DIARIO/CRONACA DI UN ITINERARIO TURISTICO/CULTURALE E PAESAGGISTICO: ALBURNI E IN PARTICOLARE I SITI DI SANT’ANGELO A FASANELLA. Appuntamento con il gruppo e raduno. Prima tappa in Piazza Ortale.Una giornata particolare, domenica 13 agosto 2013, diario/cronaca di un itinerario turistico/culturale e paesaggistico. Associazione Socio Culturale A.S.C. Convivendum – Crescere condividendo – Via Casale Superiore (AV). Tutto il gruppo, come da programma stabilito arriva, già nella presta mattinata nella Piazza, cosiddetta “Ortale” di Sant’Angelo a Fasanella.
Primo appuntamento, iniziano i convenevoli di presentazione e si fissano i primi criteri organizzativi della giornata. Ci si ferma tutti al bar del luogo (Food & Pub Sas Di Scorza Michele & C – Sant’Angelo a FasanellaCorso Apollo 11 – 84027 Sant’Angelo a Fasanella Salerno – Campania – Italy) per un breve rinfresco e la colazione. Tutto il gruppo, viene coordinato dalla Guida turistica locale: Bernardo Marmo. Per l’occasione, come da programma, viene riferito al gruppo, che l’itinerario viene descritto, raccontato e documentato.
La prima tappa è l’Antece. Tappa n. 1/at. 40.481745° long. 15.368480. N.d.R.: “Il personaggio raffigurato nel bassorilievo misura circa 140 cm di altezza ed è stato scolpito su una lastra rocciosa di cm 190 X 170, situata sulla sommità del Monte Costa Palomba, nel massiccio degli Alburni. Partendo dal centro del paese, dopo circa 4 chilometri, percorribili anche con l’auto, si arriva a quota 1099 mt, dove è possibile eventualmente parcheggiare e continuare a piedi, imboccando il sentiero CAI 313/A. Si tratta di un percorso naturalistico di grande fascino, in cui si scorgono boschi di maestosi faggi, fiori dai vividi colori ed un fitto sottobosco, ricco di felci. Una volta giunti in cima, ci si affaccia su uno straordinario panorama che abbraccia monti, valli e fiumi, arrivando fino al mare. E proprio sulla vetta, a 1125 mt. di altezza, si trova il nucleo di rocce tra cui spicca l’Antece. Il percorso, presenta media difficoltà ed è da trekking, lungo circa 4 km”).
https://www.ecoturismocampania.it/sant-angelo-a-fasanella-sentieri-natura-2-beni-unesco/.
In parte viene percorso con il pulmino dell’Associazione: Socio Culturale A.S.C. Convivendum.
Il gruppo, è composito. Il percorso, continua con il pulmino, fin dove la strada è percorribile (ai piedi di Costa Palomba), poi si prosegue a piedi, lungo il sentiero, già tracciato. Dopo, circa 1/2 ora di percorso a piedi, alle ore 9,30 si arriva sotto l’Antece. La guida, inizia a descrivere la scultura rupestre, inquadrandola da un punto di vista storico e territoriale. Nel frattempo, la segretaria dell’Associazione Paola Concilio, presenta il gruppo. Ci riferisce, che questa, è la loro seconda escursione. Le informazioni del posto, sono state riferite da una componente dell’Associazione (Tiziana Curcio), che è stata già a Sant’Angelo, nel periodo primaverile. Ci riferisce la segretaria, a domanda specifica che conosce poco il Cilento. Il primo approccio, intanto, è positivo. Si sente dal vivo, il contatto con la natura del luogo, fatto di sapori/odori. Si denotano le tracce di animali, le impronte dei cavalli. Dalla montagna, emerge l’aspetto circostante che denota un territorio, dove gli animali vivono allo stato brado e naturale. L’aria che si respira, è salubre. La natura, è un tappeto verde. Bernardo Marmo, prima di tutto inquadra il territorio circostante, nell’ambito della visualità. A non molta distanza, vi sono le Grotte di Castelcivita. Il territorio, è inserito nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. È un territorio incontaminato. In primavera, tutto il territorio è ricoperto da una coltre di: “piano delle ginestre”. È da denotare, la grande disponibilità della guida (Bernardo Marmo), con la sua chiarezza di esposizione, nel descrivere i luoghi e la sua giovialità. Inizia il suo racconto, citando la frase di Omero: “È nemico di sé dell’uomo, di Dio chi non ama e non pregia il suol natìo”. Bernardo, presenta e descrivere l’Antece, posto sulla Collina, denominata: Costa Palomba, a 1165 sul livello del mare. Di mattina, la scultura, è posta in ombra. Circa 70 anni fa la scultura, ad opera di una persona scheggiò con un’ascia, i piedi ed il viso. Sulla destra, dal lato del visitatore, notiamo la vasca dei sacrifici. La scultura e la vasca, risalgono al IV-V secolo a.C., prima della distruzione di Pompei. La zona era abitata dai Lucani.
