Ricostruire in un post una festa cosi’ importante e’ difficile. Fare le differenze della stessa festa per varie religioni e’ quasi impossibile. Ricostruire una storia millenaria fatta da popoli, religioni ed elementi geografici che possano, in qualche modo, identificarli (roba che viene studiata da archeologi, teologi, letetrati, scienziati di tutto il mondo da centinaia di anni) e’ ardimentoso. Partiamo da un fatto: Gesu’ era ebreo ed ha vissuto in quello che potremmo definire la Palestina… (non mi avventuro in questa cosa perche’ e’ veramente complicato).
La Pasqua è una festività che celebra temi di speranza, rinascita e rinnovamento. Sebbene le sue radici e le sue pratiche possano variare tra le diverse tradizioni religiose e culturali, il cuore della celebrazione rimane focalizzato sulla vittoria sulla morte e sulla promessa di vita nuova.
La Pasqua cristiana
La Pasqua, con le sue radici che affondano nella storia, nelle tradizioni religiose e nelle celebrazioni culturali, rappresenta una delle festività più antiche e significative per diverse fedi. Il termine “Pasqua” deriva probabilmente dall’anglosassone “Ēostre” o “Ostara”, che era una festa pagana che celebrava la primavera. Tuttavia, per il cristianesimo, la Pasqua ha assunto un significato profondamente religioso, centrato sulla resurrezione di Gesù Cristo. Questo punto viene contestato dai Testimoni di Geova che proclamano che Gesù comandò di commemorare la sua morte, non la sua resurrezione. Essi osservano questa Commemorazione ogni anno nell’anniversario della sua morte secondo il calendario lunare biblico.
Pillole di storia
Il cristianesimo ha iniziato a svilupparsi in Palestina nel I secolo d.C., subito dopo la vita, la morte e, secondo la fede cristiana, la resurrezione di Gesù Cristo. La predicazione di Gesù, i suoi insegnamenti, e le azioni compiute durante la sua vita terrena formarono la base della nuova fede. Dopo la crocifissione di Gesù (generalmente datata intorno al 30-33 d.C.), i suoi discepoli iniziarono a diffondere i suoi insegnamenti, prima tra le comunità ebraiche e poi tra quelle non ebraiche, giocando un ruolo cruciale nell’espansione del cristianesimo oltre i confini della Giudea.
Fasi dello sviluppo:
Fase Apostolica (circa 30-100 d.C.): Questo periodo è caratterizzato dall’attività missionaria degli apostoli e dei primi seguaci di Gesù. Figure chiave come Pietro e Paolo furono fondamentali nella diffusione del cristianesimo e nell’organizzazione delle prime comunità cristiane, non solo in Palestina ma anche in altre parti dell’Impero Romano, come l’Asia Minore, la Grecia e Roma.
Scritti del Nuovo Testamento: La maggior parte dei testi che compongono il Nuovo Testamento furono scritti nella seconda metà del I secolo. Questi scritti, che includono i quattro Vangeli, le lettere apostoliche (epistole) e altri testi, giocarono un ruolo fondamentale nel definire la dottrina cristiana e nel consolidare la comunità di credenti.
Sviluppo organizzativo: Man mano che il cristianesimo si espandeva, iniziò a sviluppare una propria struttura organizzativa, distinguendosi progressivamente dal giudaismo. Ciò includeva la formazione di una gerarchia ecclesiastica e l’istituzione di pratiche e rituali specifici, come il battesimo e l’Eucaristia.
Confronto e integrazione: Il cristianesimo nei suoi primi anni dovette confrontarsi non solo con il giudaismo, ma anche con una varietà di credenze pagane e filosofie presenti nell’Impero Romano. Attraverso questi confronti, il cristianesimo si arricchì e si adattò, integrando alcuni elementi delle culture circostanti pur mantenendo le sue dottrine fondamentali.
Legalizzazione e adozione come religione dell’Impero: Con l’Editto di Milano nel 313 d.C., promulgato dall’imperatore Costantino, il cristianesimo ottenne la legalizzazione all’interno dell’Impero Romano, segnando l’inizio di una nuova era di espansione e istituzionalizzazione. Nel 380 d.C., con l’Editto di Tessalonica (anche noto come Cunctos populos), divenne la religione ufficiale dell’Impero Romano.
Il termine “Pasqua” deriva probabilmente dall’anglosassone “Ēostre” o “Ostara”, che era una festa pagana che celebrava la primavera. Tuttavia, secondo Treccani Il nome della Pasqua è in ebraico pesah, diventato nell’aramaico-giudaico pisḥā (siriaco peṣḥā), che poi fu traslitterato in greco in πασχα, ϕάσχα, e ϕασέκ; ne la Vulgata latina è pascha (neutro) e phase.
