L’ascesa e la caduta di un fiero popolo italico – Tra il V e il III secolo a.C. fiorì nell’Italia meridionale la civiltà dei Lucani, popolazione di ceppo osco-sabellico stanziatasi lungo il corso del fiume Basento. Questo popolo di origine italica, imparentato con Sanniti, Sabini e altre popolazioni dell’Italia centro-meridionale, emerse dalle valli dell’Appennino per espandersi gradualmente in una vasta area della Magna Grecia.
Con tenacia e bellicosità i Lucani estesero la propria egemonia su un territorio compreso tra il fiume Sele in Campania e il fiume Laos in Calabria, dominando così l’area dell’attuale Cilento e dell’Enotria settentrionale. Un’estensione notevole per quei tempi, conquistata con aspre battaglie contro Enotri, Choni, Greci e Sanniti, e difesa strenuamente dagli attacchi di nemici interni ed esterni.
I Lucani edificarono numerosi centri urbani fortificati, alcuni dei quali crebbero d’importanza come snodi commerciali e politici con le colonie greche costiere. Le loro terre montuose ma fertili, solcate da fiumi e ricche di pascoli, permisero lo sviluppo di un’economia agricolo-pastorale che accumulò grandi ricchezze.
Un popolo dalle alleanze mutevoli
Nel corso dei secoli i Lucani strinsero e ruppero patti di alleanza con i popoli vicini secondo le convenienze del momento. La loro politica estera fu caratterizzata da continui voltafaccia dettati dall’instabilità del periodo e dalla necessità di sopravvivere nel fragore delle battaglie che insanguinarono la Magna Grecia.
Combatterono aspramente contro i Greci per il possesso delle ricche colonie della costa ionica, infliggendo loro cocenti sconfitte, ma in altre occasioni si allearono con loro contro il nemico comune dei Sanniti. Divennero acerrimi avversari di Roma, tenacemente determinati a preservare la propria indipendenza, ma in alcuni frangenti ne furono preziosi alleati fornendo rinforzi contro Pirro o Annibale.
Questa ambivalenza negli accordi rifletteva la disperata determinazione di un popolo orgoglioso costretto a barcamenarsi tra tremendi avversari pur di evitare la sottomissione. Personaggi come Pirro o Annibale approfittarono dell’incostanza lucana per saccheggiarne le terre nonostante fossero alleati. Ma i Lucani non si arresero mai, finché lo scontro con Roma non li annientò definitivamente come popolo autonomo.
La fine di un popolo fieramente identitario
L’identità lucana, così legata alla propria alterità nei confronti di Roma, si spense definitivamente nell’82 a.C. quando, nella battaglia di Porta Collina, i Lucani alleati di Mario furono sconfitti da Silla. Con la vittoria sillana, che segnò la conclusione di quella sanguinosa guerra civile combattuta per il controllo di Roma tra Mario e Silla, l’indipendenza della Lucania giunse al capolinea.
I Lucani avevano scelto di schierarsi con Mario e i suoi alleati italici nel conflitto, nel tentativo estremo di preservare la propria autonomia e resistere al dominio di Roma. Ma la sconfitta fu netta e irreversibile. Silla punì duramente i Lucani per la loro ribellione: le terre furono confiscate e concesse ai veterani romani, le città persero ogni autonomia, le ricchezze lucane confluirono nel tesoro di Roma.
Iniziò così un inesorabile processo di assimilazione culturale e politica. La regione fu riorganizzata secondo l’assetto amministrativo romano, con la creazione della provincia romana della Lucania et Bruttium. I Lucani tentarono disperatamente di preservare la propria identità, aggrappandosi con orgoglio alle tradizioni e all’eredità del passato. Ma il dominio di Roma si rivelò soffocante e ne cancellò gradualmente lingua, cultura e istituzioni.
I fieri Lucani, che per secoli avevano lottato per difendere la propria indipendenza, dovettero infine arrendersi al volere dell’Urbe, morendo come popolo assorbiti dalla marea della romanizzazione. Solo i toponimi dell’antica Lucania sarebbero rimasti a testimoniare quel mondo ormai scomparso.
La riscoperta delle radici lucane nel Cilento
Oggi, se i confini geografici originali della Lucania appartengono alla storia, si risveglia la coscienza di un retaggio culturale comune tra le genti che abitavano quel territorio. In particolare nel Cilento, dove i toponimi come Vallo della Lucania testimoniano un legame antico, cresce la volontà di staccarsi dalla Campania per tornare a far parte integrante della Basilicata.
Ciò sulla base non solo di criteri geografici, ma soprattutto della riscoperta di radici storiche e culturali condivise. Questo territorio, infatti, pur essendo situato in provincia di Salerno, era parte integrante del territorio della Lucania antica, come testimoniano i ritrovamenti archeologici di insediamenti lucani in tutta l’area.
Senza contare che, dal punto di vista culturale, esso condivide con la Basilicata tradizioni, usanze, cultura materiale e un dialetto di origine lucana ancora diffuso nelle aree interne. Un legame indissolubile che affonda le sue radici nella storia di questa regione, prima che i confini amministrativi attenuassero questa appartenenza.