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L’aceto di fico bianco del Cilento

Tra gli straordinari prodotti del Cilento c’è il celebre aceto di fico bianco. È il risultato di una tradizione portata avanti nel tempo che permette oggi di ottenere un condimento adatto per diverse tipologie di ingredienti e piatti come gli arrosti e le bontà a base di pesce fresco. Vediamo che cos’è l’aceto di fico bianco e quali sono le sue principali caratteristiche. Il Cilento è un territorio meraviglioso che sa emozionare i propri visitatori con bellissime spiagge bagnate da un mare cristallino e un parco nazionale nel quale si custodiscono tesori di flora e fauna. Questo è anche un territorio nel quale vengono portate avanti delle antiche tradizioni per quanto riguarda la produzione di bontà dalle caratteristiche uniche. Tra i prodotti più rappresentativi c’è l’aceto di fico bianco. Nonostante si parli di aceto, in realtà è un condimento molto differente. La sua particolarità la si evince anche dal punto di vista cromatico in quanto l’aceto è caratterizzato da un colore bruno, molto intenso e brillante. Altrettanto incredibile è l’odore che emana e che ricorda la frutta secca. L’odore è persistente e questo è importante per arricchire i piatti nei quali l’aceto di fico bianco del Cilento viene utilizzato come condimento. Il sapore, invece ha, delle note acri mentre altre sono davvero dolci e quasi mielose. Un perfetto abbinamento difficile da ritrovare in qualsiasi altro condimento presente in Italia e in altre zone del mondo. L’aceto di fico bianco del Cilento può essere acquistato nei tanti negozi presenti sul territorio cilentano in apposite ampolle sigillate oppure nella confezione con bottiglie di vetro.

Produzione e stagionatura dell’aceto di fico bianco

Per ottenere questo caratteristico colore e soprattutto sapore agrodolce, è necessario portare avanti una produzione particolare che prevede anche la stagionatura. Innanzitutto, si utilizza una base di aceto ottenuta con l’utilizzo di un vino locale. Il processo di acetificazione avviene basato su vini a bacca bianca oppure a bacca rossa perché non c’è differenza. Successivamente si va ad introdurre dei fichi bianchi precedentemente essiccati e tritati. Si tratta di una vera e propria infusione che prevede una procedura che dovrà portare in sole 48 ore a raggiungere i 63 gradi. Ottenuto questo riscontro si procede con una fase di filtraggio e successivamente di invecchiamento del prodotto per fare in modo che si possa avere quel sapore unico nel proprio genere. L’invecchiamento avviene all’interno di botti in legno pregiato che possono essere di quercia oppure di castagno a seconda della disponibilità e della filosofia dell’azienda che si occupa della produzione. Queste botti vengono posizionate in locali sempre in legno permeabili al vento. In questo modo si riesce a sottoporre la botte ad una sorta di esposizione al vento per accelerare la progressiva evaporazione dell’aceto e in particolare della parte più alcolica. Il tutto si completa con dei regolari travasi che vengono effettuati in recipienti via via più piccoli e che mai devono essere riempiti fino all’orlo. Si arriverà quindi ad ottenere un quantitativo minimo di aceto già pronto per poter essere imbottigliato e proposto sul mercato.

I possibili utilizzi di aceto di fico bianco

L’aceto di fico bianco è un ottimo condimento che può essere utilizzato su tante tipologie di piatti. Naturalmente è ideale per condire delle insalate ma anche e soprattutto per esaltare la bontà e il gusto di carne cotta alla brace e di piatti a base di pesce fresco. C’è poi un’interessante tradizione che riguarda proprio le botti in cui si prepara questo aceto. Sono botti tramandate di generazione in generazione e di tanto in tanto ristrutturate. Questo significa che sono molto antiche. Soltanto questi particolari botti consentono di ottenere il vero aceto di fico bianco. Per chi ne vuole sapere di più e apprezzare la qualità del prodotto, è arrivato il momento di pianificare un viaggio in Cilento.

redazione

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