Era una fortezza. La scultura, fu valorizzata nel 1996, dal Presidente dell’Unesco. La scultura rappresenta il Dio Alburno, ed era un altare votivo. Nel 1974, furono fatti degli scavi dalla Sovrintendenza e furono rinvenuti cocci, anfore antiche. Intanto, c’è da dire, nostro malgrado, che nessun politico investe sulla zona e in particolare sul paese di 400 abitanti circa (Sant’Angelo). Virgilio, sembra che conoscesse l’Antece. Della zona, e dei loro abitanti, ne parlano diffusamente Plinio il Vecchio e Virgilio, rispettivamente nel Naturalis Historia e nelle Georgiche. Lucani o Enotri (gli antichi abitanti della Calabria citeriore) sono dunque tirati in ballo per spiegare meglio l’origine di Antece e la scelta di raffigurarlo in queste vesti, ma i dubbi rimangono ancora oggi. Non ci sono fonti attendibili nel merito. à https://www.paesionline.it/italia/monumenti-ed-edifici-storici-sant_angelo_a_fasanella/anteceline.it/italia/monumenti-ed-edifici-storici-sant_angelo_a_fasanella/antece
Esaurita la visita all’Antece, si inizia con la seconda tappa: centro storico di Sant’Angelo. Si parte da Via Roma e ci s’imbatte in un percorso molto stretto (Vico Chiesa). Si prosegue per i vicoletti. Durante il percorso, si arriva al Palazzo Baronale (18 anni fa, fu acquistato dal comune) che è stato abitato fino al 1980 (sera del terremoto) dalla famiglia Leggio. (N.d.R. Il Palazzo Baronale (Tappa n. 2-tat. 40.456704° long. 75.340294°), di origine Normanna, si trova vicino alla Chiesa di Santa Maria Maggiore, ad una delle estremità dell’abitato. Gli interventi di manutenzione ed ampliamento fatti negli anni ne hanno in parte modificato la sua struttura originaria; in particolare nel Cinquecento, fu aumentato il numero e l’ampiezza delle finestre per adeguare il palazzo ad uso residenziale. Attualmente, di tutti gli interventi fatti, non resta che il ricordo, conservato in qualche scatto dell’epoca, a causa dei gravi danni a carico della struttura provocati dal sisma del 1980.) Nel percorso, ci si imbatte nella Chiesa Madre. Durante la manifestazione: Chiese aperte”, fu definita la chiesa più bella della Diocesi di Teggiano Policastro. Nel percorso c’è la Cappella di Sant’Antonio Abate. Il centro storico, in passato era abitato da moltissime persone, adesso, le case sono tutte disabitate e tutte sfitte. Come personaggi illustri, ovvero come testimoni privilegiati, è degno di nota, il Prof. Luigi Reina dell’Università di Salerno. La visuale ci presenta la cosiddetta roccia bianca degli Alburni. È da sottolineare il ruolo dei giovani, innanzitutto, in passato. Lungo la via (vicolo) Sant’Antonio Abate, vi è un portale gentilizio. Dopo aver percorso il centro storico ci si avvia verso la visita alla Grotta di S. Michele (Tappa n. 2 – lat. 40.45828070ng. 75.337331), una cavità naturale sopra l’ingresso della Grotta. Dopo la visita alla Grotta con la descrizione nei dettagli, dell’interno della stessa, andremo giù al fiume Fasanella. Il percorso prosegue alla cascata dell’Auso. Un po’ più giù, ci sono i ruderi di “Fasanella”, una città di origini greche. Si chiamava “Phasis” e venne distrutta nella famosa Congiura di Capaccio nel 1246. Dalla distruzione di Fasanella, nacquero tre paesi: Sant’Angelo, Ottati e Bellosguardo. Pare che gli abitanti fossero 10mila, quando la città di Salerno contava ben 16mila abitanti. N.d.R.: … “Alla Grotta dell’Angelo si accede attraverso il portale in pietra, attribuito alla mano di Francesco da Sicignano. L’artista lo scolpì alla fine del quattrocento, elevandone la severa struttura rinascimentale su due leoni di più arcaiche memorie medioevali”.
