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La castagna: un prodotto importante per l’economia Cilentana

di Guido Santangelo – C’era un proverbio che diceva: a San Gennaro le castagne nel paniere e allora decido di recarmi nell’ entroterra Cilentano per poter scoprire se è vero. Di castagne ne trovo qualcuna, ma incontro una persona anziana e chiedo informazioni su come mai le castagne ancora non sono cadute. Allora la persona anziana con molta calma e con modi gentili mi racconta che quello era un proverbio, ma in verità con i cambiamenti climatici la caduta delle castagne è diventata più tardiva. Le castagne erano una ricchezza di questo territorio, si ricordo che a Stio si svolge ogni anno la sagra della castagna molto caratteristica.
Il signore precisa che adesso il raccolto delle castagne è diminuito per la presenza di troppi cinghiali.
Ai miei tempi dice si facevano molti sacrifici si emigrava all’ estero, in Germania in Svizzera si metteva da parte qualche soldo e poi si tornava al proprio paese.

Avevo acquistato una proprietà e con tanto lavoro producevo il vino, l’ olio e facevo l’orto, poi sono arrivati i cinghiali e mi hanno distrutto tutto.

Piantavo i fagioli, la mattina dopo andavo e trovavo tutto distrutto, la vigna e Dio sa quanto lavoro ci voleva per coltivarla, i cinghiali l’hanno distrutta tutta.
E così un giorno ho deciso di abbandonare tutto, in pratica grazie alla burocrazia ed i cinghiali ho perso tutto.
Ciò che avevo costruito con il capitale portato dall’estero è andato in fumo, i miei sacrifici e investimenti persi.
Pertanto le chiedo: i suoi sacrifici sono stati un fallimento, ai posteri l’ardua sentenza, so solo che grazie alla burocrazia ed ai cinghiali il mio terreno è diventato improduttivo.
Soprattutto sono stato privato di fare un’alimentazione sana e genuina, grazie ai prodotti della mia terra.
Il territorio è stato tolto ai legittimi proprietari e regalato ai cinghiali. Anche il sottobosco è stato distrutto, infatti nel mio terreno una volta raccoglievo gli asparagi le fragole, l’origano e dove sono più.
Quindi il danno è stato importante dal punto di vista agricolo, ma da quello che mi dice c’è stato un danno soprattutto economico e sociale con la perdita di molti servizi.
Certamente il terreno è stato abbandonato, i giovani sono andati via,le case hanno perso valore, questi paesi sono stati ridotti a veri e propri presepi.
Poi aggiunge, la cosa più grave però è quella di mettere in pericolo l’incolumità delle persone non solo delle cose.
Quindi in base alla sua grande esperienza, questo territorio potrebbe avere la possibilità di rinascere?a tutto c’è il rimedio basta volerlo.
Allora il problema dei cinghiali come lo risolviamo?
Bisogna restituire il territorio ai cittadini, evitare lo spopolamento e salvaguardare al tempo stesso i cinghiali in apposite zone recintate, si salvano così i cinghiali ed i cavoli.
Il territorio cresce e così il parco, soltanto se i protagonisti diventano i cittadini, si elimina la burocrazia ed i veti molte volte impropri e soprattutto si usa il buonsenso.
Devo dire che le persone d’esperienza sono sempre molto razionali e concrete.

redazione

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