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Il 6 gennaio è il giorno dell’ Epifania, termine da cui deriva la forma popolare “Befana” – di Antonella Casaburi

Il 6 gennaio è il giorno dell’ Epifania, termine da cui deriva la forma popolare “Befana”.  L’Epifania celebra la Manifestazione della divinità di Gesù Cristo agli uomini, raffigurata nel Presepe cristiano dalla visita dei Magi al Bambino. Chiamato anche Giorno dei Re Magi, il giorno dell’Epifania del Signore, oltre ad essere festa religiosa, è riconosciuta anche come festa civile.

L’Epifania ( dal latino tardo epiphania , greco antico epiphaneia) è l’apparizione, quindi la  manifestazione (della divinità). La festività dell’Epifania commemora la visita dei Re Magi a Gesù in Betlemme ed è il giorno che chiude le festività natalizie.

Da dove arriva la tradizione della Befana, rappresentata nell’immaginario collettivo da una vecchietta con il naso lungo, un gonnellone ampio e malconcio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un cappellaccio in testa e numerose toppe colorate sulla veste?  La vecchina che viaggia sui tetti delle case a cavallo di una scopa la notte fra il cinque e il sei gennaio, portando doni ai bambini (dolci ai bimbi che si sono comportati bene e carbone a quelli che sono stati un po’ cattivelli) giunge fino a noi da tempi antichissimi: da tradizioni magiche precristiane. In origine simboleggiava l’anno appena trascorso, vecchio come la Befana. I doni a loro volta rappresentavano buoni auspici per l’anno che iniziava. Con la cristianità la storia della befana si è intrecciata a quella dei Re Magi. La tradizione narra che, durante il lungo viaggio per arrivare a Betlemme da Gesù Bambino, in una freddissima notte d’inverno i tre Magi Baldassare, Gasparre e Melchiorre, no riuscendo a trovare la strada, domandarono informazioni ad una vecchia che indicò loro il cammino. I Re Magi, per ringraziarla, la invitarono a proseguire il viaggio con loro ma  l’anziana donna rifiutò. Rimasta sola, la vecchina si pentì di non averli seguiti e preparò un sacco pieno di dolci ma, non riuscendo a trovarli, iniziò a bussare ad ogni porta, regalando dei dolci ad ogni bambino che incontrava, nella speranza che uno di loro fosse Gesù Bambino.

Antonella Casaburi

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redazione

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