Se in passato le sue pellicce erano considerate di grande pregio, ad oggi la martora è una specie protetta. Dopo essere stata vittima di bracconaggio per anni, gli ultimi 3-4 decenni hanno messo la parola fine alla caccia abusiva di questo animale selvatico, appartenente alla famiglia dei Mustelidi.
La Legge 157 dell’11 febbraio 1992, la Direttiva Habitat e le disposizioni della Convenzione di Berna, infatti, proibiscono di ucciderla, in Italia come in altre parti del mondo. Pertanto, al momento vive nei boschi, all’interno di riserve e parchi, come quello del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Martora, specie protetta nel parco del Cilento
Dal corpo snello e lungo all’incirca 50-55 cm (con coda di almeno 28-30 cm), la martora pesa intorno ai 2.5 kg. Vive in buona parte delle foreste d’Italia e d’Europa, ma non è raro vederne esemplari in Turchia, Iran e nella Russia asiatica.
Ha un manto lucido, folto, di colore marrone, con una chiazza tra collo e petto e riflessi tendenti al giallo. Veloce e agile, è in grado di compiere lunghi balzi in avanti, al punto da poter provocare dissesti tra i tetti dei casolari.
Il suo habitat ideale è il bosco, in particolare le cavità degli alberi dove costruisce la sua tana. In alternativa, utilizza le buche scavate da altri animali prima del suo passaggio; in ogni caso, non si spinge oltre i 2000 m di altitudine.
Si muove soprattutto di notte e in solitudine per cercare cibo, mentre di giorno fa piccole passeggiate e tende a nascondersi, nel caso in cui sentisse rumore. Carnivora, si nutre prevalentemente di piccoli roditori, volatili, insettivori e rettili arrampicati sui rami.
Anche le uova sono di suo gradimento, ma solo all’interno dei nidi. In minor misura, rientrano tra le sue preferenze frutta matura e organismi invertebrati, mentre rifiuti e carcasse rappresentano una soluzione estrema in mancanza di alternative più allettanti.
Stato di conservazione della martora, il punto della situazione oggi
Attualmente, il rischio di scomparsa è sceso a livelli minimi, ma non è ancora del tutto abbattuto. Ogni esemplare femmina si riproduce 1 volta all’anno: dà alla luce 3-6 cuccioli all’interno di un periodo di gestazione di 9 mesi, che allatta per 6-7 settimane e poi svezza in modo graduale.
Pertanto, per considerare la specie fuori pericolo di estinzione ci vorrà ancora del tempo, anche se i risultati ottenuti finora sono incoraggianti. Presso il Parco Nazionale del Cilento, Vallo Diano e Alburni, le martore possono vivere in condizioni ottimali per perpetuare la propria specie.