Il gabinetto tecnico del Ministero della Salute sta lavorando sulla bozza di una proposta di legge per mettere al bando, in tutte le aree pubbliche, le sigarette tradizionali ed elettroniche.
La notizia ha messo in allarme i fumatori italiani che, basandosi sui dati di Statista, azienda tedesca di analisi di mercato, sono circa 11,3 milioni, dato che rappresenta una delle cifre più elevate di tabagismo sul territorio europeo.
Ma cosa prevede questa legge?
In cosa consiste il divieto di fumo all’aperto
La norma, che dovrebbe essere approvata a breve, prevede l’interdizione dei tabagisti dal fumare, sia le sigarette classiche sia le e-cigar (di tutte le tipologie, dalle Iqos alle svapo, passando per i modelli che impiegano tabacco riscaldato), in tutte le aree pubbliche, estendendo questo concetto anche agli spazi annessi a ristoranti e bar, oltre che alle strade, alle spiagge, ai parchi e alle fermate dei trasporti pubblici di ogni genere, con particolare attenzione alla contestuale presenza di bambini e donne in stato interessante. Cosa ha spinto il Legislatore a muoversi in questa direzione?
Perché questa nuova legge antifumo?
L’On. Orazio Schillaci, a capo del Ministero della Salute dell’attuale Governo Meloni, ha posto particolare cura alla tutela non solo dei non fumatori, ma anche dei soggetti definiti “vulnerabili”, tra cui si annoverano le donne in dolce attesa e i minori di tutte le età, particolarmente esposti ai danni da fumo passivo, che rappresenta una delle più frequenti cause di decesso nel nostro Paese. Altra motivazione correlata, ma non meno importante, è l’innalzamento della qualità dell’aria, in particolar modo nelle aree urbane. Da quale momento, allora, i fumatori dovranno dire addio alle sezioni a essi dedicate nei luoghi pubblici?
Quando entrerà in vigore questa nuova legge antitabagismo?
Il divieto, se l’iter di approvazione dovesse seguire le tappe e le tempistiche previste e auspicate, è probabile che avrà la sua applicazione a partire dall’inizio del 2024, se non qualche mese prima.
Come tutte le proposte di legge, anche questa vede sostenitori e detrattori: i primi affermano che il suo varo porterà al raggiungimento dell’auspicato obiettivo di tutela della salute pubblica, almeno per la percentuale che gli concerne; i secondi, invece, lamentano che la sua implementazione avrà serie ripercussioni negative sul principio della libertà individuale e nel settore, nel nostro Paese strategico, della ricettività a tutti i livelli.
Le sanzioni previste per il mancato rispetto del divieto
In caso di violazione di questa legge e delle relative norme, è già stata contemplata una multa che avrà l’importo di 275 euro, con una riduzione del 50% se la conciliazione avviene entro il limite dei 60 giorni.
Il Governo ha dichiarato che, poiché desidera massimizzare l’effetto di tale legge, creerà delle sinergie operative con tutte le Autorità territoriali per garantirne l’efficace e puntuale applicazione.