Progettati per rimpiazzare gradualmente quelli a combustione, i motori elettrici offrono una navigazione sostenibile in termini di rumore, emissioni e comfort. Le moderne alternative green, però, sono solo la versione rivisitata del prototipo inventato nel 1834 dal prussiano Jacobi e applicato in un traghetto di 14 passeggeri nel 1838. Risale invece al 1881 il primo motore elettrico fuoribordo. Creato dal francese Gustave Trouvé, era collegato all’elica mediante una catena e inserito in una pala di timone. Il sistema ebbe un grande successo, trovando larga diffusione.
Il motore elettrico dei giorni nostri spinge barche e gommoni sfruttando la sola forza di un accumulatore, ricaricato con una semplice presa elettrica e un caricabatterie. Come qualsiasi cosa, anche il moderno sistema di propulsione ha i suoi vantaggi e svantaggi. Scopriamoli.
I vantaggi dei motori elettrici per barche
I motori elettrici, a differenza di quelli tradizionali a combustione, consentono di navigare nelle aree marine protette senza alcun limite, perché ecologici, non lasciano tracce di idrocarburi, non emettono fumi né emissioni inquinanti. In più, sono silenziosi: l’unico “rumore” udibile è quello dello sciabordio delle onde. Efficienti e dalla lunga autonomia (alcune batterie consentono di percorrere fino a 300 miglia soddisfacendo l’uso tipico della barca a motore), possono contare su più fonti di ricarica, tra cui la rete elettrica, il sole, l’acqua, il vento, le celle a combustibile o i generatori. Sono disponibili sia nelle versioni entrobordo che fuoribordo e possono anche non prevedere l’installazione della trasmissione e degli ingranaggi di collegamento, utili per trasferire la potenza prodotta dal motore all’elica. Infine, ma non meno importante, anche se non raggiungono velocità eccezionali come i classici motori a benzina o a diesel, vantano una ripresa immediata il che si traduce in un vantaggio non da poco. Inoltre, la manutenzione è drasticamente ridotta se non quasi nulla.
Gli svantaggi dei motori elettrici per barche
La moderna tecnologia, per quanto vantaggiosa, presenta allo stato attuale dei aspetti negativi che andrebbero rivisitati per rendere le barche di ultima generazione molto più efficienti. In primo luogo, il prezzo: una batteria con una discreta autonomia oscilla tra i 1000 e i 2000 euro per kWh, un costo di certo non indifferente. Peraltro, molto dipende anche dal tipo di tecnologia impiegata. Le più comuni sono agli ioni di litio efficienti ma instabili, ad alto rischio cortocircuito ed esplosione. Le più sicure e affidabili, al momento, sono le batterie Li-NMC (litio Nickel Manganese Cobalto) dalla lunga durata ma poco performanti dal punto di vista del rapporto peso-capacità.
Tra gli altri svantaggi, bisogna considerare che i motori elettrici sono costituiti da accumulatori di energia il cui peso non è di certo trascurabile (7 a 10 kg per kWh per batterie a Li-NMC). Ciò significa che per un’imbarcazione di 7 metri occorre installare una tonnellata circa di batterie per disporre di un’autonomia di appena un’ora se si viaggia a velocità massima oppure di 2 ore qualora si navighi a velocità di crociera. La resa equivale, più o meno, ai risultati che possono offrire 50 kg di diesel.
Un altro aspetto negativo è il sistema di controllo del motore, caratterizzato da un inverter che trasforma la corrente continua in alternata. L’apparecchiatura, molto delicata e complessa, richiede una programmazione ad hoc con software appositi che variano in base al tipo di imbarcazione e alla destinazione d’uso. Ciò significa che il costo di questo sistema potrebbe essere anche maggiore del motore stesso. La vera pecca dei motori elettrici rimane il bilanciamento. Per questo motivo, al momento, in commercio sono disponibili sistemi ibridi che permettono di utilizzare i motori endotermici come macchine per la potenza combinata o come generatori.
Alla luce di tutti questi aspetti, pare ancora prematuro parlare di motorizzazione elettrica per imbarcazioni dalle dimensioni importanti che richiedono una potenza elevata, mentre è una soluzione da valutare nel caso dei gommoni e delle piccole barche come, ad esempio, quelle da pesca.