àhttp://www.comunitamontanaalburni.it/comunita-montana/dati-generali/sant-angelo-a-fasanella
La scoperta della Grotta, invece, risale al 1100, quando Manfredi, Signore di Fasanella, venendo a caccia in questa zona, smarrì in un foro della roccia, il suo falcone e non vedendolo ritornare, chiamò i suoi servi e fece rimuovere tutti i massi che c’erano davanti e così fu scoperta la Grotta. Si narra che in quel giorno, è apparso l’Arcangelo e da quel giorno, la Grotta, è diventata una Chiesa. Un luogo di culto ma, soprattutto una Badia dei Benedettini. Come Badia, si autogestiva, cioè, non dipendeva dalla Diocesi locale. Il pavimento della Grotta, è un cotto napoletano del 1614, difatti, c’è la data sul pozzo. Oltre alla data, c’è lo stemma dei Caracciolo, perché un ramo della Famiglia Caracciolo di Napoli, stavano qui a Sant’Angelo e 4 di loro sono stati Abati di questa Badia. Quel mezzo busto marmoreo, è la tomba dell’Abate Francesco Caracciolo. All’interno della grotta, ci sono tre altari. Il primo degli altari, è dedicato all’Immacolata Concezione. È una tela dell’inizio del 1700. A me piace sempre ricordare che questa tela è stata restaurata (io l’ho vissuta in diretta) questa tela grazie ad una vincita televisiva. Vedete quei quattro balconi verdi là (il riferimento al paese che si vede dalla Grotta) nel centro storico. Lì ci abitano 2 sorelle; una di loro, da quel balcone fece una foto all’ingresso della Grotta, la inviò alla trasmissione su Rai 1 di Magalli. La foto venne estratta la sera del venerdì del 23 dicembre 1988, lei rispose correttamente alle domande fatte da Magalli. Vinse 50 milioni in gettoni d’oro. Nel caso di vincita, la trasmissione offriva anche al comune del vincitore altri 50 milioni da destinarli, però, per qualsivoglia opera in paese e lei volle destinarli per devozione a restaurare questa tela. Io dico, sempre scherzosamente, che quando si dà un nome ad un bambino, bisogna scegliere dei nomi comuni (rif.: a Napoli: Gennaro; a Castel S. Lorenzo, Cosimo (nome che va per la maggiore); come per esempio, Michele per Sant’Angelo. Io sono l’unico Bernardo nella Valle del Fasanella, e la signora, è l’unica Silvana di Sant’Angelo e quando Magalli disse, complimenti Silvana, capimmo pure chi aveva vinto, quindi fatevi furbi se volte vincere. Ora venite da questa parte: questo, è l’altare dedicato a Gesù morto, sempre all’inizio del 1700. C’è questa immagine del Cristo qui davanti, vedete, si vi sporgete da questa parte, noterete che dietro all’altare noterete una raffigurazione di Gesù Cristo. C’è qualche studioso che ipotizza che sia di scuola Giottesca, parliamo di affreschi, del 1200. A Sant’Angelo, si festeggia S. Michele 2 volte l’anno; l’8 maggio, giorno in cui ricorre l’apparizione Micaelica (N.d.R.: “Il culto micaelico era molto diffuso in Campania e in generale nel meridione d’Italia, a causa della presenza sul territorio del popolo dei Longobardi giunti dal nord dell’Europa. Questi, dopo essersi convertiti al cristianesimo, decisero di eleggere San Michele come loro protettore. La ragione di questa scelta è forse dovuta al fatto che San Michele Arcangelo, il condottiero delle milizie di Dio che aveva combattuto contro le orde di Satana, veniva da loro istintivamente associato ad Odino, l’antico dio norreno protettore dei guerrieri” à https://www.ecoturismocampania.it/sant-angelo-a-fasanella-sentieri-natura-2-beni-unesco/) e il 29 di settembre che è la festa dei 3 Arcangeli e si