La finocchiella di Lucania, nota scientificamente con il nome di Portenschlagiella ramosissima, è una pianta appartenente alla famiglia delle Apiaceae. In Italia, la pianta è endemica solo in alcune zone della Campania, come, per esempio, sui Monti Lattari e sulle pareti calcaree delle Gole del Sammaro e delle Gole del Calore, all’interno del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano; all’estero, invece, la si trova solo in alcune aree montuose dell’Albania, della Croazia, della Bosnia-Erzegovina e del Montenegro.
L’area mediterranea, quindi, costituisce un habitat ideale per la finocchiella: qui, la pianta cresce abbondante sui terreni rocciosi, orientati a nord-est, e posti a un’altitudine di circa 1200 metri s.l.m. La finocchiella, infatti, è una casmofita, ovvero una pianta che vive sulle rocce, a cui si aggrappa allungando le radici all’interno di fessure e crepacci.
La finocchiella è stata catalogata per la prima volta dal botanico austriaco Franz von Portenschlag-Ledermayer (1772-1822), un avvocato viennese che dedicò gran parte della sua vita allo studio e alla raccolta delle diverse specie di piante. Caratterizzata da un ciclo di vita annuale, o, molto più raramente, biennale o perenne, la finocchiella possiede delle foglie alterne, piccole e traforate, ed è priva di stipole, ovvero di quelle particolari appendici che si sviluppano sul fusto della pianta, all’attaccatura della foglia.
L’infiorescenza è quella tipica delle Apiaceae: in genere è composta da un singolo ombrello, costituito da tanti piccoli fiori pubescenti, che si sviluppa in 30-50 raggi al termine dello stelo principale della pianta. Alla base del fiore, è spesso presente un piccolo involucro, detto brattea.
I fiori nascono normalmente in estate, tra i mesi di luglio e agosto, e sono composti da cinque petali di colore bianco o giallo, che si dipartono in maniera simmetrica dalla base del pistillo centrale. Hanno una caratteristica forma oblunga e sono ricoperti sulla parte inferiore di una leggera peluria.
I frutti sono invece di forma cilindrica e sono costituiti da un singolo seme, rivestito da una fitta peluria e protetto da un guscio coriaceo.
La peculiarità di questa pianta, appartenente alla classe delle Dicotiledoni, è però rappresentata dall’alta concentrazione di oli essenziali all’interno dei semi e testimoniata da alcuni studi condotti all’inizio degli anni 2000.
L’olio essenziale presente in maggior percentuale è la miristicina, una sostanza con comprovate proprietà psicotrope, capace cioè di inibire l’acetilcolina, un neurotrasmettitore che svolge l’importante compito di trasferire gli impulsi nervosi alle varie parti del corpo.
Tale sostanza è stata rilevata anche in alcune altre piante e spezie commestibili, come il prezzemolo o lo noce moscata, dove però non risulta pericolosa per la salute perchè è presente in minime quantità: nella finocchiella della Lucania, invece, la concentrazione, a tutt’oggi oggetto di analisi, sfiora il 70%.
Alla luce di ciò, i medici raccomandano di non assumere e di non utilizzare in dosi massicce gli oli essenziali ricavati dai semi di questa pianta, perchè potrebbero avere sgradevoli effetti collaterali.