Come descrivere in poche righe un territorio così complesso e affascinante? Il Cilento è una landa sconfinata, un mondo a sé, dove il tempo pare essersi fermato. Viaggiare in queste terre equivale a tuffarsi in un passato remoto, quando l’uomo e la natura vivevano in armonia. Simile ad unʼopera dʼarte cesellata dallo scultore più abile, il Cilento è un insieme armonico di bellezza e contrasti. Le sue montagne svettano maestose, solcate da valli ombrose. I suoi mari luccicano come zaffiri incastonati in una corona di smeraldo. I suoi borghi raccontano, con le loro pietre scure, vicende di cavalieri e principesse. Se i panorami mozzafiato rappresentano la cornice, gli abitanti sono lʼanima. Persone genuine, ancorate alle tradizioni. Custodi di un patrimonio culturale che tramandano di generazione in generazione. Maestri di vita che insegnano lʼimportanza della lentezza.
Questa è davvero la terra dove ritrovare sé stessi, lontano dalla frenesia della modernità? Forse sì, forse no. Lasciamo che sia il lettore a giudicare. L’invito è uno solo: venite a scoprire con i vostri occhi le meraviglie del Cilento. Ne vale decisamente la pena.
Uno scrigno di biodiversità
La natura domina incontrastata in queste terre antiche. Il susseguirsi di coste frastagliate, colline digradanti, vette maestose compone un affresco di rara bellezza. Ma non si tratta solo di paesaggi ammalianti. Il Cilento è un autentico scrigno di biodiversità, una preziosa riserva di flora e fauna. Le montagne sono il regno incontrastato di cervi, caprioli e cinghiali. Nei corsi d’acqua nuota placida la lontra, simbolo di queste valli incontaminate. Sui costoni rocciosi nidifica l’aquila reale, guardiana silenziosa di cime inaccessibili. Nei boschi secolari si incontrano lecci, roverelle e il pino loricato, relitto di un’era passata. Ogni angolo cela meraviglie da scoprire e proteggere. È forse questo il più grande patrimonio del Cilento: una natura tanto fragile quanto tenace, che l’uomo deve imparare ad accudire come la cosa più preziosa.
Un parco senza confini
Per preservare tanta bellezza dalla minaccia dell’incuria umana, nel 1991 vide la luce il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Con i suoi 178mila ettari di superficie, è la seconda area naturale protetta più estesa d’Italia dopo il Parco Nazionale d’Abruzzo. Comprende 15 comuni costieri e 60 comuni interni, estendendosi dalle pendici del Monte Cervati fino al mar Tirreno. Una sterminata fascia di terra che abbraccia una biodiversità unica, tanto da essere riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Ma non finisce qui. Il parco ingloba due oasi marine, Punta Licosa e Punta Infreschi, scrigni sommersi popolati da coralli, spugne e pesci tropicali. Inoltre, confina con il Parco Nazionale del Vesuvio e l’Area Marina Protetta di Santa Maria di Castellabate, una rete di parchi che rendono il Cilento una delle aree naturalistiche più importanti d’Europa.
Tra mito e leggenda
Fin dalla notte dei tempi, il Cilento è stato crocevia di popoli e culture. Un ruolo di primo piano lo ebbero i Greci, che tra VI e V secolo a.C. fondarono le colonie di Elea (l’odierna Velia) e Poseidonia (Paestum). Prosperi centri di commercio, dove filosofi come Parmenide e Zenone gettarono le basi per la scuola eleatica. In epoca romana, Velia e Paestum conobbero alterne fortune. Mentre la prima declinò lentamente, la seconda ospitò le ville di nobili patrizi, attratti dal clima mite e dalla rigogliosa pianura. Ancora oggi, passeggiando tra i resti delle antiche città greche e romane, è facile fantasticare sulle vicende di quei popoli lontani. Popoli che resero il Cilento crocevia di culture e che ne plasmarono l’identità cosmopolita.
Tesori da scoprire
Il Cilento può soddisfare le esigenze di ogni tipo di viaggiatore. Chi ama il mare può godere di scenari unici, con acque limpide lambite da coste frastagliate. Gli appassionati di trekking troveranno pane per i loro denti sulle montagne del Parco, tra sentieri panoramici e borghi arroccati. Gli amanti della storia resteranno incantati dai siti archeologici di Paestum e Velia, testimonianze di civiltà senza tempo.
Ma le attrattive non finiscono qui. Nell’entroterra si visitano la certosa di Padula e le grotte di Pertosa, capolavori naturali plasmati dall’acqua in milioni di anni. E poi ancora, i prodotti tipici della terra come olio, formaggi e salumi. Tesori nascosti in ogni angolo, che il Cilento svela solo a chi ha voglia di esplorarlo.
Degustare la tradizione
La cucina cilentana è un trionfo di sapori genuini e ricette tradizionali. Olio extravergine d’oliva, formaggi di pecora e capra, salumi di maiale nero: queste le eccellenze di una terra fertile e generosa. I piatti forti? Senza dubbio pasta fatta in casa, come le fusilli o i cavatelli conditi con pomodori freschi e basilico. E poi zuppe di legumi, coniglio e capretto alla brace, dolci semplici preparati con ingredienti locali o quelli tipici: la frecagnola, le lagane e ceci, gli scauratieddi e tanto tanto altro ancora.
Ogni pietanza è una carezza per il palato e un tuffo nel passato. Un’esperienza da vivere assaporando lentamente ogni boccone, come facevano un tempo i contadini che rientravano stanchi dai campi. Perché gustare il Cilento non è solo nutrire il corpo, ma anche nutrire l’anima.