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Fauna del Cilento: la Natrice

Questo serpente appartenente alla famiglia Natricidae, può essere definito con più nomi, quali: biscia dal collare, biscia d’acqua o natrice dal collare. Per quanto riguarda il territorio italiano è molto diffusa e la si trova anche nel Cilento, in zone dal livello del mare fino a circa 2000 m, in zone invece montane, numero maggiore lo si può riscontrare nel bacino meridionale padano, e nelle isole Sicilia e Sardegna. Molto diffusa invece in tutta l’Europa continentale, dalla Germania alla Grecia, Scandinavia, Urali.

La sua definizione “biscia dal collare” è dovuta proprio ai colori del suo corpo, questo esemplare infatti è verde scuro o talvolta marrone, con un collarino giallo dietro la testa. Può presentare anche altre sfumature con colori dal grigio olivastro al nero, mentre la parte inferiore del corpo è più chiara. Il capo della natrice è di forma ovoidale e rispetto al tutto il corpo è ben distinto. Le sue dimensioni variano dai 70 cm ai 100 cm di lunghezza. Può raggiungere una lunghezza di 150 cm e talvolta alcuni esemplari, sebbene raramente, possono raggiungere anche i 200 cm classificandosi infatti tra i rettili più grandi europei. Una particolare caratteristica di questa specie è che la femmina raggiunge quasi sempre dimensioni maggiori del maschio.

La biscia dal collare non è velenosa e le sue armi di difesa sono infatti riscontrabili nell’emanazione di un odore molto aspro tramite le ghiandole anali, la finzione della morte caratterizzata dall’immobilizzazione istantanea (tanatosi) oppure fingono un vero e proprio attacco senza però poi effettivamente aprire la bocca; questo però risulta comunque essere molto efficace in quanto riescono a mostrare il capo assumendone un aspetto triangolare ricordando la vipera, oltre a gonfiare la parte iniziale del tratto corporeo sotto la testa ed emettendo dei ripetuti soffi. Molto raramente questo esemplare si difende con il morso da una minaccia.

Sono molto capaci nel nuoto per questo i luoghi prediletti da questi rettili sono stagni, rive dei corsi d’acqua preferendo quelli a corso lento, ma anche colline, montagne e zone montanare. E’ una specie molto adattiva ed il loro periodo di letargo è il periodo invernale. Anche l’alimentazione è piuttosto variegata, si ciba infatti principalmente di anfibi come rospi e rane, fino ai pesci ed anche tritoni; oltre a mammiferi molto piccoli e nidiacei.

Per quanto concerne invece la riproduzione questa avviene nel periodo di risveglio dal letargo dunque nei mesi tra aprile e maggio. Giugno e Luglio invece sono i mesi in cui vengono deposte le uova, le quali vengono spesso deposte in gruppi anche molto grandi, da 8 a 40 in luoghi di vegetazione in stato di decomposizione, il quale permette la temperatura ideale nonché il giusto calore e la corretta umidità. Dopo 10 settimane sono pronte, si schiudono ed i giovani una volta venuti al mondo risultano essere immediatamente indipendenti, con dimensioni iniziali di 18 cm.

redazione

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