, funghi, fragoline, more di rovo, il mirto, il cardo mariano, il finocchio selvatico. Hanno tutti delle proprietà nutrizionali e organolettiche eccezionali che sarebbe opportuno valorizzare e promuovere di più. Penso all’origano ed al suo profumo particolare perché cresce in montagna, facile da produrre e raccogliere. Un vero dono della natura. L’importante è tagliarlo e non sradicarlo poiché significherebbe distruggerlo.
L’origano viene usato non solo in cucina ma anche nella cosmesi; questo dimostra che la natura offre tutto. I prodotti del sottobosco andrebbero valorizzati e promossi con corsi appropriati per la preparazione di imprenditori capaci di sfruttare tale opportunità e mettere a loro disposizione incentivi e strumenti adeguati per trasformare un regalo in lavoro. In Italia si parla molto di non lavoro e si tutelano e rispettano poco i lavoratori ,continuando ad incentivare l’ozio ed il bullismo.
Bisogna valorizzare il lavoro per tutelare il territorio e sconfiggere i predoni della natura, l’economia di un paese cresce facendo crescere le periferie, il dovere civico di lavorare e produrre.
È come se lavorare fosse indegno, una volta si dicevano due cose: “povero e onesto” e “l’uomo in ozio è padrone di ogni vizio”. Urge cambiare registro: dire no alle mance e si al lavoro e ai sacrifici.
L’emigrazione è stata una vera ricchezza per il territorio Cilentano, infatti si partiva per poi tornare e con i soldi guadagnati comprare un terreno o costruire una casa. Oggi si distrugge quello che i nostri avi hanno costruito con l’abbandono oppure incendiando tutto con danni irreversibili. Quegli emigranti sono stati degli eroi e andrebbero ricordati con rispetto e ammirazione. Sarebbe bello dedicare una giornata al ricordo degli emigranti cilentani per insegnare e valorizzare la loro storia. Chi co la fatica n’abbenda co la fame n’apparenta (chi lavora tanto non si apparenta con la fame).