L’area archeologica di Roccagloriosa, in Cilento, si trova incastonata in un angolo spettacolare, fra la valle del fiume Bussento, in direzione da un lato del Massiccio del Cervati, la massima vetta della Campania, dall’altro verso il Monte Bulgheria.
In passato questa rocca rappresentava una posizione strategica e questo è il motivo principale per cui qua si formò uno o più antichi e conosciuti insediamenti italici, adesso patrimonio Unesco dell’umanità.
I percorsi attrezzati, in bilico tra il naturalistico e turistico, hanno un punto di accesso principale, raggiungibile con l’auto e ben segnalato. Seguendo la cartellonistica aggiornata si passa dalla via panoramica alla zona dedicata all’area archeologica sul Golfo di Policastro.
Per i visitatori ci sono molte piazzole per il parcheggio tra le quali si può scegliere. Alcune si trovano particolarmente vicine all’accesso della zona archeologica, altre invece, consentono di affrontare il percorso con un approccio più turistico.
Tutta l’area è contornata da cespugli e macchia mediterranea, con tante zone d’ombra e consente l’accesso durante la bella stagione ad un costo molto accessibile, puramente simbolico.
Tra scavi e settori restaurati l’area archeologica di Rocca Gloriosa ospita molti reperti archeologici dell’area lucana che risalgono al periodo che va tra il IV e il III secolo A.C. e che sono stati ricostruiti a partire dai numerosi scavi effettuati all’interno del territorio comunale, in quella che comunemente viene ritenuta essere l’area abitativa del complesso centrale della Rocca.
Sono presenti numerosi reperti frutto del lavoro di ricerca effettuato dagli archeologi all’interno dei sepolcri nella necropoli monumentale.
La storia della frequentazione di questa zona da parte degli antichi Italici risale circa al II millennio A.C. ma per motivi ignoti e in fase di ricostruzione è soltanto durante il V secolo che fa la sua comparsa sulla cresta dei Capitanali un primo insediamento stabile.
È nel corso del periodo di dominazione lucano che si estende tra il IV e il III secolo A.C. che la zona si sviluppa pienamente, con la comparsa quasi contemporanea dell’abitato e di una imponente cinta di mura, realizzata in blocchi di calcare estratti da una vicina cava. La struttura, che si estende per la lunghezza di 1,2 km separava anche la città dei vivi dalla necropoli.
Nel complesso museale sono presenti molti reperti che provengono da differenti campagne di scavo che si sono svolte sia nella zona dell’abitato sia in quella delle tombe e da cui sono emersi dettagli di presenze stabili di abitanti durante l’epoca tardo imperiale romana e nel Medioevo.
Fra le leggende che aleggiano su Roccagloriosa c’è quella sulla principessa Fistelia, i cui gioielli si trovano nell’antiquarium inferiore, dove sono conservati in robuste teche. Sono presenti molti manufatti di fattura squisita, frutto di scambi e artigianato.
Visitando invece la zona superiore il tema dominante è quello delle opere dei maestri vasai ritrovate ovunque in tutto il territorio di Rocca Gloriosa.
I due musei rappresentano soltanto la parte indoor dell’esperienza del parco archeologico e durante la bella stagione è possibile accedere a tutta la zona degli scavi già stabilizzata con o senza guida per una giornata immersi in storia e natura.