La Villa Romana di Barricelle, frazione di Marsicovetere, PZ, immersa nel verde, è stata inserita nel programma delle Giornate FAI di Primavera previste per il week end del 25 e 26 marzo prossimo, organizzate ogni anno dal Fondo Ambiente Italiano.
https://www.fondoambiente.it/luoghi/villa-romana-108790
Lungo la riva sinistra dell’Agri, a 20 chilometri da Grumentum, sorge la villa romana di Barricelle, individuata nel marzo 2006 durante i lavori di posa condotte Eni e scavata fino al 2017 per circa 3000 mq.
La struttura rientra nella tipologia delle ville rustiche, impianti che, dal I sec. a.C., sorgono in campagna al centro dei latifondi di ricche famiglie aristocratiche, per facilitare il controllo e la gestione delle proprietà fondiarie.
IL NOSTRO SPOT
Il proprietario del latifondo cui pertiene la villa di Barricelle è, come attesta il bollo della tegola esposta, Caius Bruttius Praesens, esponente di una potente e ricca famiglia lucana.
Nel I sec. d.C., costui costruisce il primo impianto della villa, articolato in due corpi di fabbrica separati da un ampio cortile: a destra di questo, si collocano gli alloggi servili, le stalle e un torcularium/impianto oleario; a sinistra, il vestibulum/ingresso, il grande atrio quadrato centrale e, intorno a questo, i cubicula/camere da letto, i triclinia/sale da pranzo, un impianto vinario (con torchio, lacus/vasca di decantazione per il mosto e dolia/contenitori per conservare il vino), un impianto oleario (con lacus/vasca con pozzetto di decantazione e scalette laterali) e un impianto di lavaggio della lana.
Distrutta da un terremoto all’inizio del II sec. d.C., la villa viene presto ricostruita, più grande e più ricca, come dimostra il grande peristilio/spazio porticato, che ne diviene il fulcro, scandito da pilastri sormontati da colonne.
La ricostruzione è connessa a un importante evento: nel 178 d.C. la nipote di Caius, Bruttia Crispina, sposa l’imperatore Commodo. La villa diviene allora di proprietà imperiale, forse gestita, in nome e per conto del princeps, dal suo liberto Moderatus, il cui nome è sul sigillo esposto.
Il triste epilogo del matrimonio imperiale – nel 192 d.C. Bruttia viene accusata di adulterio ed esiliata a Capri – determina l’abbandono della villa, nel III sec. d.C.L’impianto rivivrà ancora tra il IV e gli inizi VII sec. d.C.. Gruppi umani di incerta provenienza si stanzieranno al suo interno trasformandolo profondamente: le colonne del peristilio saranno cotte nella calcara per ricavarne calce; i metalli saranno rifusi nel forno fusorio. Negli ambienti, un tempo residenziali e di rappresentanza, si costruiranno vani abitativi con pavimenti in terra battuta e focolari centrali, per cucinare e per riscaldarsi.
I fasti imperiali sono ormai lontani. La villa si avvia verso l’oblio, ma continuerà a raccontare la propria storia grazie al progetto di valorizzazione che la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata realizzerà in collaborazione con Eni e con Shell, sulla base di un protocollo d’intesa siglato nel 2011. a cura di: M.P. GARGANO