Il calcolo della data della Pasqua cristiana è stato oggetto di dibattito sin dai primi secoli del cristianesimo. Il Concilio di Nicea, nel 325 d.C., stabilì che la Pasqua dovesse essere celebrata la prima domenica dopo la prima luna piena che segue l’equinozio di primavera, creando così una connessione con il calendario lunare simile a quella della Pasqua ebraica.
La Pasqua ortodossa
La Pasqua ortodossa, nota anche come Pasqua cristiana ortodossa o Pascha in alcune tradizioni, è la festa più importante e sacra per la Chiesa Ortodossa. Simile alla Pasqua celebrata dalla Chiesa cattolica e dalle comunità protestanti, anche la Pasqua ortodossa commemora la resurrezione di Gesù Cristo. Tuttavia, ci sono alcune differenze chiave nella datazione e nelle tradizioni associate alla celebrazione. Una delle principali differenze tra la Pasqua ortodossa e quella occidentale riguarda il calcolo della data. Mentre entrambe seguono il ciclo lunare per determinare il giorno della Pasqua, la Chiesa Ortodossa utilizza il calendario giuliano (piuttosto che il calendario gregoriano adottato dall’Occidente nel 1582) per i suoi calcoli. Questo porta spesso la Pasqua ortodossa a cadere in date diverse rispetto alla Pasqua occidentale, a volte anche con un mese di distanza. Nel 2024, la Pasqua ortodossa si celebrerà il 5 maggio.
La Pasqua ebraica (Pesach)
La Pèsach o Pesah detta anche Pasqua ebraica, commemora l’esodo degli Israeliti dall’Egitto, come raccontato nel libro dell’Esodo nella Bibbia ebraica, verso la terra promessa. La Pasqua ebraica, chiamata anche pasa’, in aramaico, celebra dunque la liberazione degli Ebrei dall’Egitto grazie a Mosè e riunisce due riti: l’immolazione dell’agnello e il pane azzimo. La parola ebraica pesach significa “passare oltre”, “tralasciare”, e deriva dal racconto della decima piaga, nella quale il Signore vide il sangue dell’agnello sulle porte delle case di Israele e “passò oltre”, colpendo solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio del faraone (Esodo, 12,21-34).
L’ebraismo si fonda sul racconto delle origini del popolo ebraico contenuto nel Tanakh, il testo sacro che comincia con la creazione del mondo e il progressivo allontanamento dell’umanità da un rapporto di amicizia filiale con il proprio Creatore. Dio, allora, decide di far sorgere ed educare un popolo con cui stabilire un rapporto privilegiato, che comunque, secondo i libri profetici, dovrà essere nuovamente esteso a tutte le nazioni ma, su questo punto, non c’è accordo fra gli studiosi sulle origini del Tanakh.
Gesu’ era ebreo, quando e’ nata la religione ebraica?
Datazione Storica
Dal punto di vista storico e archeologico, la formazione dell’identità ebraica come distinta e monoteistica si colloca tra il secondo e il primo millennio a.C.:
- Periodo dei Patriarchi: Le storie dei patriarchi narrate nella Bibbia si collocano circa nel 2000-1700 a.C., sebbene la storicità di questi racconti sia oggetto di dibattito tra gli studiosi.
- Esodo e Conquista di Canaan: L’Esodo, la fuga degli Israeliti dall’Egitto e la loro conquista della Terra Promessa, è datato tradizionalmente intorno al 1300-1200 a.C. Questo periodo segna un momento fondamentale nella formazione dell’identità ebraica, con la ricezione della Torah e dei Dieci Comandamenti al Monte Sinai.
- Monarchia Unita e Divisa: Il regno di Israele, sotto Saul, Davide e Salomone, si estende dal 1020 al 922 a.C., dopo il quale il regno si divide in Israele (nord) e Giuda (sud).
- Periodo del Primo Tempio: La costruzione del Primo Tempio a Gerusalemme da parte di Salomone, nel 10° secolo a.C., segna un altro importante sviluppo religioso.
- Esilio Babilonese e Ritorno: La distruzione del Primo Tempio nel 586 a.C. da parte dei Babilonesi e l’esilio del popolo ebraico in Babilonia, seguiti dal ritorno e dalla costruzione del Secondo Tempio nel 516 a.C., sono eventi cruciali che hanno ulteriormente modellato le pratiche e le credenze ebraiche.
