La legge di bilancio 2023, dopo un lungo iter parlamentare, è stata recentemente approvata dalla Commissione Bilancio del Senato. Il testo finale presenta diverse novità rispetto alla prima versione, frutto di emendamenti e compromessi tra maggioranza e opposizione. Tra i punti che hanno destato maggiore attenzione vi sono certamente le misure riguardanti le pensioni e il superbonus 110%, temi sensibili che hanno acceso il dibattito politico nelle ultime settimane.
In particolare, desta scalpore la mancata proroga dell’incentivo fiscale per le ristrutturazioni edilizie, nonostante le reiterate richieste giunte da più parti. Al contempo, è stato trovato un accordo per garantire le pensioni di vecchiaia dei medici e limitare i tagli per chi decide di ritardare il pensionamento.
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio i provvedimenti approvati, le reazioni suscitate e le possibili conseguenze delle scelte operate dal Governo in materia economica con la nuova manovra finanziaria.
Manovra, pensioni e Ponte sullo Stretto in primo piano
Niente proroga Superbonus
La manovra approvata in Senato non include la proroga temporanea del superbonus al 110%. Nonostante le pressioni di alcune forze politiche e associazioni di categoria, tale misura non ha trovato spazio nel disegno di legge. Si chiude così, almeno per il momento, la partita di una delle agevolazioni più discusse degli ultimi anni.
Pensioni di medici e insegnanti garantite
È stato approvato un emendamento governativo che tutela le pensioni di vecchiaia dei medici dipendenti pubblici. Analoga garanzia per gli insegnanti e altre categorie come il personale degli enti locali e gli ufficiali giudiziari. Per i medici che decidessero di ritardare il pensionamento, è prevista anche una riduzione del taglio dell’assegno pensionistico. Infermieri e dirigenti sanitari potranno inoltre optare per il lavoro fino a 70 anni. Le nuove norme mirano a garantire servizi essenziali per i cittadini, dato il progressivo pensionamento di numerosi operatori.
Risorse per il Ponte sullo Stretto
Sono state confermate le risorse destinate alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, pari a 11,3 miliardi di euro. Tuttavia, grazie a un emendamento, 2,3 miliardi verranno coperti attraverso i fondi per lo sviluppo e la coesione gestiti dalle Regioni. Una rimodulazione che alleggerisce l’onere a carico dello Stato per un’infrastruttura considerata strategica. Il passaggio stabile tra Sicilia e Calabria è infatti un obiettivo rilevante del programma di governo.
Fondi per le politiche abitative
Per contrastare il disagio abitativo sono stati stanziati 100 milioni di euro. Le risorse serviranno a sperimentare nuovi modelli di edilizia popolare, con il supporto di una cabina di regia istituita presso il Ministero dell’Economia. L’accesso ad alloggi dignitosi a costi abbordabili è infatti un problema sociale rilevante, acuito negli ultimi anni dalla crisi economica. Ecco perché il potenziamento delle politiche abitative rappresenta una priorità.
Lotta alla violenza sulle donne
È stato approvato un emendamento che destina 40 milioni di euro alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere. Si tratta del “tesoretto” per le modifiche parlamentari riservato all’opposizione. Tutte le forze politiche hanno convenuto di utilizzare tale somma per finanziare azioni a sostegno delle donne vittime di soprusi. Un impegno trasversale per un fenomeno odioso che non accenna a diminuire.
In definitiva, la manovra finanziaria recentemente approvata al Senato presenta luci e ombre. Se da un lato trovano conferma alcune misure attese da tempo, come gli stanziamenti per il Ponte sullo Stretto, dall’altro vengono negate proroghe importanti come quella del Superbonus 110%.
Quest’ultima decisione, seppur motivata dalla necessità di contenere la spesa pubblica, rischia di avere gravi ripercussioni sul settore edilizio, frenando interventi necessari per l’efficientamento energetico.