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“Gli ostaggi sono sacri, i Musei sono i veri luoghi dell’interscambio culturale”: la Lectio Magistralis del Cardinale Gianfranco Ravasi Premio “Paestum Mario Napoli”

“Gli ostaggi sono sacri – ha detto il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, all’arrivo alla XXV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, dove ha ricevuto il Premio “Paestum Mario Napoli” – Non appartengono a un popolo né all’altro, ma sono coperti da una loro sacralità. Lo scontro di civiltà sostituisce al dialogo lo scontro; la tentazione è quella del duello, vince chi ha la spada più forte. Invece il duetto in musica avviene tra un soprano e un basso, voci completamente diverse ma in armonia. Nessuna delle due voci cambia per avvicinarsi all’altra, ma mantiene il proprio timbro originale. Eppure, c’è armonia. È l’identità conservata che entra in dialogo”. È questo il messaggio della Lectio Magistralis che ha tenuto subito dopo nella sala Nettuno del Next, prima di ricevere l’importante riconoscimento.

“Anche il turismo archeologico – ha proseguito Sua Eminenza –  può essere una testa di ponte verso la pace che tutti auspichiamo soprattutto per una Terra dove sono stato a più riprese che è l’attuale Terra di Israele – Palestina perché le radici fondamentali delle tre grandi religioni monoteiste sono proprio nell’interno di quello spazio e sono rappresentate proprio dai monumenti, dai resti archeologici, per cui possiamo veramente dire che si realizza lì quella espressione che usava l’antico cantore ebreo dei Salmi il quale diceva: ‘Ai tuoi fedeli sono care le pietre di Sion’. Ai fedeli di tutte le tre religioni quelle pietre sono fondamentali. Il segno che si è in guerra – ha rimarcato – è legato proprio al fatto che non si possono fare né i pellegrinaggi né le visite turistiche a questa area piccola ma così ricca di memorie che riguardano la storia in genere di tutta l’umanità perché sappiamo bene che la religione ebraico-cristiana o la religione musulmana alla fine è un po’ come il grande emblema religioso di tutto il pianeta. Il messaggio che possiamo dare si dovrebbe esprimere almeno con due parole. La prima è quella di celebrare l’antichità, il passato: viviamo in un tempo che è un po’ smemorato, che dimentica questo patrimonio straordinario che abbiamo alle spalle, pensiamo a cosa è la cultura greco-classica, greco-romana, quindi il passato come realtà vivente perché noi siamo sempre alimentati da queste radici. La seconda dimensione è quella che è necessaria ed è avere una conoscenza: non si va soltanto per fotografare, si va anche per comprendere la trama, il tessuto che c’è nell’interno di questi luoghi, un tessuto di memoria, anche di stimoli che riguardano la fede per i credenti o l’esistenza di tutti coloro che trovano lì tutte le loro sorgenti. Victor Hugo diceva che la vera concezione della storia doveva essere molto simile a un grande albero. È un po’ la tridimensionalità del tempo che bisogna ritrovare: non avere solo il tronco del presente ma anche le radici del passato e i rami del futuro”.

Riguardo ai luoghi ospiti della BMTA ha detto: “C’è una curiosa testimonianza su Paestum del 1819, tradotta dall’inglese e scritta dal poeta Percy Shelley, che visitò Paestum tre anni prima di morire annegato tra La Spezia e Viareggio. Il poeta dice che Paestum si trova tra una colonna e l’altra del tempio di Nettuno che scopre da un lato il mare e dall’altro il grandioso anfiteatro degli Appennini”. Secondo Ravasi quindi Paestum è da sempre un luogo dell’esperienza e in ogni museo – sostiene – si tiene conto di due itinerari: quello del dialogo religioso e quello del dialogo interculturale. Il museo è cioè il luogo d’incontro “in cui si guarisce l’anima, in cui le opere sono creature viventi che vanno fatte rivivere, la cui presenza va fatta sentire”.

