Nata a Wellington, in Nuova Zelanda, il 14 ottobre 1888, e morta a Fontainebleau, in Francia, il 9 gennaio 1923, Katherine Mansfield.
Autrice di straordinaria lucidità e di immenso talento, a vent’anni abbandonò la Nuova Zelanda per concludere gli studi nel raffinato ambiente intellettuale di Londra. Dopo un primo, burrascoso matrimonio durato soli due giorni, visse tra la Francia e la Germania. Numerose volte delusa da amori infelici, rimase sempre in cerca di un amore e di una famiglia, “come tutte le donne”. L’incontro con Virginia Woolf, che non nascose mai la sua gelosia per la giovane e talentuosa Katherine, portò alla pubblicazione delle prime opere di Katherine nella casa editrice della Woolf. Tuttavia, il talento della giovane autrice neozelandese attirò sempre sotterranee invidie nel mondo intellettuale dell’epoca, anche da parte della stessa Woolf, che pure, da editrice, la pubblicò, dandole così la fama.
Ma assieme al successo, e all’invidia, a Katherine Mansfield non mancarono mai dolori familiari, come la morte del fratello in guerra, delusioni amorose e sofferta malattia. All’ormai affermata Katherine Mansfield venne diagnosticata la tubercolosi, e per anni la scrittrice girò svariati sanatori europei, tra medici e nuove terapie all’avanguardia, arrivando ad affidarsi anche a una guida spirituale che in molti definirono un ciarliere.
Trovò infine l’amore tanto desiderato, e il matrimonio felice, sposando il critico letterario John Middleton Murry che, riconoscendone la straordinaria personalità artistica, le affidò importanti recensioni e curando la pubblicazione delle sue opere: veri capolavori letterari che, numerosi, seguitò a dare alle stampe anche postumi, dopo la morte della scrittrice sopraggiunta a causa della tubercolosi, dopo oltre sei anni di agonia, a soli 34 anni.
Amata dalla critica, questa sensibile scrittrice neozelandese dalle origini inglesi scrisse racconti in gran parte bevi e fulminei, utilizzando sovente un flashback cinematografico che rende ancora adesso assai attuali le sue opere.
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Fatti una regola nella vita di non avere mai rimpianti e di non voltarti mai indietro. Avere dei rimpianti è un terribile spreco di energie, non puoi costruire su queste basi, serve solo a sguazzarci dentro. Rischia! Rischia tutto! Non ti preoccupare più delle opinioni degli altri, per quelle voci. Fai la cosa per te più difficile sulla terra. Agisci per te stesso. Affronta la verità. (Epistolario di Katherine Mansfield)
Oltre alle numerosissime opere ( i più noti sono: “In una pensione tedesca”, “La festa in giardino”, “Beatitudine e altri racconti”, “Il nido delle colombe”), celebre è il suo Epistolario: centinaia di lettere indirizzate al marito, il critico letterario John Middleton Murry, che svelano l’animo sensibilissimo della grande scrittrice dalla salute fragile e tormentata, e ancora così attuale a cento anni dalla morte.
Antonella Casaburi