La frase “pianta a tre lasciala dov’è”, non e’ solo un detto o una forma di saggezza popolare, si applica sicuramente ad una pianta molto comune anche dalle nostre parti: l’edera velenosa.
L’edera velenosa, nota scientificamente come Toxicodendron radicans, è una pianta notoriamente conosciuta per causare irritazione cutanea a contatto con la pelle. Questa reazione è dovuta all’urushiol, un olio presente in tutte le parti della pianta, incluso nelle foglie, nei fusti e persino nelle radici. L’urushiol può provocare una reazione allergica che porta a prurito, eruzioni cutanee, e in alcuni casi, a vesciche.
La pianta può crescere come un arbusto basso, come una vite che striscia lungo il suolo o che si arrampica su alberi e altre strutture verticali.
In Italia era considerata una specie aliena occasionale, rientrava cioè tra le specie non autoctone per cui le osservazioni scientifiche sono limitate a singoli esemplari, spesso in aree circoscritte. Fino ad oggi la sua presenza era stata registrata soltanto due volte, nel 1893 e nel 1930, in Trentino Alto Adige.
È importante imparare a riconoscere l’edera velenosa per evitare contatti accidentali. La regola popolare “Lasciala stare se ha tre foglie” si riferisce alla caratteristica più distintiva dell’edera velenosa: le sue foglie crescono in gruppi di tre. Tuttavia, l’aspetto dell’edera velenosa può variare significativamente a seconda della stagione, dell’ambiente e della fase di crescita, quindi è utile familiarizzare con le sue diverse manifestazioni.
In caso di contatto con l’edera velenosa, è importante lavare l’area esposta con acqua e sapone il più presto possibile per cercare di rimuovere l’urushiol dalla pelle e ridurre il rischio di una reazione. Se si sviluppa una reazione grave, è consigliabile consultare un medico.