celebra la Messa qui (nella Grotta). La Novena, prima dell’8 maggio e 9 giorni prima del 29 settembre vengono celebrate nella Grotta la Santa Messa. Vengono celebrati anche matrimoni, provenienti da Napoli, dalla Puglia. Vengono a sposarsi qua. La Grotta, è meta di Gruppi di preghiera. Nella Grotta, vengono fatti anche concerti. Io, grazie ad un caro amico Molisano, 4 anni fa riuscii a portare un’orchestra della Rai. Durante la festa della Madonna della Pietà, una banda di Bari, dato che pioveva, non poté suonare in piazza, suonò qua nella Grotta. Il maestro disse, guardate, “io non ho mai trovato una cassa armonica naturale così bella. Attutisce la musica”. È chiaro che qua i Pink Floyd non li facciamo suonare, perché cade la Grotta. In questo punto, si è verificato il famoso bacio tra una stalattite e una stalagmite, cioè, il congiungimento, che in termini speleologici si chiama: bacio. Ci sono anche delle sepolture nella Grotta. Voi sapete che prima dell’Editto Napoleonico, i morti, venivano seppelliti nelle chiese. La Chiesa di Napoli, ha le famose chiese o cimitero delle Fontanelle.
(N.d.R.: Alla fine di via Fontanelle, dove il paesaggio urbano si slabbra in una sorta di periferia rurale, si trova la piccola Chiesa ottocentesca di Maria Santissima del Carmine, dalla quale si accede al Cimitero delle Fontanelle. Il cimitero delle Fontanelle (in napoletano ‘e Funtanelle) è un antico cimitero della città di Napoli, situato in via Fontanelle. Chiamato in questo modo per la presenza in tempi remoti di fonti d’acqua, il cimitero accoglie circa 40.000 resti di persone, vittime della grande peste del 1656 e del colera del 1836. Il luogo simbolo della devozione di Napoli verso i defunti, una devozione che a volte si mescola con la superstizione e che si fonde con la vita di tutti i giorni”. à https://www.mardeisargassi.it/il-cimitero-delle-fontanelle-tra-storia-e-leggende/
Fino a una settimana fa si è riscontrata una cosa strana nella Grotta. Succede questo, quando si verificano delle condizioni climatiche particolari e cioè trasuda l’altare, trasuda tutta questa parte di altare. Addirittura, ci sono giorni che trasuda pure la statua di S. Michele, sempre quando si verificano le stesse condizioni climatiche, non vi sto parlando di miracoli, trasuda l’altare, trasuda la roccia, in questo punto, trasuda talmente tanto che si riempiono queste 2 piccole vasche naturali e quest’acqua, ritenuta miracolosa, soprattutto in passato, veniva data agli ammalati. Acqua, ritenuta miracolosa. Si dava la famosa Manna di S. Michele. Quest’altare principale è dedicato a San Michele Arcangelo. C’è una statua in marmo bianco di Carrara del 1600. Io sono stato consigliere delegato al turismo e 5 anni fa ci siamo gemellati, prima con Olevano sul Tusciano, poi con Monte Sant’Angelo, Solofra, Sala Consilina, Putignano, Cagnano Varano. Siamo circa 40 comuni proprio gemellati per il culto di S. Michele Arcangelo. 5 anni fa, se non vado errato, riuscii a portare qui Rino Genovese di Rai 3, il Tg itinerante della Regione Campania: “N.d.R: (SANT’ANGELO A FASANELLA. Il Tg itinerante di Rai 3 torna negli Alburni. Trasmissione del 14 aprile 2018, le telecamere del Tg itinerante della Campania, in onda ogni sabato su Rai 3 alle ore 14.00, hanno fatto tappa a Sant’Angelo a Fasanella. Lo spazio televisivo condotto dal giornalista, Rino Genovese, è dedicato alla scoperta e alla valorizzazione dei numerosi comuni della regione, raccontando storia, tradizioni