Wikipedia: Con Regno di Israele (in ebraico מַמְלֶכֶת יִשְׂרָאֵל, Mamlekhet Yisra’el) o Regno di Samaria, chiamato spesso anche Regno del Nord in contrapposizione con il Regno di Giuda, che è a Sud, si intende il regno formatosi, secondo quanto affermato nell’Antico Testamento, alla morte di Salomone attorno al 933 a.C., quando le tribù ebraiche del nord si separarono da quelle del sud, che a loro volta diedero vita al Regno di Giuda. Ancorché recentemente siano state espresse opinioni che sostengono come non esistano prove archeologiche che dimostrino l’esistenza del Regno di Israele[1], vi sono resti ed epigrafi coeve non israelitiche che ne testimoniano l esistenza spostando la domanda dall’esistenza o meno alla grandezza, estensione, forza complessiva. Il nome può anche essere utilizzato per indicare il precedente regno formatosi, sempre secondo l’Antico Testamento, attorno al 1030 a.C., nell’attuale stato d’Israele. Ebbe come re Saul, Is-Bàal, Davide e Salomone. Più propriamente questo regno viene indicato col nome di “Regno di Giuda e Israele“.
Originariamente, gli Ebrei erano pastori nomadi organizzati in tribù, ossia comunità ristrette di famiglie legate da vincoli di parentela, guidate ciascuna da un patriarca. La narrazione biblica colloca l’inizio della loro storia con uno di questi patriarchi, Abramo, proveniente dalla città di Ur in Mesopotamia. Abramo si spostò verso la costa mediterranea della Siria e, intorno al 1800 a.C., si insediò nella terra di Canaan, che Dio aveva promesso a lui e ai suoi discendenti (terra che, nel II secolo d.C., venne ribattezzata “Palestina” dai romani). Successivamente, dopo il periodo dei patriarchi come Abramo, Isacco e Giacobbe, gli Ebrei si trasferirono in Egitto, dove inizialmente vissero in pace. Tuttavia, con il cambiamento della situazione politica sotto i faraoni Ramsete II e Merenptah, e a seguito di persecuzioni, decisero di lasciare l’Egitto. Sotto la guida di Mosè, intrapresero il viaggio di ritorno alla “Terra Promessa”, attraversando il deserto del Sinai. In questo contesto, Mosè fornì al suo popolo una legge scritta, istituì una casta sacerdotale, i leviti, e un centro di culto, l’Arca dell’Alleanza, segnando l’inizio ufficiale del culto monoteistico come descritto nelle Scritture.
Le piaghe d’Egitto sono le punizioni che Dio inflisse agli Egizi come raccontato nella Bibbia per non aver liberato gli ebrei dalla schiavitù e affinché Mosè potesse condurli fuori dal Paese. Alcuni di questi avvenimenti sono presenti anche nel Corano, Sura 7, versetti (107, 131-136). Il decalogo delle piaghe (definitivo) e’ il seguente:
- Tramutazione dell’acqua in sangue
- Invasione di rane dai corsi d’acqua
- Invasione di zanzare
- Invasione di mosche tropicali
- Morte del bestiame
- Ulcere su animali e umani
- Pioggia di fuoco e ghiaccio (grandine)
- Invasione di cavallette o locuste
- Tenebre per tre giorni sull’Egitto
- Morte dei primogeniti maschi
In questo passo in cui Dio si rivolge a Mosè:
«Ma io indurirò il cuore del faraone e moltiplicherò i miei segni e i miei prodigi nel paese d’Egitto. Il faraone non vi ascolterà e io porrò la mano contro l’Egitto con grandi castighi e farò così uscire dal paese d’Egitto le mie schiere, il mio popolo Israel. Allora gli Egiziani sapranno che io sono il Signore quando stenderò la mano contro l’Egitto e farò uscire di mezzo a loro gli Israeliti!»
La Pasqua islamica (Festa del sacrificio)
La nozione di “Pasqua islamica” può creare confusione, poiché l’Islam non celebra la Pasqua nel senso in cui è conosciuta nel cristianesimo o nell’ebraismo. Tuttavia, c’è una festività islamica che talvoli viene paragonata alla Pasqua per il suo significato di sacrificio e rinnovamento, che è l’Eid al-Adha, conosciuta anche come la Festa del Sacrificio.
Eid al-Adha: La Festa del Sacrificio
L’Eid al-Adha è una delle due principali festività islamiche, l’altra essendo l’Eid al-Fitr, che segna la fine del mese sacro del Ramadan. Eid al-Adha cade il 10° giorno del mese islamico di Dhu al-Hijjah, l’ultimo mese del calendario lunare islamico, e celebra la prova di fede affrontata da Ibrahim (Abramo per le fedi ebraica e cristiana) quando fu comandato da Allah (Dio) di sacrificare suo figlio. Nell’ultimo momento, Allah fornì un montone da sacrificare al posto del figlio, in segno della Sua misericordia.
