La flora del Cilento è quella tipica della macchia Mediterranea, in cui fino ai 500 metri di altitudine primeggiano i fiori gialli delle ginestre e degli asfodeli, ma tra i 50 e i 1500 metri, protetti all’ombra di querce e castagni, in primavera fioriscono, tra tante altre specie, i ciclamini. Un fiore si erge su ogni breve stelo: cinque petali di colori che vanno dal rosa al più intenso fucsia. Le foglie tendenti al verde smeraldo con venature argentate, talvolta rossastre nella pagina inferiore, a forma di cuore e dal bordo leggermente frastagliato, in questa specie appaiono dopo la fioritura; con il loro aspetto coriaceo, per contrasto, mettono in risalto la delicatezza del fiore.
Si tratta della specie Cyclamen repandum, popolarmente detto ciclamino primaverile, una pianta erbacea semi-rustica perenne appartenente, come tutti ciclamini, alla famiglia delle Primulacee. Il bulbo sotterraneo permette al ciclamino di resistere alle fredde temperature invernali e regalare ogni anno, da marzo/aprile fino a maggio e oltre, una nuova fioritura.
Bello da vedere, ma non da raccogliere
Le piante selvatiche vanno trattate con cura e rispetto, non solo perché i ciclamini sono specie protetta sul territorio nazionale. Lo spettacolo che il ciclamino primaverile offre a chi passeggia nei boschi del Cilento è adatto al palcoscenico naturale in cui si trova, il triste mazzetto nel vaso di casa non farebbe di certo lo stesso effetto. L’invito è a non raccogliere i fiori selvatici, tantomeno i ciclamini primaverili, che appassirebbero in breve tempo, ma piuttosto imparare a coltivarli per godere della loro bellezza in modo etico e sostenibile.
C’è da dire che tra le varie specie di ciclamini, il Cyclamen repandum non è il più semplice da coltivare in casa, anche se, come tutti i ciclamini si riproduce sia da bulbo che da seme e sappiamo che predilige un terreno calcareo e ricco di compost con foglie triturate, umido ma ben drenato. Potrebbe essere adatto alla zona in ombra del giardino roccioso, in una casa in montagna.
Anche acquistare semi e bulbi non è facile, sono reperibili però su siti specializzati, se ci si è decisamente innamorati di questa specie.
I ciclamini che si trovano facilmente in commercio, più resistenti e dai fiori più grandi di quelli selvatici, sono ibridi derivati dal Cyclamen persicum.
Se si decide di piantare i ciclamini in giardino, occorre fare attenzione agli animali domestici. Il ciclamino primaverile potrebbe essere tossico per i nostri amici a quattro zampe se ingerito, magari per gioco, mentre risulta innocuo per molti animali selvatici che abitano i boschi del Cilento, che se ne nutrono!
Si raccomanda anche di non far toccare i ciclamini ai bambini, la linfa presente negli steli può dare irritazione cutanea, e disturbi intestinali se ingerita.
Tossicità del ciclamino primaverile
Parlando del Cyclamen repandum vale la pena spendere due parole sulle presunte proprietà curative e sulla reale pericolosità della ciclamina, contenuta in tutta la pianta e soprattutto nel tubero.
In un lontanissimo passato si riteneva che, essendo la ciclamina una saponina non resistente al calore, una volta cotta, o meglio tostata, perdesse la tossicità e mantenesse le proprietà terapeutiche delle saponine, cioè antinfiammatorie e cicatrizzanti. Le prove scientifiche esistono solo sulla tossicità, assolutamente da non rischiare il contatto o l’ingestione di parti dei ciclamini.