e varie notizie dei centri campani), à https://www.infocilento.it/2018/04/13/il-tg-itinerante-di-rai3-a-santangelo-a-fasanella/ io ero qua con Rino Genovese, dicevo, che quando c’è stata l’apparizione dell’Arcangelo, battendo le ali, abbiamo dovuto lasciare questo segno sulla roccia. Mentre questo che vedete era la Fonte Battesimale. Voi sapete che il Battezzo, avveniva per immersione. Bisognava immergersi nella fonte. Noi abbiamo manoscritti in Chiesa del 1500/1600 che già parlano delle Ali di S. Michele e della Fonte Battesimale, acqua che adesso non c’è. Qualcuno ipotizza che ci siano stati evidenziati nel 1700/1800. Noi non lo sappiamo, perché se ne parla in alcuni libri che teniamo in Chiesa. Date certe non ne abbiamo, purtroppo. (CFR: Lucido Di Stefano). Padre Bonaventura da Sorrento in una delle sue opere del 1891, scriveva, in Lucania, e, precisamente a Fasanella, c’è una Grotta che pare sia stata decorata dagli Angeli. Sotto il pavimento, ci sono delle botole. Noi 15/16 anni fa, abbiamo rifatto questa parte di pavimento, perché, c’erano stati degli avvallamenti. Sotto il pavimento c’è il terreno. Qua sotto ci sono dei resti umani, perché la Grotta veniva usata come cimitero. Anzi, quando abbiamo rifatto il pavimento, in quell’angolo là, sono stati rinvenuti dei resti di un orso, immaginate a quanto risale la Grotta. Venti anni fa, venne a sposarsi un amico di Benevento, uno speleologo. Quando arrivarono gli invitati, con il pullman, forse perché il viaggio li aveva stancati, una signora, mi disse: “ma dove ci avete portato!”, poi, quando fu visitata la Grotta, la signora, uscì fuori, mi chiamò e mi disse, “vi debbo delle scuse”. “Adesso ho capito il perché, è importante la Grotta”. Venite su, questo è sicuramente il gioiello che abbiamo nella Grotta. È una Madonna di stile Bizantino e risale al 1100 ed è la Madonna del Granato che si festeggia a Capaccio-Paestum, vicino a noi. Purtroppo, non si sa quando è stato staccato il braccio destro. Doveva avere in mano il melograno, che è il simbolo della fertilità, mentre l’altra Madonna è del 1300; la vedete tutta affrescata ed è l’Annunciazione; da questa parte, è raffigurato Cristo Morto. Questa è la Madonna delle Grazie. A me ha lasciato il segno. Quando eravamo ragazzini, qua ci facevano accendere le candele, sino a 20 anni fa. E da ragazzini, l’8 maggio venivamo presto la mattina per vedere la campana e la Grotta. Ci si arrampicava attraverso il muro e andavamo là dietro a vedere i morti. Quando siamo riscesi, io mi sono ritrovato dei capelli lunghi sulle braccia e non erano i miei e non erano nemmeno di qualche altro. Erano capelli di morti. Qua c’è uno scheletro che si è mummificato. Avviene questo, in Grotta, in quanto la temperatura è costante, quindi i corpi tentano a mummificarsi e a non decomporsi. Quando c’è stata quella famosa vincita venne fuori questo corpo (quando furono fatti gli scavi). Purtroppo, la Sovrintendenza, ci impone di tenerlo così. È un problema per noi, perché quando arrivano le scolaresche, soprattutto ragazzi (un po’ curiosi), tentano a fare i monelli e vogliono toccare. Noi volevamo proteggerlo questo (corpo) con qualche plastica trasparente. Ricordo che 12 anni fa o 15 anni fa (non ricordo), arrivò un istituto alberghiero (erano 17 pullman), 650 ragazzi ed eravamo 2 o 3 di noi (ci fu un gran da fare, per non far toccare niente). Qua c’è un passaggio che andava giù nella Badia, c’è una scalinata ed un passaggio che