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Fauna del Cilento: l’allocco

Tra i boschi e le campagne del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, all’imbrunire, quando il sole tramonta all’orizzonte e il cielo si tinge di rosso, è possibile udire il lugubre verso dell’allocco. Questo rapace notturno, dall’aspetto solenne e maestoso, regna incontrastato tra le ombre della notte, immergendosi nell’oscurità con il suo piumaggio mimetico. L’allocco comune (Strix aluco), appartenente alla famiglia degli Strigidi, è un uccello dall’aria altera e fiera, che incute riverenza e rispetto. Il suo aspetto è inconfondibile: testa grande e tondeggiante, adorna di ciuffi auricolari, occhi gialli e penetranti, corpo paffuto ricoperto da un mantello fittamente chiazzato. Quando spicca il volo, le ampie ali producono un fruscio sommesso, quasi impercettibile. I suoi movimenti lenti e compassati ricordano una danza ipnotica nella notte.

Ben adattato alla vita notturna, l’allocco trascorre le ore diurne appollaiato tra i rami di un albero, mimetizzandosi alla perfezione. Al calare delle tenebre, si risveglia dal suo torpore diurno e inizia la ricerca di cibo, librandosi silenzioso nei cieli del Cilento. Il suo udito sviluppatissimo gli consente di individuare con precisione le prede, anche al buio più completo. Topi, arvicole e piccoli uccelli cadono vittime delle sue micidiali serrate.

L’allocco è un abilissimo predatore, paziente e astuto. Sa attendere immobile il momento propizio per piombare come un fulmine sulla preda, che non ha scampo. Le sue ali ampie e arrotondate gli permettono manovre acrobatiche e repentini cambi di direzione, utili per sorprendere le malcapitate vittime. Una volta afferrata la preda con gli artigli, il suo becco adunco completa l’opera, garantendogli un pasto succulento.

Nel Cilento, l’allocco occupa una grande varietà di habitat, dagli oliveti costieri alle faggete montane. Si adatta con facilità, purché abbia a disposizione vecchi alberi dove nidificare e zone aperte dove cacciare. Ama i boschi radi e luminosi, ricchi di prede. In primavera, il maschio segna il territorio e richiama la femmina con il suo lugubre richiamo: “Uh-hu, uh-hu”. Una volta formata la coppia, questa si installa nel nido, spesso ricavato nella cavità di un albero. Tra marzo e aprile vengono deposte 2-4 uova biancastre, che entrambi i genitori covano amorevolmente. Dopo circa un mese nascono i pulcini, ricoperti di un piumino bianco. Per le prime settimane vengono accuditi dai genitori nel nido. Poi, cresciute le penne, spiccano il primo volo verso la vita adulta.

La presenza dell’allocco è un prezioso indicatore della salute ambientale. Infatti, questa specie rifugge l’inquinamento luminoso e acustico, essendo molto sensibile al disturbo antropico. Per questo, è importante tutelare i suoi habitat naturali e le aree di caccia. Anche il Parco del Cilento, grazie ai suoi ambienti ben preservati, rappresenta un rifugio ideale per questo affascinante rapace notturno.

Questo uccello, è un simbolo misterioso della natura selvaggia che sopravvive nel Cilento. Quando cala il sole sulle montagne e le valli del parco, e il richiamo lugubre risuona nella quiete della sera, è facile immaginare questo fiero predatore librarsi nel cielo stellato, come un guardiano silenzioso che veglia nell’oscurità.

renato leproux

Ha svolto un lavoro trentennale presso il Ministero della Difesa. Fin da bambino ha vissuto nel Cilento, da grande si e' imposto di divulgare la bellezza mozzafiato di questi luoghi intrisi di leggenda ed incorniciati dalla natura ancora selvaggia ed incontaminata.

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