Massimo Troisi è stato un grande attore, regista e sceneggiatore italiano. La sua vita fu segnata da una malattia cardiaca che l’ha afflitto fin dall’infanzia. Le sue condizioni di salute, rimaste segrete a tutti fino alla sua morte, hanno segnato il corso della sua carriera cinematografica folgorante ma troppo breve.
Principale esponente della nuova comicità napoletana nata agli albori degli anni Settanta fu soprannominato il «Pulcinella senza maschera». La sua carriera inizio’ negli anni settanta con il gruppo i Saraceni, divenuto La Smorfia (con Lello Arena ed Enzo De Caro). Occasionalmente si distinse anche al di fuori della recitazione, lasciando altri contributi: scrisse infatti ‘O ssaje comme fa ‘o core, una poesia messa in musica dall’amico Pino Daniele, un’allusione tanto alle patologie al cuore (comuni a Troisi e Daniele) quanto al romanticismo.
Massimo Troisi ha rivoluzionato il panorama del cinema italiano con la sua carriera e il suo primo film, Ricomincio da Tre fu un grande successo al botteghino diventanto un cult. Il film fu girato nell’immediato post terremoto che colpi’ il meridione nel 1980 (nelle scene iniziali si vedono i ponteggi di messa in sicurezza dei vicoli di Napoli).
Troisi ha introdotto un nuovo modello cinematografico che metteva in primo piano le situazioni comiche, anche se spesso si trattava di tematiche profonde. E’ stato uno dei pochi artisti a dere del tu ai Santi ed a Dio.
Massimo e’ stato protagonista di dodici film dei quali cinque anche come regista:
- Ricomincio da tre, regia di Massimo Troisi (1981)
- Morto Troisi, viva Troisi!, regia di Massimo Troisi – film TV (1982)
- No grazie, il caffè mi rende nervoso, regia di Lodovico Gasparini (1982)
- Scusate il ritardo, regia di Massimo Troisi (1983)
- F.F.S.S. cioè che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?, regia di Renzo Arbore (1983)
- Non ci resta che piangere, regia di Roberto Benigni e Massimo Troisi (1984)
- Hotel Colonial, regia di Cinzia TH Torrini (1987)
- Le vie del Signore sono finite, regia di Massimo Troisi (1987)
- Splendor, regia di Ettore Scola (1989)
- Che ora è, regia di Ettore Scola (1989)
- Il viaggio di Capitan Fracassa, regia di Ettore Scola (1990)
- Pensavo fosse amore… invece era un calesse, regia di Massimo Troisi (1991)
- Il postino, regia di Michael Radford e, non accreditato, Massimo Troisi (1994)
Nonostante il tentativo di lottare contro gli stereotipi napoletani (la pizza e il mandolino), Napoli è presente nelle opere di Troisi.
Il dialetto napoletano dovrebbe essere conosciuto da tutti.
L’ultimo film, “Il postino” arrivò quando Nathalie Caldonazzo, ultima compagna di Troisi, gli regalò il libro Ardiente Paciencia, dello scrittore cileno Antonio Skármeta, edito in Italia da Garzanti con il titolo Il postino di Neruda, che narra la nascita di una grande amicizia tra un postino e il famoso poeta cileno Pablo Neruda. Dopo averlo letto, Troisi ne rimase entusiasta e ne acquistò i diritti per realizzarne una versione cinematografica. Fu l’ultimo film dell’attore che, spesso, durante le riprese, a causa della sua malattia, dovette ricorrere ad una controfigura.
«Un vero napoletano ti saprà dire che cosa stava facendo e dove si trovava quello sciagurato pomeriggio del 4 giugno del 1994, il giorno in cui si apprese della morte di Massimo Troisi.» |
(Luca Delgado, 081 – il romanzo) |
Troisi, oltre all’eredità artistica dei suoi capolavori, indirettamente oggi lascia un’Accademia di arti espressive ideata dal grande amico e attore Lello Arena, che ha voluto la collaborazione di Enzo de Caro, progetto sostenuto dal Comune di Napoli. L’Accademia potrà accogliere 100 artisti, non solo esordienti e senza limite d’età, e la frequenza è completamente gratuita.