cilentomiti e leggende

Leggende cilentane: O’ munacieddo

Le origini mitiche dei munacielli

Il Munaciello, figura leggendaria del folclore napoletano, è uno spiritello dispettoso che può assumere diverse sembianze.

La leggenda di Caterinella
Tra le narrazioni che tessono la tela delle origini dei munacielli, una in particolare cattura l’immaginazione: la storia di Caterinella. Si racconta che questa fanciulla, rinchiusa in un convento per volere della sua nobile famiglia, diede alla luce un bimbo dalle fattezze inconsuete. Ragion per cui, il fanciullo venne soprannominato “munacieddo” (piccolo monaco), incarnando quell’alone di mistero che avvolge questi esseri leggendari.

Gli antichi addetti ai pozzi
Un’altra ipotesi sulle origini dei munacielli li collega agli antichi gestori dei pozzi d’acqua di Napoli. Questi esseri minuti e sordi ai richiami sarebbero stati i custodi di quei cunicoli sotterranei da cui sgorgava l’acqua vitale per la città. Un gioco di parole potrebbe essere: “creature che scavano buie dimore per attingere all’oro liquido della vita”.

Default spirit of little monk with catholic habit faceless nig

Da demoni a figure benigne
Secondo alcune credenze, i munacielli avrebbero origini decisamente più oscure, essendo stati in principio demoni malefici. Eppure, l’ingegno popolare li avrebbe pian piano trasformati in compagni di giochi e dispetti, come a voler addomesticare quelle presenze arcane tramite l’ironia del folklore. Un’analogia potrebbe essere: “Come raggi di sole che squarciano le nubi, così la saggezza popolare ha dissipato le tenebre della superstizione”.

I munacielli nel Cilento

Legami con il monachesimo cilentano
Nella suggestiva regione del Cilento, i munacielli sono visti come esseri intrinsecamente legati alla diffusione del monachesimo avvenuta a partire dal VI secolo d.C. In quei tempi lontani, numerosi ordini monastici si insediarono in questa fertile terra, lasciando un’impronta indelebile nella cultura locale. I racconti sui munacielli sarebbero dunque eco di quell’epoca cruciale in cui la spiritualità monastica plasmò le tradizioni di questa splendida area.

Descrizione fisica
Gli abitanti del Cilento descrivono questi esseri come creature di bassa statura, avvolte nel saio monastico ma dal volto sempre indistinto, quasi a voler preservare il mistero della loro vera natura. Alcuni vengono dipinti come gobbi o deformi, quasi a sottolineare la loro appartenenza a una dimensione “altra”, al di là delle convenzioni umane.

Natura dispettosa e marachelle

Furti di cibo e disturbi notturni
Sebbene dai tratti benevoli, i munacielli sono noti per i loro dispetti e le loro marachelle domestiche. Amanti del cibo, non esitavano a rubare dalle credenze delle famiglie cilentane, lasciando sporcizia e disordine sul loro cammino. La notte poi diveniva il loro palcoscenico preferito per tormentare i malcapitati abitanti con rumori e frastorni di ogni sorta.

Famiglie costrette a traslocare
L’insistenza dei munacielli nelle loro scorribande notturne poteva talvolta divenire così opprimente da costringere intere famiglie a lasciare le proprie dimore per sfuggire alla loro presenza malefica. Una curiosa analogia: “Come formiche instancabili,facevano sloggiare anche i più tenaci casalinghi dai loro nidi”.

Varianti della leggenda

Nomi locali
Ogni comunità del Cilento possiede la propria versione della leggenda dei munacielli, spesso con nomi evocativi a denotarne l’origine locale. Così, accanto al già citato “munacieddo”, troviamo appellativi come “spiritielli”, “monacielli” e altri ancora, ciascuno intessuto nelle peculiari tradizioni di un paese o di una vallata.

Diffusione nelle comunità cilentane
La credenza nei munacielli è talmente radicata nel tessuto culturale cilentano che pressoché ogni comunità ha abbracciato e plasmato la leggenda a proprio modo. Ognuno di questi borghi custodisce gelosamente i suoi racconti su queste creature elusive, tessendovi dettagli e sfumature uniche. Un ricco caleidoscopio di narrazioni che si fonde nell’affresco leggendario di questa splendida terra.

L’esperienza di Francesco II ai Reali Appartamenti di Padula è una preziosa testimonianza dell’antichità di questa tradizione popolare. Che un sovrano del XIX secolo sia rimasto invischiato negli scherzi di esseri legati al folklore più arcaico, ci ricorda come le radici mitologiche dei munacielli affondino in un passato remoto, resistendo persino al trascorrere dei secoli.

redazione

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