portava al campanile. In alto, c’è questa edicola votiva del 1300. Manca un pezzo della tettoia dell’edicola. Se guardate sul pezzo che manca, di colore verdastro, c’è la coda di un dragone attorcigliato. Il drago, in alto a destra, se guardate vicino alla roccia, è un RossoPompeiano, un blu gratinato. Voi sapete che c’è il drago, (sotto la statua di S. Giorgio), c’è il drago, sotto (sotto la statua) di S. Michele. Nei pressi del campanile, c’è una poesia appesa alla parete (intitolata: “La campana de l’Angelo”) ed è di un nostro concittadino (Giuseppe Luongo), emigrato in America, che recita tra l’altro: …. “Tutti al grido di “Abbìa Masella”, s’aggrappavano ai ceppi e alle funi, i nipoti tuoi, mia Fasanella, i nipoti ch’or fan tre comuni”. Rievoca sempre la distruzione dei 3 comuni: Sant’Angelo, Ottati e Bellosguardo. Noi siamo Campani, non diciamo: abbìa (avvia) la macchina. Abbìa Masella, perché si narra che quando è stata fusa la campana, una ragazza di nome Tomasella abbia versato nella fusoliera un grembiule ricolmo d’oro e versando questo grembiule disse: allora su avvii a suonare la campana quando grida abbìa Masella. Per noi, questo è un credo popolare. Riflessione sulla campana: la campana, fu fusa la prima volta nel 1773 e rifatta nel 1903.
Durante il percorso per giungere alle cascate dell’Auso, la guida, fa osservare al gruppo, il Monastero delle Carmelitane Scalze,costruito nel 1727 (Tappa n. 3 – lat. 40.455439° long. 75.3444809che si trova nel centro del paese (oggi sede del Municipio e della scuola media) ed ospita al suo fianco la Chiesa dedicata all’Annunciazione di Santa Teresa e di San Giuseppe; vi è tutt’ora custodita, al suo interno, la scultura di Santa Teresa con il putto che le ferisce il cuore.
FIUME AUSO E CASCATE
Le Cascate dell’Auso
All’arrivo delle Cascate dell’Auso, la guida, ci riferisce che, in questo luogo incantevole, si può ammirare la forza dell’acqua che dall’alto scende prepotentemente a valle, dopo aver disegnato scenari mozzafiato. Sotto le cascate dell’Auso si nasconde la grotta da cui nasce il fiume Fasanella. Nei pressi della sorgente c’è un ponte in pietra calcarea a schiena d’asino ad unica arcata, conosciuto come ponte romano. Dietro al ponte ci sono i resti di un vecchio mulino con macina in pietra, alimentato dalle acque provenienti dalla sorgente dove si può ammirare la forza dell’acqua che dall’alto scende violentemente a valle, dopo aver disegnato scenari mozzafiato. In quest’area picnic, i visitatori arrivano da ogni parte per trascorrere pomeriggi di relax. Si può ammirare l’antico mulino ad acqua, oltre per gustare i prodotti gastronomici della zona. (Tappa n. 3 – lat. 40.454738° long. 75.325070″). N.d.R.: “….Tra le sue risorse naturalistiche, sono senza dubbio da annoverare le sorgenti dell’Auso, raggiungibili dal centro dopo pochi chilometri di strada interpoderale o attraverso i sentieri nei boschi. Le acque che scaturiscono da una grotta carsica, la Grotta dell’Auso, confluiscono in un laghetto artificiale, un tempo usato per una centrale idroelettrica, e dopo un salto di circa 8 metri, proseguono in un suggestivo percorso tra balze, un ponte in pietra d’epoca romana e un vecchio mulino ad acqua”. à https://www.ecoturismocampania.it/sant-angelo-a-fasanella-sentieri-natura-2-beni-unesco/).
FRANCESCO COPPOLA (GESTORE DELL’AREA DELLE CASCATE DELL’AUSO
Terza tappa del percorso: Intervista a Francesco Coppola (gestore dell’area delle cascate dell’Auso).
