A bordo della capsula Vostok 1, Gagarin ha compiuto un orbita intorno alla Terra, aprendo così la strada per l’esplorazione spaziale umana. La sua missione ha segnato un traguardo storico nella corsa allo spazio tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti durante la Guerra Fredda.
Prima della missione di Gagarin erano state già lanciate sette navicelle spaziali sovietiche, ma senza equipaggio a bordo; di queste, solo tre erano tornate sulla Terra, mentre le altre si erano disintegrate nello spazio. Su questi veicoli spaziali erano stati posti dei fantocci con sembianze umane, chiamati convenzionalmente Ivan Ivanovič (come dire “Mario Rossi”): solo tre Ivan Ivanovič erano tornati quindi sulla Terra. Gagarin di conseguenza sapeva che le probabilità di morire erano più alte rispetto a quelle di sopravvivere: nonostante ciò, la mattina del 12 aprile 1961, giorno della sua storica missione, appariva come sempre gioioso e tranquillo.
Gagarin è diventato un’icona globale e il suo volo è stato celebrato in tutto il mondo come un trionfo dell’ingegno umano e della determinazione.