A Casaletto Spartano, un piccolo borgo con poco più di 1.400 abitanti, c’e’ uno dei tesori naturalistici più belli di tutto il Cilento: i Capelli di Venere. L’effetto e’ da luogo zen: piccole ma fragorose cascate che nascono dalle acque del Rio Bussentino, un affluente del fiume Bussento.
Come arrivare: percorrere l’autostrada ed uscire allo svincolo di Buonabitacolo. Raggiungere Caselle in Pittari percorrendo la strada che porta a Sapri (Bussentina). Da Caselle bisogna arrivare a Casaletto.
Le cascate rappresentano uno spettacolo unico nel suo genere, la frescura del luogo sara’ particolarmente apprezzata durante le roventi temperature estive che ci stanno “perseguitando”.
E’ possibile seguire i piu’ svariati sentieri che partono dalle cascate che, ricordiamo nascono dalla pianta di capelvenere. Sara’ possibile percorrere il fiume camminando nel suo letto ma dovrete fare i conti con l’acqua fredda (intorno agli 8 – 10 gradi).
Il luogo si presta agli amanti della fotografia che qui potranno dare ampio sfogo alla loro creativita’ perche la natura la fa da padrona ed e’ lussureggiante e ricca di felci e piante di ogni tipo.
Casaletto Spartano
Di origine medioevale il paese, secondo una leggenda locale, si sviluppò intorno all’antica contrada “Spartoso”, da cui potrebbe derivare il nome Spartano. L’abbandono del vecchio nucleo, sempre secondo questa vecchia leggenda, fu causato da un’invasione di formiche. Molto più verosimilmente il primo nucleo del paese sorse ai piedi del monte Difesa perché il luogo era ricco di acqua, essendo presenti in zona numerose sorgenti e un piccolo fiume. Il primo documento che può dare una collocazione storiografica al paese è una piccola lapide di pietra con scritta in latino attualmente posta all’ingresso della navata laterale sinistra della chiesa madre di San Nicola, la quale ricorda la consacrazione della chiesa, recante la data del 1177. Il toponimo “Casaletto” deriva, come si può facilmente dedurre, da “casale”. Infatti Casalecti, nel medioevo, era, insieme a Bactalearum (Battaglia) un casale delle terre di Tortorella. Nel Seicento il paese fu, come tutta l’Italia meridionale, colpito dalla peste del 1656, che ridusse la popolazione a meno della metà. L’unificazione dei Comuni di Casaletto e Battaglia avvenne nel 1810, per ordine del generale francese Charles Antoine Manhès. Questi ebbe l’incarico dal re di Napoli, Gioacchino Murat, di risolvere il problema del brigantaggio (filoborbonico) nel regno delle Due Sicilie. Giunto nel golfo di Policastro mandò ordini al sindaco di Casaletto di apprestare foraggi e vettovaglie per il suo esercito. Il sindaco però, volutamente o per scarsità di mezzi, non provvide a soddisfare le richieste del generale che, giunto in paese e sospettando il sindaco di essere in combutta con i briganti filoborbonici, lo fece fucilare nel luogo detto “alle pietre del Campo”, ordinando la riunificazione dei comuni di Casaletto e Battaglia e imponendo al sindaco di Battaglia di trasferirsi a Casaletto, (WIKIPEDIA)