L’Aquila è stata scelta come Capitale Italiana della Cultura per il 2026, riconoscimento che segna un importante passo nel percorso di rinascita e riscatto per il capoluogo abruzzese e le aree interne dell’Appennino centrale, segnate dai terremoti del 2009 e del 2016. Questa decisione rappresenta una grande opportunità per rilanciare la cultura come elemento di connessione, innovazione e sviluppo economico per queste aree. Le dirette concorrenti sono state: Agnone, Alba, Gaeta, Latina, Lucera, Maratea, Rimini, Treviso e i comuni della Valdichiana.
Le Capitali europee della cultura (in inglese European Capitals of Culture, ECOC) e la Capitale italiana della cultura sono iniziative volte allo sviluppo delle città tramite la valorizzazione del patrimonio culturale e la promozione della cultura.
fonte: https://capitalidellacultura.cultura.gov.it/
Le Capitali europee della cultura, gestite dalla Commissione europea, sono state lanciate nel 1985 dall’allora Consiglio dei ministri europei (ora dell’Unione europea). Il titolo, da allora al 2021, è stato attribuito a più di 65 città in tutta Europa. Le città italiane insignite fino ad ora sono: Firenze (1986); Bologna (2000); Genova (2004); Matera (2019); Gorizia con Nova Gorica (2025).
La Capitale italiana della cultura è stata istituita nel 2014. Il titolo viene conferito annualmente a una città dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro della cultura. Ad oggi, hanno ricevuto il riconoscimento: Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena (2015); Mantova (2016); Pistoia (2017); Palermo (2018); Parma (2020-21); Procida (2022); Bergamo-Brescia (2023); Pesaro (2024); Agrigento (2025).
Il dossier di candidatura dell’Aquila mette in luce il percorso di rinascita e rigenerazione della città e dei territori colpiti dai sismi, fondato sulla cultura come elemento capace di riconnettere, innovare, alimentare crescita e sviluppo economico. Il dossier presentato ha evidenziato la volontà di creare una sinergia strategica per la riscoperta delle aree interne del Centro Italia, valorizzandone l’identità e il valore. Questo lavoro si è basato su una collaborazione tra L’Aquila e la città di Rieti, unendo i territori colpiti dai terremoti del 2009 e del 2016, con lo scopo di promuovere un progetto culturale condiviso tra istituzioni che finalmente dialogano per il bene comune. Il logo scelto per la candidatura raffigura in forma rivisitata e stilizzata il rosone della Basilica di Collemaggio, simboleggiando il ponte tra passato e futuro attraverso la tridimensionalità, con l’intento di creare una forte contaminazione tra scienza, cultura umanistica e tecnologia.