Prima del 1970, il divorzio non era legalmente possibile in Italia. Il matrimonio era considerato indissolubile secondo le leggi civili, che riflettevano in gran parte le dottrine della Chiesa Cattolica, molto influente nel paese. Le coppie che desideravano separarsi potevano ottenere solo una separazione legale, la quale non dissolveva il matrimonio ma permetteva loro di vivere separati regolando questioni come il mantenimento e la custodia dei figli. Tuttavia, la separazione legale non consentiva ai coniugi separati di risposarsi, poiché il vincolo matrimoniale rimaneva in vigore. La mancanza di una legge sul divorzio era un argomento di grande dibattito in Italia, che portò alla proposta e all’approvazione della legge sul divorzio nel 1970.
Il Partito Radicale ha avuto un ruolo importante nella storia della legislazione sul divorzio in Italia, sostenendo attivamente l’introduzione del divorzio nel sistema legale italiano. L’adozione della legge sul divorzio nel 1970, nota come legge Fortuna-Baslini, fu un punto di svolta nella legislazione italiana e fu fortemente appoggiata dai radicali.La legge fu inizialmente proposta dai deputati Loris Fortuna e Antonio Baslini, entrambi non membri del Partito Radicale ma con forti legami con le correnti laiche e progressiste nel parlamento italiano. Il Partito Radicale, noto per il suo impegno verso riforme sociali e civili, tra cui i diritti civili e le libertà individuali, ha visto nella legge sul divorzio un fondamentale strumento di modernizzazione della società italiana e di affermazione dei diritti individuali. Durante il referendum del 1974, volto a determinare se abrogare o meno questa legge, il Partito Radicale fu tra i principali sostenitori della campagna per il “no” all’abrogazione, lavorando attivamente per mantenere il divorzio legale. La loro campagna e il loro impegno furono decisivi nel contribuire al risultato finale, che vide una prevalenza del no all’abrogazione e dunque una conferma della legge sul divorzio in Italia.
Il risultato del referendum del 13 maggio 1974 ebbe un grande impatto in Italia, confermando, consolidando la legge sul divorzio ed evitando che fosse abrogata. Questo ha permesso la continuazione della possibilità di sciogliere legalmente un matrimonio tramite il divorzio, una pratica che era stata introdotta appena quattro anni prima dalla legge Fortuna-Baslini. Se il risultato fosse stato diverso e l’abrogazione avesse avuto successo, il divorzio sarebbe stato nuovamente eliminato dalle leggi italiane, riportando il paese a uno stato anteriore al 1970, quando il divorzio non era legale.