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Infrastrutture digitali, la maglia nera dell’Italia: al 30mo posto al mondo

L’Italia si trova in una situazione critica per quanto riguarda le infrastrutture digitali, come emerge dalle recenti classifiche mondiali che vedono il nostro Paese indietro rispetto agli altri Stati.Serve un deciso cambio di passo per recuperare il terreno perduto e sfruttare appieno le opportunità offerte dalla digitalizzazione.

La posizione dell’Italia nelle classifiche mondiali al 30° posto nel Digital Competitiveness Ranking

In base all’indice Digital Competitiveness Ranking, che valuta la maturità digitale delle economie mondiali, l’Italia si piazza solo al 30° posto su 63 Paesi analizzati. Siamo dietro alla maggior parte dei partner europei e molto distanti dai best performer.

Maglia nera in Europa

Anche a livello europeo la situazione non migliora: stando al recente indice DESI, che monitora il processo di digitalizzazione degli Stati membri UE, il nostro Paese è al quartultimo posto davanti solo a Romania, Grecia e Bulgaria. Insomma, una maglia nera digitale.

Gap infrastrutturale con il resto del mondo

Gli indicatori segnalano un gap infrastrutturale dell’Italia rispetto alle altre nazioni. Scontiamo pesanti ritardi soprattutto su banda larga, copertura ultraveloce e servizi online della PA, dove occupiamo gli ultimi gradini delle graduatorie.

Le criticità evidenziate: Copertura banda larga e ultralarga

Un neo cruciale è la copertura di rete fissa a banda larga e ultra larga, che vede l’Italia indietro. Solo il 44% delle famiglie dispone di reti ultraveloci, un dato lontanissimo dalla media UE (60%). Troppe zone d’ombra digitale.

Servizi pubblici digitali

Sul fronte della PA, poi, siamo al 25° posto sia per digitalizzazione che per qualità dell’online. Siti poco intuitivi e interattivi, procedure farraginose, servizi digitali in ritardo.

Gli interventi necessari: Piano banda ultralarga

Per recuperare va attuato rapidamente il piano banda ultralarga, portando la fibra ovunque colmando il divario col resto d’Europa. Reti moderne sono essenziali in un’economia digitale.

Formazione digitale

Bisogna poi investire massicciamente nell’educazione digitale di studenti e lavoratori, perché senza competenze adeguate anche le migliori infrastrutture sono inutili. È una rivoluzione culturale e di mentalità.

Opportunità di crescita

I fondi del PNRR sono un volano incredibile per modernizzare il Paese. Gli ingenti investimenti previsti, se spesi bene, potranno rilanciare l’Italia verso traguardi più avanzati colmando i divari accumulati.

Sviluppo territori e comunità locali

La transizione digitale deve poi essere inclusione e non lasciare indietro nessuno. Le nuove reti consentiranno anche a territori marginali e realtà locali di accedere alle opportunità del progresso tecnologico.

Conclusioni: L’Italia sconta pesanti ritardi digitali documentati dalle classifiche mondiali, ma adesso ha una chance irripetibile per invertire la rotta attuando gli interventi necessari, a partire dal PNRR. Con visione e impegno uniti il Paese può finalmente compiere un deciso salto in avanti nell’era digitale.

redazione

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