La Lectio di Ravasi distingue così il dialogo interreligioso da quello interculturale, con un finale che sembra ribaltare questo concetto. Per il dialogo interreligioso il Cardinale fa l’esempio del museo a cielo aperto che è Gerusalemme: “Sostanzialmente si regge su tre pietre, la base delle tre religioni: il muro del pianto – che è il cuore degli ebrei; la pietra ribaltata del Santo Sepolcro – cuore della fede cristiana; la moschea di Al-Aqsa – che non è una moschea, ma una roccia da cui sarebbe asceso al Cielo il profeta Mohamad”. Il racconto di Ravasi ha parlato dunque della presenza a Gerusalemme di tutte e tre le fedi, dentro musei che sono segni e luoghi simbolici. Con il secondo tema, quello del dialogo interculturale, il Cardinale Ravasi è entrato nella Città del Vaticano, partendo dai musei che nascono in una fredda mattina del 14 gennaio 1506, quando i vignaioli scavano una villa sul colle Oppio e all’improvviso vedono spuntare dal terreno una mano, un braccio e infine un intero complesso scultoreo. Viene avvisato il papa Giulio II che a sua volta chiama due esperti: Michelangelo e Giuliano da San Gallo. Quante persone, si chiede il Cardinale Ravasi, entrano oggi nella Cappella Sistina? “Tante, ma senza saper vedere: non si può conoscere Agostino senza sapere di Platone e Plotino, non si può parlare di etica e morale senza conoscere la cultura greca”.

Infine, il Cardinale ha parlato di due papi, Pio VII e Gregorio VI che allestisce tre musei gregoriani: l’egizio, l’etrusco e il profano (greco-romano), ha citato alcuni scrittori (la regina del giallo Agatha Christie; Albert Camus, Paul Ricoeur, Alexander Dumas, Umberto Eco) e la frase: “La biblioteca è il luogo in cui i morti aprono gli occhi ai vivi”.

Il Premio al Cardinale Ravasi è stato consegnato, con il Presidente Onorario della Borsa Mounir Bouchenaki (che a sua volta ha ricevuto un riconoscimento per i 25 anni di partecipazione alla Borsa e ha affermato: “Faremo della cultura l’elemento di ricerca della pace”) e con il Consigliere del Parco Archeologico di Paestum e Velia Alfonso Andria, dal Fondatore e Direttore della Borsa Ugo Picarelli che ha dichiarato: “Quanto è importante la testimonianza dei musei e dei siti archeologici in un momento di guerra e di perdita di identità? Passando attraverso l’imbuto del terribile 2015, dalla creazione della Borsa a oggi ci sono stati 25 anni di scambi, relazioni e buone pratiche. Oggi è un giorno importante per la presenza del Cardinale Ravasi, arcivescovo cattolico e biblista italiano, teologo ed ebraista. In un momento simile per l’intero mondo, per la BMTA è un evento che resterà scolpito nella memoria come uno dei più importanti”.

Prima della consegna del Premio si è tenuto l’incontro su “I Musei come luoghi del dialogo interculturale”. Il panel, coordinato dal Responsabile di Domenica Il Sole 24 Ore Stefano Salis, ha visto anche la partecipazione del Presidente ICOMOS Italia Maurizio Di Stefano, di Muriel Garsson Direttore del Museo di Archeologia Mediterranea di Marsiglia, Fatma Nait Yghil Direttore del Museo del Bardo di Tunisi, Tiziana D’Angelo Direttore del Parco Archeologico di Paestum e Velia. Ha concluso il Ministro degli Affari Culturali della Tunisia Hayet Guettat Guermazi.

Consegnati ad Alfonsina Russo Direttore Parco Archeologico del Colosseo e Gabriel Zuchtriegel Direttore Parco Archeologico di Pompei il Premio “Paestum Mario Napoli” per i rispettivi Parchi subito dopo l’incontro che li ha visti protagonisti intervistati da Guillermo Altares Capo Redattore Cultura de El Pais e Carmen del Vando Blanco Referente per la Cultura della Stampa Estera.

La BMTA è promossa da Regione Campania, Città di Capaccio Paestum, Parco Archeologico di Paestum e Velia in collaborazione con la Camera di Commercio di Salerno, la Provincia di Salerno, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Fondatore e Direttore Ugo Picarelli. Ideata e organizzata dalla Leader srl, titolare del marchio. Partner Ufficiale ACI Automobile Club d’Italia, Partner Tecnici Arti Grafiche Boccia, Convergenze, Fiuggi, Mare Group.

Per info: www.bmta.it

redazione

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