Luogo tra i più apprezzati e rappresentativi del sud Italia, il Cilento è un territorio la cui superficie ospita alcune delle più interessanti attrazioni turistiche della Campania. Tra queste è davvero impossibile non citare La Grotta di San Michele Arcangelo che, ogni anno, attira migliaia di visitatori nella provincia di Salerno. Situata a pochi km di distanza dalla piccola località di Sant’Angelo a Fasanella, la grotta di san Michele a Sant’Angelo è oggi considerata fra i luoghi simbolo del cristianesimo in Campania e moltissimi degli studi effettuati hanno evidenziato come quest’ultima la trasformazione della grotta da semplice rifugio a luogo di culto tragga le sue origini nel periodo preistorico. Diversi studiosi hanno, infatti, sottolineato come già nel Neolitico, la grotta era utilizzata dalle popolazioni locali come sito religioso dedicato al culto delle acque.
Solamente diversi millenni più tardi, questo sito venne trasformato in un Santuario cristiano consacrato a San Michele, arcangelo che, secondo tradizione, scelse proprio la grotta per la prima apparizione.
Non a caso, ancora oggi la devozione verso San Michele arcangelo rappresenta uno dei culti più diffusi nel territorio campano e in tutto il sud Italia. Il culto micaelico, infatti, deve la sua popolarità alla diffusione, presso tutto il meridione italico, delle popolazione nordiche, le quali scelsero questo santo come proprio patrono.
Sin dall’antichità, San Michele veniva spesso associato a concetti come guerra e alla battaglia, in quanto descrive l’arcangelo come il comandante che condusse le milizie di Dio nella lotta contro Satana.
Quanto appena descritto non è, però, l’unica storia relativa alla diffusione del culto micaelico su tutto il territorio cilentano. Alla grotta di Sant’Angelo a Fasanella è, infatti, legata un’antica leggenda, il cui protagonista è Manfredo principe di Fasanella, il quale, cercando il suo falco, giunse nelle vicinanze di una grotta dalla quale sentì udire un’ammaliante sinfonia. Entrato all’interno della grotta, Manfredo principe di Fasanella scoprì in questa l’impronta delle ali dell’Arcangelo Michele, ancora oggi visibile sulla parete retrostante l’altare.
Oltre alla sagoma delle ali dell’arcangelo, la Grotta di San Michele dispone di ulteriori elementi di interesse. L’accesso al sito è, infatti, impreziosito da un raffinato portale quattrocentesco, da molti storici dell’arte attribuito Francesco Sicignano. La struttura di quest’ultimo, caratterizzata da una stile di matrice neoromanica, è finemente adornata da eleganti capitelli e figure scolpite raffiguranti un leone e una leonessa.
L’interno della grotta è, invece, dominato da un piccolo pozzo, la cui struttura esterna è impreziosita dallo stemma della famiglia Caracciolo e da diverse ceramiche partenopee risalenti al XVII.
L’insieme di tali opere d’arte, insieme a stalagmiti, cumuli di antiche tombe, un’edicola a tettuccio accostata alla roccia, un organo seicentesco e una statua della Vergine Maria che gli storici attribuiscono al trecento, ha contribuito a rendere la Grotta di San Michele a Sant’Angelo a Fasanella una vera e propria opera d’arte, un luogo capace di generare, in chi lo visita, un senso di stupore difficilmente eguagliabile.
Un vecchio video (con musiche non originali…) torneremo!
