L’Italia sta invecchiando e con essa la sua popolazione: gli italiani infatti sono sempre più vecchi ma soprattutto hanno sempre meno figli. I dati fornitici dall’Istat sono estremamente preoccupanti, la natalità è infatti in netto calo e 1,24 sono il numero medio di figli per donna, rispetto al già basso 1,44 che si registrava tra il 2008 e il 2010. Il calo delle nascite ha conseguenze importanti su tutto il sistema del Paese, tutto è stato infatti costruito sulla base di una struttura demografica in cui la maggioranza della popolazione è in età lavorativa, cominciando dal sistema pensionistico fino ad arrivare al modo per sostenere e finanziare sanità e istruzione, per cui avere una popolazione prevalentemente anziana non permette al Paese di crescere e funzionare al meglio ma anzi aggrava il debito che sarà lasciato in eredità alle generazioni future. Il problema non è neanche nella mancanza di desiderio di avere figli, problema che si potrebbe facilmente e abbastanza rapidamente risolvere con campagne di sensibilizzazione, si parla infatti di fertility gap per indicare la differenza tra il numero di bambini che le persone vorrebbero avere e il tasso effettivo di figli messi al mondo e, in Italia, questa disuguaglianza è più alta che negli altri Paesi, europei e non. Allora come siamo arrivati a questo punto e cosa porta quindi le persone ad avere sempre meno figli?
In pole position tra le cause, troviamo sicuramente la situazione lavorativa ed economica precaria di gran parte della popolazione, che scoraggia le persone ad avere figli o almeno più di un figlio, una volta scoperte tutte le spese a cui un neo genitore va incontro; sono infatti ingenti le spese necessarie per far crescere al meglio un bambino e se a questo aggiungiamo il poco, per non dire assente, sostegno, finanziario e non, offerto dallo Stato, non restiamo neanche meravigliati. A questo aggiungiamo poi la sempre più diffusa (per fortuna) tendenza delle donne a lavorare ma soprattutto ad impegnare i più alti vertici in ambito lavorativo, che, unitamente alla scarsa presenza di asili nido, dissuadono le stesse dal diventare madri o perlomeno fanno rimandare il momento. In media si diventa madri ad un’età di 31,6 anni e questo ha conseguenze sulla fecondità delle donne, che diminuisce col passare degli anni; sono sempre meno infatti le donne che diventano madri con un’età inferiore ai 24 anni, quasi il 10% in meno rispetto solo a un paio di anni fa, mentre sono pressochè costanti le madri over 45, grazie anche alla diffusione e al miglioramento delle tecniche di procreazione assistita, che tuttavia più di un figlio difficilmente avranno.
Le previsioni statistiche indicano che se l’attuale trend demografico non verrà invertito, e anche in fretta, tra non molti anni, ci ritroveremo con l’ultimo bambino nato in Italia, costretto a crescere senza coetanei, con asili chiusi e reparti ostetrici vuoti, e uno Stato incapace di autosostenersi.
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