Tradizioni e Pratiche
Il Sacrificio: La pratica centrale dell’Eid al-Adha è il sacrificio di un animale (di solito una capra, una pecora, un cammello o una mucca) come atto di obbedienza a Dio e in ricordo del sacrificio di Ibrahim. Una parte della carne viene distribuita ai bisognosi, una parte ai parenti e amici, e una parte viene tenuta dalla famiglia che compie il sacrificio.
Preghiera dell’Eid: La giornata inizia con una preghiera speciale dell’Eid, che si svolge in grandi assemblee in moschee o in aree aperte.
Attività Caritatevoli: L’Eid al-Adha è anche un momento per intensificare le azioni di beneficenza e assistenza verso i meno fortunati.
Comunità e Famiglia: È un momento per riunirsi con la famiglia e la comunità, scambiarsi auguri e condividere pasti.
L’Eid al-Adha è un momento di riflessione sul significato del sacrificio nella fede islamica, la disposizione a rinunciare a ciò che è caro in obbedienza a Dio. È anche un periodo di festa e di gratitudine per le benedizioni ricevute, oltre che di solidarietà e cura per gli altri, in particolare per coloro che sono in necessità. In sintesi, mentre l’Eid al-Adha è profondamente radicato nella fede e nella pratica islamica, condivide con la Pasqua cristiana e la Pesach ebraica temi di sacrificio, rinnovamento e liberazione, ma viene celebrato in un contesto e con tradizioni completamente diverse.
Le religioni non invocano mai la guerra ma indicano come unica strada per la salvezza la pace
Nel cuore dei loro insegnamenti, molte religioni mondiali promuovono effettivamente principi di pace, amore, compassione e giustizia. Questi valori sono intesi a guidare i fedeli nella costruzione di comunità più giuste e pacifiche. Ecco alcuni esempi:
Cristianesimo: Il Nuovo Testamento promuove il messaggio di amore e perdono. Gesù Cristo stesso è citato in molti passaggi che invitano alla pace e all’amore verso il prossimo (ad esempio, Matteo 5:9 “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”).
Islam: L’Islam insegna che la pace è un valore fondamentale. Il Corano incoraggia la misericordia e la pace, affermando l’importanza della pacificazione e del perdono (ad esempio, Corano 8:61 “E se inclinano alla pace, inclina ad essa anche tu e confida in Allah”).
Ebraismo: La pace è un concetto centrale anche nell’Ebraismo, dove il saluto tradizionale “Shalom” significa pace. La Torah e altri testi ebraici sottolineano l’importanza della giustizia e della pace.
Buddismo: Il Buddismo pone grande enfasi sulla non violenza (Ahimsa) come percorso verso l’illuminazione. Il Dhammapada, uno dei testi fondamentali, insegna a rispondere all’odio con l’amore e alla violenza con la pace.
Induismo: Anche l’Induismo enfatizza la non violenza come principio etico fondamentale (Ahimsa), promuovendo la pace e l’armonia universale.
Tuttavia, la storia umana mostra che le religioni sono state interpretate o utilizzate in modi che hanno giustificato o incitato conflitti. Questo può essere dovuto a molteplici fattori, tra cui interessi politici, interpretazioni estremiste dei testi sacri, dispute territoriali o etniche e tensioni sociali. Spesso, questi conflitti nascono da una complessa interazione di fattori socio-politici ed economici, con la religione che diventa uno strumento o un pretesto piuttosto che la causa radicale.
In conclusione, mentre gli insegnamenti centrali di molte religioni promuovono la pace e la prosperità, la realtà storica e contemporanea dimostra che l’interpretazione e l’applicazione di questi insegnamenti possono variare enormemente, a volte portando a risultati in contrasto con i principi fondamentali della fede stessa.
Conclusione:
Come dicevo all’inizio dei questo post (che sicuramente includera’ qualche errore, omissione e qualche copia incolla errato) non e’ possibile raccontare questa festa in un semplice post ed, in verita’, ho osato (non ho peso, misure e qualita’…). Ho cercato di ricostruire tra centinaia di pagine e documenti quella che e’ la Festa della Pasqua soprattutto in questo momento terribile che, direttamente o indirettamente, stiamo vivendo noi tutti. La festa purtroppo e’ rovinata da quelli che io definisco i “cattivi maestri”. Le feste dovrebbero essere un momento gioioso ma cio’ ora non e’. Spero vivamente che tutti, di tutte le religioni, prima di un pasto, se lo hanno, possano pregare per tutte le vittime di tutti quelli che hanno “ragione”.
Renato