Giungano si trova a 53 km da Salerno, poco sopra il torrente Solofrone, vicino al quale attraversa Agropoli. Sul suo territorio insistono grotte, gole, passi e tracciati viari anticamente utilizzati dai mercanti. Il paese conserva la bellezza medioevale intatta nel tempo. Il Palazzo ducale viene menzionato dagli storici come il centro nevralgico di un potere feudale che si estendeva fino al mare. Giungano è ricco di strutture storiche come chiese, portali e cappelle.
Il nome del paese potrebbe derivare da iuncus (giunco), di cui gli abitanti eano abili nella lavorazione. La posizione di Giungano lungo un’antica via di collegamento tra Paestum, l’Alto Cilento e la Lucania sottolinea l’importanza strategica della sua collocazione. I ritrovamenti archeologici nella zona dimostrano che il paese era abitato fin dal Paleolitico.
La Festa dell’antica pizza, che si svolge nel periodo estivo, rappresenta una prestigiosa e storica vetrina per mettere in luce i prodotti di eccellenza delle terre cilentane. Un’occasione per promuovere la speciale pizza cilentana e i suoi ingredienti di qualità, dalla farina di grano duro al cacioricotta di capra stagionato, all’olio extravergine cilentano, elementi che distinguono questo prodotto dalla classica pizza napoletana. Migliaia di visitatori partecipano alla manifestazione di grande consenso tanto che se ne propone anche una data invernale, anche questa molto gradita.
Nell’Archivio di Cava vi è una pergamena che ricorda Giungano e riguarda la vendita colà di una casa (1371). È pure da tutti ricordato che a Giungano nacque Donatantonio de Marinis, reggente del Collaterale. Dei signori di Giungano è notizia dal Cedolario, e cioè di Eleonora Antinori, contessa di Giungano, e dal Gatta, del marchese Garofalo di Rocca Cilento, il quale con il titolo di duca ai suoi tempi possedeva Giungano. Per lungo tempo poi il feudo appartenne alla casa Doria. Marcantonio Doria ebbe il titolo di principe di Angri il 20 febbraio 1636, mentre quello di duca di Eboli era pervenuto alla famiglia per eredità dai Grimaldi (concesso il 2 settembre 1652). Quello di conte di Capaccio era stato concesso a Nicola Doria il 4 ottobre 1659. Dei titoli di principe di Angri, duca di Eboli e conte di Capaccio con Lagopiccolo, Convingenti (o Cominento), Giungano e Cripta era stato investito il 12 dicembre 1761 Giovan Carlo Doria per successione del padre Marcantonio (m. 21 maggio 1760). Da Giovan Carlo un secondo Marcantonio, primo della famiglia a essere ascritto al Libro d’Oro della Nobiltà Napoletana, da cui il successore primogenito Giovan Carlo (n. 1788), il quale il 9 dicembre 1793 acquistò da Eustachio Arcione il territorio di Sigliati, passato poi per successione a Marcantonio (9 dicembre 1783).
Da Francesco (n. 15 ottobre l797 m. 9 maggio 1874), che sposò Giulia Caracciolo dei principi di Avellino, il primogenito e successore Marcantonio (n. 7 settembre 1824 – m. 12 maggio 1870) che sposò Laura Marulli, dei duchi di S. Cesareo, dalla quale ebbe Francesco (n. 15 luglio 1855). Quest’ultimo, con decreto ministeriale del 22 luglio 1901, ebbe riconosciuto il legittimo possesso dei titoli di principe di Angri, duca di Eboli e conte di Capaccio nonché di Patrizio di Napoli e di Genova, di principe di Centola e marchese di Pisciotta e dei predicati di Montella, Giungano, S. Serio e Molpa, con cui fu ascritto al Libro d’Oro della Nobiltà Italiana insieme al fratello Ernesto (n. 16 febbraio 1863) e alle sorelle Giulia, in Siciliani di Rende, Maria, in Baracco, Isabella, in Compagna, e Teresa, in Bonelli. Pare che ai Doria sia appartenuto anche Castinatelli.
L’Antonini ricorda la falsa iscrizione «di cui i paesani tanto fanno conto». (NOBILIS VIR ERMUS COSCIVS I.C. GENERE PESTANIENSIS, AC GENERALIS DVCIS DYRRACHII GUBERNATOR VTILIS CAMPANIAE DOMINUS BELLI IACTVRA INOPIA COACTVS HVC IN SILVAS ADDVCTVS HVIC DAT HVMILI DOMVI PRINCIPIUM – ANNO DOMINI MILLESIMO TERTIO).
Spartaco, il gladiatore e schiavo ribelle che guidò la Terza Guerra Servile (73-71 a.C.), fu sconfitto nella sua ultima battaglia nel 71 a.C. La battaglia decisiva avvenne nella regione dell’Italia meridionale, nella zona dell’odierna Giungano. Tuttavia, non ci sono resoconti storici specifici che indichino Giungano come il luogo esatto della battaglia finale. Spartaco, insieme ai suoi seguaci ribelli, aveva cercato di sfuggire all’assedio romano, ma fu sconfitto dall’esercito romano guidato dai generali Crasso, Pompeo e Lucullo. La battaglia finale avvenne probabilmente in questa area dell’Italia meridionale, dove, sconfitto, perse la vita.
