«Buonasera presidente, mi chiamo Lavinia, ho undici anni e abito ad Agropoli (Salerno)». Iniziava così la lettera che una bambina di 11 anni aveva inviato a Giuseppe Conte, nei giorni della visita del premier a Vallo della Lucania. Seguita da un appello: «Sono contro la plastica, quindi mi piacerebbe che lei distribuisse degli erogatori d’acqua potabile nelle città italiane (e non solo), così da collaborare per un mondo migliore».
«Cara Lavinia, la tua sensibilità per la tutela dell’ambiente è lodevole. Se tutti gli abitanti del pianeta avessero la tua stessa premura potremmo compiere decisivi passi in avanti per contrastare i cambiamenti climatici e proteggere ben più efficacemente l’ambiente e le bio-diversità», ha scritto il premier.
«Avevo promesso che ti avrei risposto e lo faccio con piacere, anzi, sappi che anche a me farebbe molto piacere incontrarti e conoscerti di persona. Potremo farlo la prossima volta che verrò ad Agropoli… Anche io ho molto a cuore questi obiettivi e con il Governo ci stiamo impegnando molto seriamente, con varie misure, per realizzarli. Quando ci incontreremo te ne parlerò in maniera approfondita e così tu mi illustrerai in dettaglio la tua proposta».
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