Sono Francesco Coppola e gestisco l’area picnic alla cascata dell’Auso. Io, non sono Cilentano, abitavo a Scafati (vicino Pompei). Mi sono trasferito perché il Comune fece un bando. Ho partecipato e ho preso in gestione l’area. Il bando, è stato fatto 2 anni fa (nell’estate del 2021). Questo posto era abbandonato. C’era erba alta, le staccionate, in parte erano rotte. Io sto facendo la manutenzione del posto, anche sistemando le staccionate e i tavoli. Con la mia compagna ci siamo trasferiti a vivere qua. Lei viene da Bari e cerchiamo di fare del nostro meglio per rendere fruibile quest’area che merita sicuramente. Il periodo più affollato è sempre agosto. A settembre, di meno. Intanto, a settembre ci sono più turisti stranieri. I turisti italiani vengono ad agosto. L’anno scorso, c’è stata più affluenza. Quest’anno, con la chiusura del Covid-19, le persone preferiscono più andare all’estero. La cena, la facciamo su prenotazione. Ho ripristinato l’impianto elettrico che non era più funzionante. Ci ha parlato poi, del mulino. Ci sono 2 mulini che sono stati ristrutturati nel 2010 circa, quando è stata creata quest’area. Purtroppo, però, il resto dell’area, è stata abbandonata a se stessa. Uno (riferito al mulino) l’ho ripulito da tutto quello che c’era dentro. C’era un sacco di roba inutile, diciamo, spazzatura, ecc. Lì, abbiamo allestito una camera da letto (con un letto matrimoniale e 2 letti singoli) che si fitta, tutta la stanza tranquillamente a 30 €. Il bagno è esterno perché non si può intaccare la struttura. Non c’è la fogna. Bisogna creare una vasca a tenuta per costruire un bagno.
GIUDIZIO SULLA GUIDA: BERNARDO MARMO
Bernardo, è una buona guida. Lui conosce benissimo questi posti, quindi sa guidare le persone a scoprire i piccoli luoghi che ci sono qua, perché purtroppo, devo dire, sono abbandonati a se stessi. Andrebbero di più valorizzati, Purtroppo, c’è poca collaborazione, da questo punto di vista, da parte delle amministrazioni locali, in queste zone. Secondo me, è un retaggio culturale. Sono ambienti un po’ chiusi e quindi preferiscono non avere confusione attorno. La maggior parte della popolazione è anziana, perché i ragazzi, ovviamente qui il lavoro che si può fare è quello, che ne so, coltivare un uliveto, oppure, fare l’allevatore. Non ci sono tante possibilità di lavoro, perché i paesi sono poco abitati qui. La maggior parte, la popolazione è anziana e quindi ci sono servizi essenziali, tra l’altro, per esempio, in alcuni paesi, manca come a Sant’Angelo, un panificio, ad esempio, un fruttivendolo. Anche aprire un’attività, un panificio, è molto difficile. L’utenza, poi, è minima, visti i negozi che ci stanno. Diciamo, sarebbe difficile da poter gestire tranquillamente.
DICHIARAZIONE DI ARIANNA (COMPONENTE DEL GRUPPO: ASSOCIAZIONE SOCIO CULTURALE A.S.C. CONVIVENDUM).
Dichiarazione di Arianna (componente del Gruppo: Associazione Socio Culturale A.S.C. Convivendum). Descrizione delle sensazioni del gruppo. Sono Arianna e vengo da Solofra. Il posto è veramente da visitare e nello stesso momento, ci sono luoghi che purtroppo, alle volte vengono sottovalutati. Anche essendo della Provincia di Avellino, faccio parte della Comunità Montana, a dire la verità, anche da noi capita che parecchie luoghi, non vengono valutati per ciò che hanno e per ciò offrono. Ad essere sincera, questa volta mi sono entusiasmata nel fare vari percorsi, vari sentieri. N’è valsa la pena. Io lo consiglio vivamente (riferimento al luogo) perché è un’esperienza da farsi e nello stesso momento, da valutare. Quindi, mi auguro che chiunque ascolti e chiunque veda possa poter visitare ciò che in questo momento sto vedendo. Buona giornata a tutti.
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Cosmo Guazzo